L’economia USA è in recessione tecnica. Cosa aspettarsi dai mercati?

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La vera novità di ieri, giornata successiva alla decisione sui tassi da parte della Fed, è rappresentata dal dato Usa sul Pil del secondo trimestre, che, nella prima rilevazione, ha evidenziato un calo dello 0.9%, decisamente al di sotto delle aspettative, che erano per un incremento dello 0.5%. Hanno pesato su consumatori e imprese, una inflazione ancora troppo elevata, unitamente alle persistenti pressioni sulla catena di approvvigionamento. Un dato sorprendente che fa coppia con un Pil negativo già presente nel primo trimestre, uscito a sua volta a -1.6%. Ciò conferma l’esistenza di una recessione tecnica, prevista quando il Prodotto interno lordo reale mostra una variazione negativa per almeno due trimestri consecutivi.

Se a ciò aggiungiamo le parole di Powell che ieri ha ricordato che, ancora non si sono visti gli effetti degli ultimi due rialzi dei tassi da 75 basis points ciascuno, possiamo immaginare quali saranno i numeri quando questi effetti cominceranno a farsi sentire. Si comprende quindi il perché Jerome Powell ieri, nella seconda parte della conferenza stampa, si sia focalizzato sul rallentamento della congiuntura, cercando comunque di rassicurare i mercati.

In ogni caso ciò ha avuto come riflesso una discesa del dollaro, contro tutte le valute concorrenti, anche se poi in realtà l’Euro, solo lui, ha ripiegato dopo la pubblicazione dei dati sulla fiducia del settore industriale e dei servizi, scesi in concomitanza con una inflazione ancora in salita in Germania (+7.5% su base annuale e +0.9% su base mensile), il preludio ad una possibile stagflazione nel vecchio continente.

In serata però l’EurUsd si è nuovamente ripreso superando quota 1.0200 nella notte durante la sessione asiatica. Sulle altre valute, da segnalare la discesa a 133.00 di UsdJpy, quasi 450 pips di discesa rispetto ai massimi di mercoledì sera a 137.50, mentre le oceaniche hanno recuperato anch’esse qualcosa. Cable a ridosso di 1.2200 grazie all’EurGbp che è sceso in area 0.8350 per poi chiudere qualche pips più alto.

Siamo sempre in balìa di notizie macro o delle dichiarazioni dei banchieri centrali, quindi non ci meravigliamo nell’osservare queste price action, che a dirla tutta, assomigliano a dei climax di fine movimento, con alta volatilità a ridosso di estremi. Ci stiamo avvicinando a grandi passi alla fine del mese per entrare nel periodo più delicato, Agosto, che spesso in passato ha generato, specie negli anni ad alta volatilità, un ulteriore moltiplicatore di movimenti, a causa anche della riduzione di liquidità dovuta alle ferie estive in occidente.

Nella notte, dicevamo, i principali listini asiatici sono scesi, con l’Hang Seng in calo del 2.5% così come il Nikkei, in ribasso dopo tre sedute consecutive di correzione. Torna la paura e il risk off? Non possiamo escluderlo, e il UsdJpy potrebbe rappresentare il termometro giusto per capirlo.

Il petrolio intanto resta vicino ai supporti chiave ma non riesce a sfondarli, il che potrebbe rappresentare una svolta sotto tanti punti di vista. I livelli chiave sono posti a 90.00.

Sul fronte dati la settimana si chiude con la disoccupazione e il Pil in Germania, ancora il Pil in Francia e Spagna e per Eurozona, mentre nel pomeriggio attenzione al Prodotto interno lordo canadese e ai dati su redditi e spese personali negli Stati Uniti. Si prosegue poi con il Price consumer expenditure che Powell due giorni sono ha dichiarato essere uno dei dati più importanti per comprendere lo stato di salute dell’economia a stelle e strisce. Si chiude poi con il Chicago Pmi e gli aggregati redatti dall’Università del Michigan. Insomma, tanta carne al fuoco e mercato che rimarrà, almeno nel breve, estremamente volatile.

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Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

Chi è ActivTrades

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Dal suo quartier generale, situato nella City di Londra, ActivTrades offre i suoi servizi a una vasta clientela globale che, negli anni, ha potuto apprezzarne l’innovazione continua, l’eccellente ambiente di trading e un’efficace gestione del rischio.

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