I mercati attendono nuovi spunti per ritrovare una direzionalità

Rispetto a ieri mattina, quando avevamo segnalato l’ennesimo sell off sul dollaro, il mercato si è stabilizzato, anche se è pur vero che lo ha fatto con una divisa americana vicina ai minimi e incapace di grandi correzioni, almeno per ora. Ma è altrettanto vero che la discesa del greenback sembra più un fatto dovuto, un qualcosa di inevitabile, ma senza quella impulsività che caratterizza di solito le fasi di trend. L’unico vero trend in atto, e non ci stanchiamo di ripeterlo, a noi pare quello relativo alla forza del dollaro canadese, che spinge persistentemente e fatica anche solo a consolidare. Peraltro, da un punto di vista macro, è un trend che trova la propria giustificazione nelle parole dei banchieri centrali canadesi, i quali hanno mostrato una certa dose di coraggio nel parlare apertamente di tapering, in controtendenza a tutte le altre banche centrali. Il Cad non accenna per ora a correggere, nonostante i dati sul mercato del lavoro abbiano evidenziato una sorprendente debolezza, con il UsdCad che è sceso di 600 pips circa dall’ultima decisione della Boc di fine aprile.

Per il resto, a parte l’accelerazione della sterlina, legata a quanto pare alla mancanza della maggioranza in Scozia per poter indire il referendum di indipendenza dalla Gran Bretagna, gli altri tassi di cambio sembrano comunque sempre legati al trading range degli ultimi due mesi. EurUsd che non riesce a violare l’area di resistenza di 1.2180, ma anche se superasse tale livello, troverebbe poi una formidabile resistenza a 1.2240-50 area. Della sterlina pensiamo che l’area 1.4240-50 possa essere anche superata e spingersi verso quel famoso doppio massimo visto ad inizio 2018 a 1.4360 area. EurGbp che quindi attacca il supporto chiave a 0.8585 90 area, che se violato, aprirebbe ad una discesa più impulsiva con target a 0.8470-75. UsdJpy vicino alla resistenza chiave di 109.00 10 che deve rompere per poter alimentare speranze rialziste, altrimenti potremmo vedere correzioni decise e il ritorno anche sotto quota 108. Ma dovremmo capire se il cambio in questione scenderebbe eventualmente per un aumento dell’avversione al rischio oppure per sola ed esclusiva debolezza generalizzata di dollaro.

Ultimamente la correlazione dollaro centrica sembra essere poco continua e anche quella intermarket pare dello stesso tenore. Ieri per esempio, abbiamo avuto una correzione dei listini Usa, dopo i massimi realizzati nelle ultime sedute da parte del Dow, ma il dollaro non ha reagito, e l’oro è rimasto sui massimi di periodo. A noi sembra che si sia in una fase di stanca, con incertezze significative da parte di chi deve investire liquidità perché le borse oggettivamente sono sempre impiccate sui massimi e se è vero che non scendono è altrettanto vero che faticano a ritrovare quella continuità di qualche tempo fa e “cincischiano” senza trovare effettivamente nuovo slancio. Ma se vendi azionario, dove investi la liquidità? In un mercato obbligazionario a rendimenti zero? In un dollaro che fatica a ritrovare continuità? Difficile, in questa fase, esporsi con grandi certezze, e forse da questo punto di vista, restare un attimo alla finestra e vedere come si evolve la questione Qe versus tapering, potrebbe non essere sbagliato. In fondo neppure i banchieri centrali sembrano avere le idee chiarissime sul prossimo futuro.

Sul fronte dati segnaliamo l’inflazione cinese uscita a +0.9% su base annua, ancora ben lontana dal famoso 2% che la maggior parte delle Banche Centrali vedono come un possibile target di medio termine, mentre su base mensile, nel mese di aprile, l’inflazione è scesa dello 0.3%. Oggi, in programma, segnaliamo lo Zew tedesco, mentre nel pomeriggio avremo pochi dati interessanti, e solo l’Ism di New York e il Jolts job opening sul mercato del lavoro Usa. Sarà invece interessante ascoltare le parole di Bailey della Boe alle 16.30 e soprattutto gli interventi di Williams, Brainars, Daly, Bostic e Harper della Fed, stasera tra le 18.00 e le 20.00. Potremmo assistere ad un aumento della #volatilità di breve termine. Da nono sottovalutare.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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