L’Euro frena la discesa ma il dato Payrolls di oggi potrebbe ridare forza al Dollaro

Si ferma, almeno temporaneamente, l’emorragia sulla moneta unica, che per il momento, è riuscita a contenere la pressione ribassista che aveva spinto i prezzi ieri fino in area 1.0160.

Il mercato ha trovato un poco di pace e ha vissuto una giornata di consolidamento, tipica dopo movimenti così violenti come quelli degli ultimi giorni, in cui di fatto la price action ha oscillato tra 1.0145, e l’area di 1.0220, circa 75 pips di oscillazione. A contribuire alla fase di consolidamento, le dichiarazioni che sono uscite, da parte di alcuni portavoce della Bce, relativamente al fatto che il board avrebbe discusso di un rialzo dei tassi superiore ai 25 punti base per il mese di luglio. Tuttavia, pare che, considerando i vari orientamenti, le autorità monetarie propendano per un rialzo di 25 punti base.

La giornata però è stata caratterizzata da un’altra notizia che è giunta sui mercati e che è rappresentata dalle dimissioni di Boris Johnson che non aveva più la maggioranza all’interno del Governo dopo le dimissioni di diversi membri all’interno dello stesso. E così il Primo Ministro ha rassegnato le dimissioni, mettendo fine ad un periodo politicamente turbolento per la Gran Bretagna. La notizia è stata accolta favorevolmente dai mercati e la sterlina ha recuperato un centinaio di pips contro dollaro, in ragione di prospettive migliori che emergono da un punto di vista delle relazioni con altri paesi, specie con la Ue, con la quale Johnson aveva avuto spesso uno scontro più che un confronto. A sostenere la valuta anche le prospettive di un taglio repentino delle tasse e un aumento della spesa per sostenere l’economia, che appare in fase di rallentamento.

Cable a 1.2000 in recupero, anche se per ora parziale e correttivo. A scendere è stata l’EurGbp arrivata a 0.8450 con un brusco calo che sembra aver riportato la moneta unica sotto tensione anche sui cross. Tra le altre valute, poco da segnalare con lo Jpy, Aud, Nzd e Cad tutto sommato stabili e all’interno dei range degli ultimi giorni. Non sembrano esserci le condizioni per movimenti impulsivi e tutta l’attenzione resta sulla moneta unica, la quale invece resta volatile e in trend decisamente ribassista, non lontano dai supporti chiave e neppure dal livello psicologico di parità che potrebbe essere a tiro nelle prossime sedute.

E a contribuire a questa spinta verso il basso, potrebbe essere il dato sui payrolls, atteso per oggi pomeriggio, e che potrebbe dare ulteriore fiato al biglietto verde, specie dopo le ultime dichiarazioni dei membri Fed che continuano a calcare la mano sul rialzo tassi. Se i dati fossero particolarmente positivi, qualche analista parla di un rialzo dei tassi, da parte della Fed, anche dell’1% nella riunione di Luglio, il che darebbe nuova benzina al biglietto verde per ulteriori strappi al rialzo. Perché ormai è così. Su ogni time frame si è in eccesso di ipercomprato di dollari, ma siamo nella classica condizione di vedere strappi su strappi che vanno a cercare stop loss di posizioni di medio e lungo periodo. Chi si azzarda a vendere divisa americana alimenta questa spirale perché posiziona stop loss sopra i massimi che puntualmente poi il mercato va a cercare e a colpire. Del resto il movimento naturale privilegia il rendimento superiore del biglietto verde, oltre alla sua caratteristica di valuta rifugio in un periodo di alta inflazione e guerra. Per cui le correzioni, che comunque si manifestano durante le varie sessioni, si fermano sui primi supporti di dollaro, che appena si gira, viene immediatamente ricomprato. Per invertire questo trend devono succedere molte cose, che oggi non sembrano possibili, tra cui un rialzo dei tassi in Europa, superiore alle previsioni, una recessione negli Usa più importante di quella che probabilmente avremo in Europa, e ciò sembra altrettanto improbabile, e dichiarazioni forti da parte delle banche centrali per impedire il collasso delle altre monete, che continuano ad importare inflazione. Delle tre, forse l’ultima sarebbe possibile, ma forse dovremo aspettare di vedere l’Euro sotto la parità per ascoltare qualcuno che cominci a difendere il tasso di cambio, ora in caduta libera. Allacciamoci le cinture.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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