Alla fine la Federal Reserve Usa, ha mantenuto la promessa di rialzare il costo del denaro. Le prime reazioni dei mercati, dopo un rialzo di 0,25 basis point, è stata quantomeno controversa con un oro in discesa e nel contempo forte sell off anche nello S&P500.
Mentre questa mossa era già attesa, la domanda ora nella mente di tutti i trader è il numero di rialzi dei tassi che attuerà la Fed per il 2017.
Negli ultimi mesi il metallo prezioso è sceso a seguito di una sempre più probabile stretta monetaria, riducendo l’appeal di strumenti che non danno dividendi o pagano rendimenti. Inoltre l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha stimolato ulteriormente il sell off a seguito di una prospettiva di politica economica di crescita che ha stimolato al contrario la crescita dei mercati azionari statunitensi.
Dal punto di vista fondamentale, la domanda di metallo fisico dei due maggiori acquirenti mondiali, Cina e India, rimane piuttosto debole rispetto al passato. Infatti sono stati registrati acquisti di gioielli in ribasso rispettivamente del 41 e del 27% anno su anno con il 2016 che sembra avviato a far segnare il minimo di sette anni in Cina e di 13 anni in India.
Inoltre alcune nuove regolamentazioni sull’acquisto di oro sono state imposte da Pechino allo scopo di rallentare il deflusso di capitali e l’indebolimento dello yuan.
L’oro dopo essere rimasto per gran parte della giornata in area $1.160, dopo la comunicazione del board della Fed, è sceso velocemente verso l’area di supporto a $1.140 riportandosi ai valori visti nel mese di febbraio.
I principali supporti tecnici per l’oro si trovano già vicini e già nel breve potrebbe essere raggiunta l’area di $1.130 e il secondo supporto importante è situato circa dieci dollari sotto, in area $1.120.
Buon trading a tutti
Carlo Vallotto per ActivTrades.