La seconda settimana di questo 2022 si è chiusa inaspettatamente con le vendite al dettaglio Usa ben al di sotto delle attese che, nella rilevazione del mese di Dicembre, sono scese dell’1.9%, il peggior calo dal Febbraio del 2021, in ragione sia dell’aumento delle infezioni da variante Omicron sia per l’impennata dell’inflazione che ha limitato gli acquisti durante le festività natalizie. I cali maggiori si sono registrati nel commercio di mobili, articoli sportivi e abbigliamento, con una discesa, rispettivamente, del 5.5%, 4.3% e 3.1%. Ma sono scese anche le vendite di servizi di ristorazione e locali di ristoro, nonché i consumi di benzina, con percentuali comunque limitate e intorno all’1%. Di conseguenza anche le stime preliminari relative al sentiment dei consumatori, rilevato dall’Università del Michigan, sono scese a 68.8 in questa prima parte del mese di gennaio, il secondo livello più basso in circa dieci anni, e ben al di sotto delle previsioni.
Il mercato azionario ha chiuso misto con il Dow Jones in negativo mentre S&P e Nasdaq hanno chiuso leggermente positivi. Nel frattempo è iniziata la diffusione delle trimestrali e il comparto bancario sembrerebbe aver registrato un calo dei profitti. Nella settimana entrante continueranno le pubblicazioni delle trimestrali negli Usa, con i risultati di Bank of America, Goldman Sachs, Morgan Stanley, e Netflix. Ma in settimana sono anche attese le decisioni della banche centrali giapponese, cinese, oltre che di Indonesia, Malesia, Turchia e Norvegia. In Europa c’è attesa per la pubblicazione dei verbali della Bce. Aspettiamo i dati relativi al mercato immobiliare statunitense anche se non sono non sottovalutare quelli sull’inflazione in Canada, Uk, e Giappone.
Venendo al Forex, dobbiamo dire che la price action sembra lavorare sul principio “buy on rumors and sell on news” o viceversa, nel senso che quando sono usciti i dati sull’inflazione Usa, al di sopra delle attese, il dollaro, a sorpresa, è sceso (perché probabilmente era stato acquistato in precedenza), mentre venerdì scorso, all’uscita del dato sulle vendite al dettaglio, ben al di sotto delle attese, il biglietto verde ha recuperato (e anche in questo caso la ragione è da ricercare nelle prese di beneficio rispetto alle vendite precedenti il dato stesso). Per il momento la divisa americana, dopo la violazione dei supporti vista la settimana scorsa, resta in un trend al ribasso e quella di venerdì parrebbe solo una correzione. Il trend di ribasso, tuttavia, dovrà essere confermato questa settimana, altrimenti sarà stata l’ennesima falsa rottura di questi ultimi mesi. Tecnicamente i supporti di EurUsd sono posti tra 1.1330 e 1.1350 mentre le resistenze chiave sono a 1.1485-90 area. Sul Cable il supporto chiave è posto a 1.3600 mente il target di medio è in area 1.3820-30. UsdJpy che dopo aver testato il supporto a 113.50 è tornato sopra 114.20 e non deve rompere 115.20-30 per poter confermare il down trend. UsdCad che ha tenuto l’area di 1.2450 ed è ritornato sopra di 100 pips. Le resistenze che non deve rompere, per confermare il trend di ribasso cominciato qualche giorno orsono, sono a 1.2620 e l’area 1.2690-1.27. AudUssd che è vicino ai punti chiave di resistenza, posti tra 0.7310 e 0.7350 mentre al ribasso i supporti cruciali sono posti a 0.7140-50. Analogamente per NzdUsd supporto a 0.6700 e resistenza chiave a 0.6945-55. Il mercato resta perfettamente dollaro centrico e i cross rappresentano per ora dei moltiplicatori di volatilità.
Sul petrolio assistiamo ancora ad accelerazioni rialziste con obiettivi sul doppio massimo a 85.30 e, nel caso di rottura, non è da escludere l’area di 90 dollari al barile. Oro a ridosso della resistenza chiave a 1.830 che, se violata, aprirebbe la strada al ritorno dei massimi visti a metà novembre a 1.875 dollari l’oncia. Il Dollar index, dopo i test di 96.70, è tornato a ridosso dei supporti chiave posti tra 94.00 e 94.30, che non deve rompere se vuole proseguire la sua corsa rialzista di medio termine.
Il mercato non sa ancora che direzione prendere perché se da un lato sembrerebbero confermati i tre rialzi dei tassi negli Usa dall’altro le prime avvisaglie di peggioramento della congiuntura potrebbero intaccare queste previsioni, causando una frenata dell’appetibilità del biglietto verde (se le aspettative di un rialzo del costo del denaro fossero disattese). Ed è proprio questa paura che, a nostro avviso, sta spingendo il dollaro al ribasso. Vedremo se i dati confermeranno i rialzi dei tassi previsti perché, se così fosse, la ripresa del dollaro sarà inevitabile. E’ ancora presto per sbilanciarsi in uno dei due sensi visto che mancano ancora troppi dati macro da qui a fine marzo.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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