Riprende la settimana con un mercato che resta in attesa di una volatilità che non sembra arrivare, se non a sprazzi ed esclusivamente su notizie macro oppure su dichiarazioni di banchieri centrali.
Il Dollaro sembra leggermente in fase di correzione e ripiegamento, dopo che i dati sul prezzi al consumo, hanno evidenziato, venerdì scorso, un leggero calo, tanto da far pensare che, potremmo assistere ad un solo rialzo della Fed nel 2017. Certamente, occorrono conferme e non ci si può sbilanciare o avere alcuna certezza. Osserviamo però un Dollaro che, se da un lato resta forte per il differenziale di tasso, nei confronti di euro e jpy, dall’altro, sembrerebbe avere voglia di scendere, come dimostrano i movimenti di Usd/Jpy e in parte anche dell’Eur/Usd.
Harker, uno dei rappresentanti del board del Fomc, venerdì ha affermato che se ci fosse una accelerazione ulteriore dei prezzi al consumo nel prossimo futuri, potrebbero esserci più di due rialzi da parte delle autorità monetarie, in leggero contrasto con altri membri i quali parlano apertamente di un rialzo solo. Non c’è unanimità neppure all’interno del board, figuriamoci cosa dobbiamo pensare noi piccoli operatori o investitori.
La settimana che comincia oggi, è tra l’altro una delle più povere di dati macro del periodo, pertanto potrebbe essere una settimana priva di grandi spunti e paradossalmente anche la volatilità potrebbe risultare assente. Gli unici dati rilevanti saranno l’inflazione inglese, lo zew tedesco, il pil di eurozona, il pil del Giappone, e i prezzi al consumo in Canada, oltre a Draghi, che parlerà a Tel Aviv, giovedì 18.00 nel tardo pomeriggio.
Manteniamo la nostra idea sul mercato che è quella di attenderci un ribasso del biglietto verde, da qui a qualche mese, legato più alla volontà Usa di indebolirlo che, in effetti, alle possibilità che la Fed non alzi il costo del denaro. Ci attendiamo comunque un rialzo, e forse due, che chiaramente peseranno sui differenziali di tasso e spingeranno per un mantenimento del Dollaro forte.
Attenzione però al tapering europeo, che comincerà presto e per il quale secondo noi, potrebbe cambiare lo scenario tecnico sull’euro. Relativamente alle valute oceaniche, segnaliamo la tenuta di Nzd/Usd dopo i dati di stanotte sulle vendite al dettaglio depurate dall’inflazione, comunque salite dell’1.5%, un dato che ha portato la divisa a recuperare ulteriormente terreno dopo la discesa della settimana scorsa.
Da un punto di vista tecnico, solo la rottura dell’area 0,6940/50, data dall’incontro dei massimi precedenti e costituenti la trendline discendente, rappresenterebbe l’inversione del trend ancora ribassista, che però sta perdendo momentum.
Resta sostanzialmente solido anche il Dollaro australiano, mentre prova a recuperare terreno anche il Dollaro canadese, sottoposto al martellamento della divisa americana ormai da mesi. Sia la questione Nafta, sia la debolezza dei dati macro hanno ‘pesato sulla valuta nordamericana, anche se ora in area 1,3700 1,3800, sembra che si sia trovato un certo equilibrio, almeno temporaneo. Da qui potremmo anche assistere ad una correzione del biglietto verde. L’indebolimento del Dollaro quello strutturale, però potrebbe partire da queste divise, soprattutto se in Australia e Nuova Zelanda, le rispettive autorità monetarie, dovessero intravedere le prospettive di un rialzo strutturale dei prezzi.
Buona settimana e buon trading
Saverio Berlinzani per ActivTrades.