
La questione della Catalogna continua a essere momento di incertezza. È attesa per lunedì prossimo una dichiarazione formale di indipendenza della regione anche se non è da escludere che comunque la diplomazia politica (Ue e giustamente allarmata) continuerà a lavorare per ricomporre un dissidio che oggettivamente non è cosa bella né piacevole per la stabilità sia della politica che dei mercati finanziari.
Le borse per ora paiono dimenticarsene: le banche centrali quello che avevano da dire l’hanno detto, i dati macro sono confortanti, e la tendenza rialzista sancita anche dai nuovi massimi storici del Dax non trova ancora spazio per la tanto auspicata correzione.
È perfettamente inutile che io ripeta le solite ragioni sulla volatilità bassa, sulle aspettative di continuazione di una crescita robusta livello mondiale, e sulla sostanziale mancanza di alternative al mercato azionario nel momento in cui la rischiosità dei Bond è superiore a quella delle borse se analizzata nel rapporto rendimento /rischio.
Di base, qualche rimbalzo sul obbligazionario è possibile. Resta però la razionalità dei numeri.
Si consideri che un investimento decennale su titoli di Stato vorrebbe i seguenti rendimenti lordi:
2,33% Usa
1,38% Inghilterra
0,46% Germania
2,20% Italia
mentre le borse, invece, dal 29 settembre hanno incassato:
17,3% sul Dax
17,1% su Eurostoxx
28,5% su FtseMib40
14% su SP500
18,6 % su Nasdaq e Dow Jones
17% su Ftse100Uk (qui mi ha aiutato il cambio della sterlina)
Per rompere questo ciclo perverso servono due cose:
– Da un lato deve arrivare una (o più di una) notizia geopolitica che crei incertezza e panico per tutti coloro che continuano a comprare sui massimi. Ovviamente mi auguro che questo non avvenga.
– Dall’altro lato abbiamo bisogno che le banche centrali passino dalle chiacchiere ai fatti e certifichino che l’immissione di liquidità sul sistema è terminata per i motivi già noti (c’è crescita e quindi le economie devono andare da sole).
Questo secondo aspetto è di dialettica politica ed economica e non ha quindi tempi brevi. Pertanto dobbiamo distinguere fra operatività di breve e investimenti di medio/lungo termine.La maggioranza dei lettori di questa rubrica appartiene al popolo dei traders, che attualmente patiscono la compressione di volatilità che rende vischiosa e lenta la navigazione.
I mercati sono fatti anche di questo e dobbiamo accettarlo di buon grado, strumenti come uno stop loss adeguati al contesto (ahimè, probabilmente più stretti) e size proporzionate al conto posso aiutare. Potrebbe essere una strategia adeguata, in caso contrario, per la stagnazione dei range, qualora le escursioni di prezzo si risvegliassero chi si trovasse in posizione opposta ad un ipotetico nuovo trend si potrebbe fare molto male.
La seduta odierna presenta pochi dati macro e pertanto aggiorno i valori di equilibrio/resistenza/supporto per i principali strumenti da me analizzati.
DAX: 12.885 equilibrio-12.970/12.980 resistenza-top 13.031. Supporto 12.847 che coincide anche con area di bottom nel caso la volatilità non si modificasse sostanzialmente.
Eurostoxx: 3582 equilibrio-3590/3595 resistenza-top 3608. Supporto attualmente toccato in questa prima ora di contrattazione 3577, bottom 3558.
FtseMib40: equilibrio 22.550 (quindi attenzione perché ieri abbiamo chiuso a 22.400 e quindi questo è un valore di resistenza piuttosto importante), altra resistenza 22.530 e top a 22.580. Attenzione pertanto ai supporti, che individuo a 22.350-22.300-22.235, con eventuale bottom per incremento volatilità a 22.150.

Buon trading a tutti
Giovanni Lapidari per ActivTrades
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