
Entriamo oggi, di fatto, nella seconda settimana di un mese di luglio che fino ad ora, è stato caratterizzato, nel mercato valutario, da una persistente salita del biglietto vede, che ha corretto solo venerdì, appena dopo la pubblicazione dei sul mercato del lavoro Usa, che hanno ancora sorpreso al rialzo. I payrolls infatti, hanno evidenziato un aumento di 372 mila posti di lavoro, rispetto ad un consensus di 265, e appena al di sotto del dato precedente di 384 mila unità. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 3,6% in linea con le attese, mentre i salari medi sono aumentanti dello 0,3% su base mensile dal +0,4% di giugno e del 5,1% su base annua (dal +5,3% di giugno).
La correzione del biglietto verde, venerdì pomeriggio, sembra, a tal proposito, rappresentare il classico momento in cui chi era long dollaro, ha preso profitto vicino a dei massimi significativi anche se di fondo, il trend del biglietto verde sembra rimanere assolutamente rialzista e nulla sembra poter cambiare uno scenario che vede, nelle prossime settimane, ancora la Fed protagonista, con un rialzo quasi certo del costo del denaro di altri 75 punti base, se non addirittura 100, come dice qualche analista.
I Fed Funds oggi sono all’1% e dovrebbero quindi salire a +1.75%. La sola Nuova Zelanda, tra i paesi del primo mondo, ha i tassi più alti, al 2%. Se l’economia Usa continuerà, ancora per qualche mese, su questa falsariga, la narrazione fin qui portata avanti dalla Fed e dai suoi membri, continuerà a raccontarci di rialzi aggressivi dei tassi e a questo punto non si potrà escludere un altro rialzo di 75 punti base anche a settembre. Ricordiamoci che dopo la riunione di fine Luglio, la Fed si riunirà a Settembre, saltando quindi il mese di Agosto. I dati, quindi, confermano che per ora, di recessione non si parla più anche se nelle ultime settimane molti indicatori hanno fornito un quadro di rallentamento economico anche negli Stati Uniti.
Sul fronte del mercato delle materie prime, segnaliamo la ripresa del petrolio con i prezzi Wti saliti sopra 100 nuovamente, dopo aver testato la parte bassa del range la settimana scorsa. Mentre le borse, nonostante le cattive notizie sui rialzi dei tassi, hanno comunque reagito nell’ultima settimana, specie quelle Usa. Ora sul nostro mercato, la tendenza di quasi tutti i tassi di cambio contro dollaro, al di là di correzioni che possono esserci in qualsiasi momento e parrebbero anche dovute tecnicamente, sembra essere sempre quella di trovare punti per venderli e acquistare divisa Usa.
L’EurUsd è arrivato nelle vicinanze di parità a 1.0070 80, una vecchia area che vi ricorderete, avevamo segnalato e spesso accade che i mercati, provino ad andare a cercare dei livelli chiave come in questo caso la parità, avvicinandosi, ma poi girandosi e andando a correggere. Tecnicamente la figura creata dall’Euro, sembra impulsiva al rialzo, dato che l’hammer con cui ha chiuso la candela daily, sembrerebbe di buon auspicio per salire ancora, ma sappiamo che il trend di fondo è fortemente al ribasso e nulla per ora sembra modificare tale scenario, se non per qualche veloce pull back. Le ragioni per un inversione di questo trend sarebbero anche numerose, ma le possibilità che avvengano sembrano per ora, assai remote. Innanzitutto, occorrerebbe vedere la fine delle ostilità tra Russia e Ucraina, il che sembra assai poco probabile per il momento. Inoltre bisognerebbe che la Fed fosse meno aggressiva e cambiasse tono e narrazione dominante, da escludere ugualmente adesso, a meno che prossimamente non escano dati estremamente deboli. La terza ragione potrebbe riguardare un rialzo aggressivo dei tassi da parte della Bce, la quale però invece, è impegnata nella ricerca di strumenti che evitino la frammentazione, il che sul fronte cambi è risultata essere una notizia addirittura controproducente, tanto è vero che quando è uscita, l’Euro ha ceduto ancora terreno, perché si è trattato di una ammissione di impotenza della Bce verso una moneta strutturalmente anomala per tante ragioni. Il mercato percepisce questa debolezza e ne approfitta. Si tratta ora, da parte delle autorità monetarie europee, di dimostrare che vi sia unità di intenti per cercare soluzioni contro la frammentazione, e di cominciare a difendere, anche verbalmente, la moneta unica, che sembra lasciata al proprio destino. Inoltre, sono necessarie, a nostro avviso, profonde riflessioni sul futuro e sulla necessità di arrivare ad una unione politica e non più tergiversare su questo fronte, pena la disgregazione possibile dell’intero sistema.
Anche la sterlina aveva ceduto fino a venerdì andando a toccare anche 1.1880 per poi risalire velocemente addirittura sopra 1.2040, un rimbalzo dovuto alle dimissioni di Boris Johnson, accolte dal mercato come una liberazione. Anche in questo caso, non sembrano esserci le condizioni e una inversione, ma solo qualche correzione, anche importante, ma non risolutiva, con i prezzi che prima o poi dovrebbero ricominciare naturalmente a scendere, se il delta tasso rimarrà questo e sempre che la Boe non diventi improvvisamente aggressiva come la Fed, in quel caso la valuta britannica potrebbe anche recuperare terreno.
La prossima settimana comunque, e questa è notizia da non sottovalutare, cominciano le trimestrali, che daranno sicuramente volatilità ai mercati azionari Usa. Ma è anche tempo di osservare i dati sull’inflazione Usa, attesa all’8.8%, anche se l’inflazione core potrebbe scendere al 5.8% per il terzo mese consecutivo. Attesa anche per le vendite al dettaglio venerdì prossimo. Altri dati interessanti arriveranno da Canada e Nuova Zelanda, con le decisioni sui tassi rispettivamente della Boc e Rbnz, mentre dal Regno Unito attesa per la rilevazione del Pil del mese di Maggio. Dati su occupazione australiana, e Pil cinese, saranno anch’essi numeri da guardare con attenzione.
Per quel che riguarda le price action, ancora la parità EurUsd sotto la lente, insieme all’eventuale rottura dei massimi di UsdJpy a 136.50. Dollar index che ha creato una configurazione correttiva, con una shooting star interessante, reciproca a quella di EurUsd, come è normale che sia, essendo l’euro più del 50% del paniere del dollaro. Vedremo se sarà una settimana di correzione oppure si tornerà a vedere un super dollaro.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell'analista

Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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