La guerra valutaria non è terminata. Quale soluzione per evitare una recessione globale?

Ancora in una giornata priva di significati, quella a cui abbiamo assistito ieri, in un mese che, in termini di volatilità, si sta rivelando il meno interessante da alcuni anni a questa parte. Alla faccia del famoso detto “sell in may and go away”. Peraltro, solo sui mercati azionari, si comincia proprio ad intravedere qualcosa di più interessante, dopo che per settimane i prezzi sono rimasti ancorati vicino ai massimi senza mai dare segnali impulsivi di movimenti che fossero poco più di mere correzioni. Nelle ultime sedute invece, sembra di assistere ad una impulsività maggiore con il Dow Jones alla quinta candela daily ribassista, anche se di dimensioni ancora poco significative. I target di questo eventuale movimento, sembrerebbero ben più lontani dei livelli attuali, almeno in area 24.300 24.400, ovvero circa il 3.5% più in basso.

In concomitanza sul Forex, si muove qualcosa sul UsdJpy che potrebbe rompere al ribasso i supporti precedenti registrati in area 109.00 e puntare ai susseguenti obiettivi di 108.50 e 107.75. Se cresce il risk-off, ovviamente alla discesa del dollaro sulla divisa giapponese, non dovrebbe corrispondere quella del Biglietto Verde contro le altre divise che invece potrebbero ancora subire la pressione rialzista della divisa americana in relazione all’uscita di capitali e liquidazioni di posizioni dei carry-trades di queste valute contro Jpy, come AudJpy, GbpJpy, NzdJpy, CadJpy che ancora vengono assimilati a carry-trades pur non essendoli nel senso classico del termine, in relazione al fatto che la maggior parte delle valute ormai viaggia su tassi zero o molto bassi.

Comunque, non possiamo dire che la tensione sia ai massimi livelli, sebbene le condizioni affinché questa possa crescere, ci sono tutte, da quella tra Cina e Usa, che vanno avanti a forza di dichiarazioni di ritorsioni, alla Brexit e per finire alle incertezze politiche del vecchio continente. Ieri la Cina ha dichiarato di voler limitare fortemente le esportazioni dei metalli delle cosiddette “terre rare” verso gli Usa, replicando ovviamente alle precedenti affermazioni di Trump sull’aumento delle tariffe, e anche se ormai anche altri paesi sono in grado di estrarre questi metalli, tanto che la Cina stessa, da essere quasi monopolista negli anni scorsi, oggi detiene il 37% delle quote di mercato di queste estrazioni, rispetto al 90 di 5 6 anni orsono. Il Giappone ha trovato un enorme giacimento qualche anno fa ed è questa probabilmente la ragione dell’accordo che Trump vuole stipulare sul commercio con il paese del sol levante. È in atto quindi una frenetica attività diplomatica per costruire alleanze geopolitiche, tra i due colossi che ormai governano il mondo.

La guerra valutaria non è di certo terminata, anche se alla fine, lo stiamo dicendo da qualche tempo, la soluzione, per evitare una recessione globale, sarà quella di deprezzare il dollaro eliminando i dazi, la soluzione ideale per Trump, che così eviterebbe di arrivare ad elezioni con l’economia in crisi.

Sulle altre valute, non c’è molto da segnalare. Aud e Nzd fanno fatica a risalire la corrente, e restano appena sopra i minimi dell’anno, così come l’EurUsd, incapace di riprendersi per il delta tasso che pesa, e per l’incapacità cronica della Ue di crescere stabilmente e uniformemente. Ma è il problema che da sempre colpisce questa Unione Monetaria, le cui divisioni interne e gli obiettivi differenti tra i vari paesi, la rendono fragile e sempre più inconsistente economicamente. Tra le valute che osserviamo raramente, ma che possono essere, almeno in questa fase interessanti, segnaliamo EurNok che ha raggiunto degli interessanti livelli al rialzo intorno a 10.00 e che potrebbe da questi livelli sentire le resistenze e cominciare a ripiegare nel medio termine. Vi è anche uno swap positivo che non fa mai male.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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