E cosi, siamo arrivati alla fine di una settimana caratterizzata da una ripresa impulsiva del biglietto verde contro le principali valute concorrenti, legate più che altro alle preoccupazioni concernenti la congiuntura macroeconomica delle aree concorrenti gli Usa, ovvero Europa, Cina, e paesi che sono legati all’export di materie prime, che in qualche modo, hanno risentito del calo della domanda globale e rischiano di pagarne più di altri le conseguenze. Ora il focus del mercato si sposta quindi sulla deadline di inizio Marzo, quando Cina e Stati Uniti avranno la possibilità di rilanciare le prospettive di crescita globali attraverso un accordo che vada ad annullare le proposte di aumento dei dazi doganali, oppure se accettare che la recessione prenda il sopravvento in molte aree del mondo.
Si tratta quindi dell’appuntamento più importante e cruciale di questo primo trimestre, e non si può non considerarlo tale. Pertanto vivremo le prossime tre settimane con il fiato sospeso, in attesa di qualche tweet di Trump, che non sia solo una speranza di accordo, ma che riveli qualcosa di concreto, anche se non esaustivo, perché siamo tutti consapevoli oramai del fatto che i temi cruciali, quello dell’intelligenza artificiale e della proprietà intellettuale probabilmente verranno esclusi dall’eventuale accordo, perché sono di importanza vitale per la supremazia economia e militare dei due paesi, mentre è più probabile che quelli relativi alle quote di prodotti agricoli o manufatti, potrebbero essere il vero tema dell’agreement.
Detto ciò il mercato è vicino a vedere un aumento sostanziale della volatilità, e per fortuna rivedremo delle price action legate al vero market mover dell’andamento dei trend valutari, ovvero i dati macroeconomici. Il biglietto verde, questa settimana, osservando il dollar index, ha guadagnato circa l’1.25% contro le valute concorrenti, in particolar modo euro e sterlina franco svizzero e dollaro canadese mentre è rimasto stabile sullo Jpy.
Nei confronti di Aud e Nzd ha guadagnato ben di più ma queste ultime non fanno parte del paniere del dollar index, che come probabilmente sapete, è costituito da una media geometrica ponderata di un paniere di 6 divise, tra cui Euro, con il 57.6%, lo Jpy con il 13.6% la sterlina con l’11.9%, il dollaro canadese con il 9.1%, la corona svedese con il 4.2% e il franco svizzero con il 3.6%.
Il grafico del dollar index ha raggiunto un livello interessante di resistenza, in cui sembra che i prezzi sentano l’ostacolo a rompere tale livello, costituito dal livello di 96.55, e la cui violazione porterebbe ancora i prezzi almeno verso 97.40 e possibilmente anche 97.60, quindi un altro 1% circa. Se pare chiaro che, mai con in questo momento, il mercato sia guidato da questioni esogene come la geopolitica e i rapporti commerciali, che rischiano di sfociare chiaramente in una guerra commerciale, l’analisi tecnica su questo indice ha sempre rappresentato una peculiarità significativa, tanto che spesso è stato confrontato con il cambio EurUsd. Quest’ultimo, ovviamente è molto simile data l’importanza dell’Euro in termini percentuali all’interno del paniere, ma rispetto all’indice, sembra meno lineare e meno falsato da rumori di breve che ne influenzano spesso la price action. Ecco perché, soprattutto negli States, per molti investitori e analisti, viene associato al mercato dei cambi, quando per noi europei, e soprattutto per i cambisti europei, è stato associato ad un qualcosa di esogeno, quasi fosse un indice come quelli azionari.
Tornando al mercato e in particolar modo alla giornata odierna, segnaliamo un aumento dell’avversione al rischio legata alle dichiarazioni di Trump che ha ribadito che non incontrerà il Presidente Xi prima della scadenza di marzo sul commercio. I listini asiatici hanno chiuso in rosso con il Nikkei a -1.8%, l’Hang Senk a -0.4% e l’Asx australiano a -0.3%. Questa mattina sono attesi i dati sulla produzione industriale e manifatturiera francese e italiana, mentre nel pomeriggio gli unici dati market moviers saranno rappresentati dai dati sull’occupazione e disoccupazione in Canada che potrebbero causare movimento del Cad. Per il resto si lavorerà nel trading range visto nelle ultime ore.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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