La Federal Reserve alza i tassi d’interesse. Queste le reazioni dei mercati

Come ampiamente previsto, la Federal Reserve ha alzato il costo del denaro portando i Fed Funds allo 0.50% dallo 0.25% precedente. Si tratta del primo rialzo dal 2018. Sia nello statement, sia nella conferenza stampa, Powell ha evidenziato come l’inflazione sia e rimanga, almeno nel breve termine, il problema con cui ci si deve confrontare. Il Presidente ha però poi dichiarato, in conferenza stampa, che i prezzi cominceranno a scendere nella seconda metà dell’anno, mentre nel breve periodo resterà probabilmente al di sopra degli obiettivi della banca centrale. La stabilità dei prezzi rimane uno degli obiettivi primari dell’Istituto.

Per quanto riguarda i vari aggregati economici, Powell ha ribadito come il mercato del lavoro si trovi in una condizione decisamente positiva, così come gli altri indicatori segnalano che l’economia cresce a ritmi sostenuti. Il Presidente ha poi ricordato che vi saranno altri rialzi del costo del denaro, che potrebbero essere anche di più del previsto, nel caso in cui l’inflazione dovesse persistere ai livelli attuali. Le incognite derivano dalla guerra, i cui effetti non sono chiari, ma estremamente incerti, ha aggiunto il governatore, che poi si è detto pronto insieme al board a ridurre anche il bilancio, ovvero la Fed dovrà cominciare a vendere i titoli che ha comprato negli ultimi anni, per sostenere l’economia e immettere liquidità nel sistema.

La reazione dei mercati, che pareva inizialmente dar ragione a chi sostiene il rialzo del dollaro, è stata quella di vedere un dollaro scendere contro le principali valute, eccetto UsdJpy che rappresenta però il rapporto ideale che ancora si muove sulle aspettative legate ai tassi di interesse, è quindi è l’unico che pare realmente assumere una configurazione fondamentale che pare logica se osserviamo i dati. In Giappone c’è deflazione, con i prezzi che su base annua crescono dello 0.5%, e lo stesso Kuroda ha ammesso che la Boj dovrà mantenere un approccio espansivo su larga scala. Il che significa che il UsdJpy sembra avere una sola strada, almeno per ora, ed è quella rialzista. Tecnicamente la rottura di 118.70 sembra aprire la strada ai test di 120.00 e 121.50 anche se siamo già ora su livelli di eccesso che sembrerebbero meritare qualche correzione, ma la strada sembra segnata.

Sulle altre coppie valutarie, invece abbiamo assistito ad un bel movimento contrario al dollaro, come se in questo momento, dell’analisi del delta tasso non importasse a nessuno, ma il mercato sembra ancora orientato a seguire la price action dettata dalle notizie che arrivano dal fronte geopolitico. E in queste ultime ore si sono aperti spiragli nei negoziati tra Russia e Ucraina e sembra si possa giungere ad un accordo, un compromesso accettabile per entrambe le parti che creai una zona di cuscinetto con l’Ucraina neutrale ma comunque con un proprio esercito, e non aderente alla Nato e dall’altra parte assicurare la garanzia di sicurezza al paese invaso, come richiesto dal suo Presidente. Vedremo se finalmente ciò porterà ad un cessate il fuoco.

Il mercato, dicevamo, vede un dollaro scendere con l’Euro sopra 1.1000 e il Cable in area 1.3160, così come sono salite le oceaniche. La nostra impressione è che fino a quando vi sarà ancora la guerra, ogni notizia verso un eventuale cessate il fuoco alimenterà la discesa del dollaro e solo alla fine delle ostilità si tornerà a ragionare, almeno sui cambi, con il consueto approccio legato all’evoluzione dei tassi di interesse.

Sul fronte materie prime invece,dopo la grande discesa dell’oro che addirittura ha toccato un minimo sotto 1900 siamo tornati in area 1.930, mentre il petrolio resta sotto quota 100 a 95.

Oggi è il giorno della Bank of England che dovrebbe portare i tassi allo 0.75% dallo 0.50%. La sterlina ha anticipato ed è salita già ieri. Vedremo se romperà i punti chiave sia contro dollaro sia contro euro oppure se si muoverà secondo il principio del buy on rumors and sell on news.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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