Le minute della Fed non spostano gli equilibri sul mercato

Neppure le minute della Fed sembrano in grado di spostare gli equilibri attuali sul mercato dei cambi che negli ultimi giorni ha visto un leggero recupero del dollaro, in controtendenza rispetto alla correlazione che aveva dominato tutto il 2020 e parte del 2021 (ovvero dollaro in discesa con i mercati azionari sui massimi e oro acquistato a copertura delle posizioni long equity). Ed invece, nell’ultimo periodo, il dollaro ha recuperato terreno, alimentato ovviamente dai timori di inflazione negli Usa, nonostante i rendimenti dei titoli di Stato Usa, vero termometro del pericolo di rialzo del costo del denaro, siano scesi e continuino a sottoperformare rispetto alla paura del tapering, emersa dopo i dati sull’inflazione, uscita al 5% nel dato generale e +3.6% nel dato core negli Usa. Altrove questi numeri sono assai diversi con i prezzi al consumo che non arrivano al 2%, eccezion fatta per il Canada dove sono leggermente più alti, me certamente i Qe dovranno restare aperti, con la variante delta che potrebbe far ripiombare il mondo in una terza ondata di contagi e di conseguenza a nuovi lockdown.

Ma stranamente, almeno per ora, le borse restano sui massimi e il dollaro che tende a portarsi nella fascia alta di questo range e non accenna a scendere. In precedenza, le correlazioni ci raccontavano che il dollaro, quando saliva, lo faceva per un aumento generalizzato del risk off e della paura, ma non è questo il caso vista la forza dei mercati azionari. Tale forza, specie negli Usa, è alimentata dagli stimoli fiscali di 5 trilioni di dollari, una cui considerevole fetta è andata ad alimentare ancora acquisti a Wall Street, in un mercato che per qualcuno è in una bolla senza fine, ma che in realtà prosegue nella sua salita che pare infinita e le cui correzioni sembrano solo nuove opportunità di acquisto.

Nelle ultime ore registriamo la discesa del petrolio dai massimi di 76.50 fino ad un minimo di 70.70, nonostante il fallimento del vertice dell’Opec che, a rigor di logica, avrebbe dovuto alimentare la salita del greggio. Il vertice Opec è fallito ed è stato rinviato a data da destinarsi e non c’è stato quindi l’aumento della produzione globale, tanto attesa per disinnescare la bomba inflazione da materie prime. Ma il prezzo, in controtendenza rispetto alle news, è sceso e potrebbe ancora accelerare al ribasso con i primi supporti posizionati in area 69.50 e anche 68.00, massimo precedente del marzo di quest’anno.

Tornando alle valute, segnaliamo ancora debolezza per l’EurUsd che non è lontano dai minimi di Aprile a 1.1700 mentre il Cable sembra ancora distribuire su base daily con obiettivi a 1.3665-75 in caso di rottura di 1.3735, livello chiave di breve termine. UsdCad sopra 1.2500 con obiettivi anche a 1.2650, che, come molti di voi ricorderanno, abbiamo richiamato per lungo tempo. Oceaniche in calo con distribuzione evidente a massimi e minimi decrescenti e target possibili in area 0.7400-10 per AudsUsd e 0.692- 30 per NzdUsd. UsdJpy ancora in trend rialzista ma ha corretto ben 140 pips dai massimi. Ora siamo sui primi supporti chiave: se li rompesse potremmo anche tornare a 109.00 anche se la ragione sembra esclusivamente tecnica e non sembrano esserci le condizioni per un aumento del risk off tali da alimentare una ripresa strutturale dello Jpy. Ma il mercato cambia in fretta, specie quando non vi sono trend in atto.

Per ultimo richiamiamo le minute della Fed di ieri che ci hanno detto che le autorità monetarie hanno bisogno di vedere ulteriori progressi economici. La Fed ha poi ribadito di avere l’intenzione di avvisare con largo anticipo quando inizierà a fare tapering. Una dichiarazione che di fatto non cambia quanto già sapevamo ovvero che il tapering ci sarà ma viene posticipato quanto più possibile nel tempo, per non dover pagare tassi di interesse sul debito crescenti.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell'analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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