La Fed e la Bce non sorprendono i mercati

La giornata di ieri, presentata da molti come una seduta caratterizzata da alta volatilità, data la presenza di dati macro rilevanti, si è invece rivelata meno movimentata del previsto, e la ragione è da ricercare proprio nell’annullamento di forze uguali e contrarie che alla fine si sono neutralizzate, generando movimenti apparentemente volatili, poi facilmente rientrati nei soliti trading range che viviamo da settimane.

Ha cominciato la Bce prima, lasciando i tassi invariati, quello dei prestiti, fermo allo 0.25% come da attese, quello di rifinanziamento, a 0%, e infine quello di deposito a -0.40%. Nello statement si legge che prevede di mantenere i tassi ai livelli attuali fino alla fine del 2019 e per tutto il tempo necessario a garantire la convergenza dell’inflazione verso i suoi target naturali del 2%. Nella successiva conferenza stampa Draghi ha dichiarato che i membri del Consiglio Direttivo sono unanimemente concordi che è in atto un indebolimento dell’economia dovuta ad un calo della domanda estera con rischi orientati al ribasso. Per tale ragione la politica monetaria rimarrà accomodante anche se la Bce sta analizzando gli impatti dei tassi negativi sui profitti bancari. Ha poi ribadito che i dettagli del TLTRO saranno annunciati nelle prossime riunioni e ora è troppo presto per parlarne.

L’EurUsd ha fatto registrare un calo mentre Draghi parlava, fino a 1.1229 per poi correggere e riposizionarsi sui massimi successivamente, ovvero quando sono state pubblicate le minute della Fed che hanno controbilanciato le parole di Draghi. Di fatto, tecnicamente la moneta unica resta, nei confronti del dollaro, nel range, ma osservando i grafici di medio termine, si osserva la costruzione di minimi crescenti e una certa compressione che sembra andare al breakout rialzista che viene confermato anche sui grafici daily con obiettivi che sembrano essere posizionati in area 1.1340 e, nel caso di violazione a 1.1450.

Venendo alla pubblicazione delle minute della Fed, si legge che i membri del Comitato hanno previsto stabilità nei tassi per il 2019, con un approccio paziente che ne caratterizzerà l’azione. Una parte dei membri però ha ribadito di essere incerta sull’evoluzione dei tassi con possibilità che questi possano salire ma anche scendere entro la fine dell’anno in corso.

Sulle altre questioni sul tavolo, ovvero la Brexit e i dazi, assistiamo al solito balletto di responsabilità e di dichiarazioni, anche se per quanto riguarda gli accordi del Regno Unito con la Ue, Theresa May sembrerebbe orientata ad accettare una estensione della Brexit di 9-12 mesi, in accordo con la Ue stessa. Dell’incontro la May ne parlerà probabilmente domani attraverso una relazione al Parlamento britannico.
Sul fronte dati segnaliamo che le stime del Pil inglesi del mese di febbraio hanno evidenziato una crescita dello 0.2% superiore alle attese e su base annua del 2% contro il +1.7% delle previsioni. Anche la produzione industriale ha fatto registrare un incremento positivo così come la produzione manifatturiera, entrambe superiori alle attese, mentre solo la bilancia commerciale ha fatto registrare un passivo, segno che la domanda interna tira ancora e di più di quella estera. La sterlina ha reagito positivamente, con il cambio contro dollaro tornato sopra 1.3100 con 1.3120 30 prima resistenza a cui segue l’area di 1.3180 90.

Sul fronte dati segnaliamo anche un incremento della produzione industriale in Italia a febbraio, +0.8% contro -0.8% atteso, un segnale positivo dopo qualche mese di dati decisamente peggiori rispetto ai consensus. Nella notte sono usciti i dati sul CPI cinese, in linea con le attese a + 2.3% su base annua che fa ben sperare che la recessione sia scongiurabile. I mercati azionari tengono e non danno segnali di aumento deciso e chiaro del risk off. Questo è un buon segnale per l’anno in corso.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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