L’estate sui mercati sarà bollente. Troppi temi sul fuoco, la volatilità si alzerà rapidamente. Cosa dobbiamo aspettare

Qualcosa, nelle ultime ore, rispetto al classico refrain delle ultime 6/7 settimane, sembra cambiare. L’Euro e la sterlina paiono aver trovato una base intorno rispettivamente alle aree comprese tra 1.1660 e 1.3300 e pur nella difficoltà a superare le prime chiare resistenze, poste in area 1.1740 e 1.3420, la price action sembra dare qualche speranza ai venditori di dollari.

Ad alimentare queste possibili ulteriori correzioni, sono le dichiarazioni che emergono dalla Bce, su una possibile uscita dal Qe in questo mese di Giugno, in occasione della decisione sui tassi da parte delle autorità monetarie europee. Sarebbe certamente una novità importante, che dimostra come i dati sull’inflazione francesi e tedeschi, stiano motivando questa presa di posizione. E’ altrettanto chiaro che sono presenti dei rischi, rappresentati dal nostro paese, una incognita con cui l’Europa dovrà confrontarsi.

Il nuovo Governo infatti, andrà in Europa per cambiare il paradigma utilizzato fino ad ora, nella gestione degli affari nostrani, ovvero l’austerità e un eventuale uscita dal Qe ora, appare come togliere il paracadute in un momento in cui ve ne sarebbe una grande necessità.

Nel mese di maggio a Bce, praticamente uno dei pochissimi compratori dei titoli di Stato rimasti, da quando i tassi sono negativi, ha dovuto, per questioni legate a scadenze tecniche, acquistare una enorme quantità di bund, diminuendo dall’altra parte gli acquisti di Btp. Ragion per cui lo spread è salito anche per questa ragione.

Ieri il Senatore Monti ha messo in guardia il governo Conte, prospettando per il nostro paese, addirittura l’arrivo della Troika. Insomma, se da un lato il rialzo dell’euro è possibile nel caso di uscita dal Qe, non bisogna dimenticare che un’eventuale escalation della tensione politica nel vecchio continente spingerebbe l’Euro al ribasso, in correlazione specifica, come abbiamo già intravisto nei giorni in cui sembrava impossibile arrivare alla costruzione di una coalizione. Pertanto, almeno fino a quando non si chiariranno questi aspetti, l’Euro rimane potenzialmente a rischio, e da vendere su ogni rialzo. Per quanto riguarda le altre valute, dipendono necessariamente dalla price action della moneta unica, pur osservando una tenuta delle oceaniche e una ripresa del dollaro canadese. Soprattutto Aud ha beneficiato stanotte del Pil del primo trimestre, a +3.1% su base annuale e + 1% su base trimestrale, migliore delle attese, con il dollaro australiano tornato sul doppio massimo a 0.7670.
Nel breve termine quest’area diventa cruciale per poter modificare lo scenario anche di medio. Nel caso di una rottura chiara e decisa, assisteremmo ad una accelerazione probabile fino a 0.7800. Nzd è vicino ai livelli chiave a 0.7050, la cui rottura aprirebbe scenari differenti, con target posti in area 0.7100 seguito da 0.7150.

In questo scenario di possibile debolezza di dollaro, non dobbiamo escludere invece una ripresa del UsdJpy, che, complice la ripresa dei mercati azionari Usa, si avvicina alle prime resistenze chiave poste in area 110.00 10 con possibili accelerazioni, in caso di breakout con nuovi target posizionati in area 110.50 60. Insomma, non viviamo una fase di correlazione classica, perché vi sono tante incognite, che alimentano la formazione invece di una correlazione atipica appetito o avversione al rischio, che si alternano.

Vi è poi il dollaro canadese, che ieri è sceso sul dato negativo sulla produttività, ma che poi ha ripreso a salire dopo le dichiarazioni di un possibile accordo personalizzato all’interno del Nafta, con gli Stati Uniti. L’eventuale rottura di 1.2900 potrebbe aprire la strada al ritorno di 1.2750. Insomma, qualcosa di sta muovendo, anche se siamo quasi certi che questa sarà una estate bollente. Troppi temi sul fuoco, la volatilità si alzerà rapidamente. Dobbiamo solo aspettare.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

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