Ripartiamo, in questo mese di giugno, da una consapevolezza, legata al fatto che le questioni che stanno provocando il rallentamento globale, e la tensione in aumento, paiono certamente di non facile soluzione, ma coinvolgono le grandi superpotenze, che prima o poi, dovranno venire a patti. È impensabile che questa guerra commerciale, tra Usa e Cina, persista nel lungo termine, in quanto i suoi effetti, alcuni dei quali sono entrati in vigore proprio oggi, andrebbero a colpire enormi interessi di entrambi i contendenti e le conseguenze negative sarebbero enormemente superiori ai benefici che potrebbero mai pensare di ottenere. Pertanto, nonostante le scaramucce e talvolta anche le provocazioni, la sensazione è che a ridosso dei prossimi meeting del G20 i due Presidenti Trump e Xi, ritorneranno a dialogare riaccendendo speranze ai mercati, in un momento in cui prevale il pessimismo, con i mercati azionari che hanno cominciato a mollare la presa, lo Jpy in deciso rialzo, e il risk off che prende piede alimentato da questo cupo potenziale scenario di medio termine.
Sul fronte valutario, se analizzassimo asetticamente i diversi tassi di cambio, sembrerebbe giunto il momento di un possibile indebolimento del dollaro, che però potrebbe essere nuovamente smentito dal fatto che la divisa americana rappresenta comunque la valuta rifugio per eccellenza, nonostante non dovrebbe esserlo, considerando i tassi, più alti rispetto alle principali valute concorrenti, ma lo è per il fatto che questa sembra una guerra Usa resto del Mondo, e qualche similitudine con quanto accadde negli anni 80, prima della grande svalutazione del dollaro (accordi del Plaza), che fecero seguito ad una sua rivalutazione assai rilevante (50%), anche se con le dovute proporzioni, sembra esserci.
In questo momento, gli effetti dei dazi e delle minacce di Trump hanno quasi esclusivamente prodotto effetti negativi sui sentiment e aggregati macro al di fuori degli Usa, ma nelle ultime sedute, si cominciano ad intravedere dati Usa al di sotto delle aspettative e gli analisti prevedono che anche la Fed cominci ad adeguarsi alle altre banche centrali, impegnate a rinnovare politiche già accomodanti, per ancora lungo tempo. Se la Fed si accoderà, allora qualche speranza di ridimensionamento del dollaro e di conseguenza, di ripresa anche dei mercati globali, potrà esserci.
Sul fronte delle principali coppie, osserviamo un EurUsd che sembrerebbe aver trovato una base a 1.1100 con tre minimi di cui l’ultimo leggermente crescente, che lascia intravedere qualche speranza di ripresa, con obiettivi iniziali in area 1.1220 25 e successivamente 1.2360 65, due aree cruciali di medio termine, per poter alimentare qualche ulteriore speranza di ripresa. Sotto 1.1100 invece si tornerebbe a parlare di possibili obiettivi in area 1.0950 60.
Sulla sterlina la pressione rimane importante anche se abbiamo assistito ad un recupero che alimenta qualche speranza maggiore di ulteriore correzione con obiettivi in area 1.2730 40, prime resistenze significative.
Sullo Jpy invece c’è forza dovuta al risk off che colpisce UsdJpy e che lo ha portato a ridosso di supporti rilevanti a 107.70 75 area, seguiti da 106.80 85. EurJpy di conseguenza ha mollato, con obiettivi possibili sui minimi del 2019, giorno del flash crash di inizio Gennaio a 118.90.
Venendo al dollaro canadese, segnaliamo la tenuta delle prime resistenze a 1.3555 65 e la relativa discesa che apre qualche scenario ribassista di breve e obiettivi da segnalare in area 1.3430 40 inizialmente e successivamente anche 1.3360 65 area. Anche sulle oceaniche, Aud E nzd si segnala la possibilità di qualche storno ulteriore, con l’incognita però di ribassi di Aud derivanti, nel breve, dal possibile taglio dei tassi stanotte da parte della Rba. In ogni caso 0.6965 70 rappresenta un baluardo importante di breve termine al rialzo. Per quanto riguarda NzdUsd, 0.6570 è il livello chiave al rialzo.
Oggi sono attesi i dati sul PMI in Eurozona, Canada e quindi Usa, che qualche movimento potrebbero causarlo.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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