La settimana scorsa, come ampiamente descritto, è stata la prima nella quale il dollaro ha fatto registrare una discesa significativa da un po’ di tempo a questa parte. Le chiusure weekly di Audsd e NzdUsd, per esempio, sembrano lasciar intendere che il mercato voglia invertire la rotta, anche se al momento attuale, a parte questa configurazione (bullish engulfing) significativa ma non sufficiente, non sono presenti altre circostanze tecniche che possano far pensare ad una sicura inversione di un movimento che dura da almeno due anni. I livelli delle trendlines che congiungono i massimi relativi infatti, passano decisamente a livelli superiori di quelli attuali e fino a quando non verranno violati, si parla esclusivamente di correzione tecnica. Tali livelli sono posizionati a 0.6960 per AudUsd e 0.6650 per NzdUsd, ancora lontani quindi.
Le ragioni di questa correzione del dollaro sono da ricercare nella ripresa dei colloqui tra Cina e Usa e anche dalla decisione della Pboc di tagliare la riserva obbligatoria (RRR) che le banche cinesi devono detenere presso il sistema centrale, portandolo dal 16 settembre al 13% del proprio capitale, con la banca centrale che ha lasciato intendere che vi sarà un’altra riduzione di 100 basis points per alcuni Istituti, in due tranches, a partire dal 15 ottobre e 15 novembre. Ciò equivale a liberare risorse per il sistema ovviamente, con una manovra che andrà a sostituirsi, per ora, ad un taglio del costo del denaro, ma manterrà, a detta delle autorità monetarie di Pechino, una sufficiente e abbondante liquidità. Il tutto in mezzo alle solite dichiarazioni bellicose di Trump, il quale ha ribadito che la Cina sta perdendo quote di export grazie al suo intervento, il che è stato parzialmente confermato dai dati della notte, relativi alla bilancia commerciale cinese di Agosto, uscita in surplus di “soli” 34.8 miliardi contro un dato precedente di 43 miliardi. L’export è uscito infatti a -1% contro una previsione di +2%, mentre le importazioni sono calate del 5.6% rispetto ad attese di -6%. Il totale della bilancia commerciale fa registrare un calo del surplus, da 299 miliardi a 239 miliardi di dollari. Le riserve valutarie cinesi sono salite poi a 3.107 miliardi di dollari da 3.100 miliardi. Una enormità, il che significa che Pechino ha la forza di contrastare la speculazione sul UsdYuan, che intanto, rispetto ai massimi di 7.1968, è sceso di circa l’1% a 7.1280 facendo registrare anche un minimo a 7.0970 venerdì scorso. Solo sotto quota 7.00 si potrebbe pensare di vedere una inversione duratura e stabile, mentre per il momento occorre semplicemente attendere gli sviluppi dei colloqui tra i due colossi, ancora alle prese con le solite scaramucce. La tensione però si è allentata e la sensazione che si voglia trovare un accordo appare presente a tutti gli effetti.
Sulle altre valute, segnaliamo la correzione dai massimi del Cable, da 1.2350 a 1.2270, mentre il Primo Ministro Boris Johnson ha dichiarato di essere in grado di ottenere un accordi con la Ue prima del 31 ottobre, indicando le date del 17 e 18 dello stesso mese come cruciali per trovarlo. In ogni caso egli stesso spinge per le elezioni che a questo punto sembrano l’evento più probabile. I sondaggi danno i tories al 35% mentre i laburisti sembrerebbero non arrivare al 22% e con i brexiteers del partito di Nigel Farage che sembrerebbero raggiungere il 14% dei consensi, sufficienti ad avere la maggioranza nel caso di un accordo di desistenza con i conservatori. La partita non è ancora chiusa, vedremo quel che accadrà con la sterlina ancora sulle montagne russe.
Sulle altre valute, segnaliamo Eurusd a 1.1030 sotto le resistenze chiave di 1.1080 90 e UsdJpy che riprende quota, dopo che le speranze di accordo tra Cina e Usa hanno allentato la pressione del risk off.
Oggi non ci sono dati significativi eccezion fatta per la bilancia commerciale inglese, unitamente a produzione industriale e manifatturiera. La vola dovrebbe essere contenuta come spesso accade il primo giorno della settimana.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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