Parte oggi la terza settimana operativa di questo Gennaio 2020, che per ora non ci ha raccontato, per dire la verità, molto. Abbiamo capito che il tanto temuto crollo del dollaro, di fatto, almeno per il momento, non pare esserci, così come quello dei mercati azionari Usa, alle prese con il raggiungimento di nuovi massimi ad ogni sessione.
L’economia Usa non mostra alcun segnale di rallentamento strutturale, e anche se vi sono avvisaglie che un timido rallentamento del mercato del lavoro possa anche essere all’orizzonte, ciò potrebbe apparire semplicemente come una correzione, considerati i livelli raggiunti dall’occupazione stessa. Ciò che preoccupava gli analisti era il settore manifatturiero, ma gli ultimi dati sulla produzione manifatturiera del mese di Dicembre hanno evidenziato una ripresa dello 0.2% rispetto ad un consensus negativo, a dimostrazione che potrebbe esserci una correzione ma per ora non si intravede alcun segnale di rallentamento marcato come qualcuno ipotizzava. Certo le cose potrebbero cambiare in ragione del fatto che ora, tutte le notizie positive immaginabili, ormai sono nei prezzi, ovvero l’accordo Usa Cina sui dazi, le allentate tensioni geopolitiche in Medioriente, i dati macro che ancora sembrano promettere tenuta, le borse sui massimi, il dollaro forte, prezzi delle materie prime che restano sostenuti, la liquidità che non sembra finire mai. Forse i pericoli potrebbero arrivare nelle aree che dovessero evidenziare ulteriori rallentamenti e che hanno già tagliato i tassi fino a renderli negativi. Ecco in quel caso ci troveremmo di fronte all’impossibilità di azione da parte delle banche centrali di quei paesi, e giocoforza viene spontaneo pensare alla Bce e al fatto che di fronte a pericoli sul fronte crescita, non avrebbe più gli strumenti adatti ad affrontare la crisi, trovandosi in una condizione di trappola della liquidità, nella quale la politica monetaria di un paese non riesce più ad esercitare alcuna influenza sulla domanda aggregata. L’offerta di moneta in circolazione è già enorme e anche se non crea inflazione, tale condizione ha dimostrato di non riuscire, per il momento a riportare la crescita in certi paesi, tra cui il nostro, ma forse ne potremmo inserire in questa lista altri, tra cui la Francia. In ogni caso questa settimana è attesa la decisione della Bce che lascerà presumibilmente i tassi invariati, ma il dibattito, soprattutto in seno alle autorità monetarie è già avviato da tempo. Alcuni falchi della Bce, tra cui Holzman ritengono che sia pericoloso tagliare ancora i tassi o ridurli ulteriormente, per i rischi e i pericoli tra l’altro in seno al settore bancario. Staremo a vedere.
A livello di prezzi, siamo sempre nei trading range della settimana scorsa, con un leggero rafforzamento del biglietto verde che però potrebbe accelerare. Nel caso in cui il Dollar Index infatti, rompesse quest’area a 97.30, potremmo assistere ad una accelerazione e a un rafforzamento fino a oltre 98.00, a 98.14, il massimo visto il 29 Novembre scorso. Se così fosse aspettiamoci un EurUsd a 1.1000 nuovamente, con Cable in ribasso mentre le oceaniche per il momento sembrano tenere meglio delle altre valute. UsdCad sempre debole, in attesa della decisione della Boc questa settimana (attesi tassi invariati all’1.75%) e Jpy che non accenna a riprendersi anche se per ora ha trovato un certo equilibrio contro dollaro in area 110.00 110.50. Interessante altresì osservare le posizioni sul Cot relativo ai future su cambi, che indicano un aumento delle posizioni short Jpy la settimana scorsa da parte di istituzionali, a 31.400 contratti, ovvero circa 3.7 miliardi di controvalore in dollari (ricordiamo che il Cme sulle valute è un campione che non arriva al 5% dei volumi totali, con le posizioni sul cash sono quindi circa 20 volte superiori). Le posizioni short su EurUsd sono diminuite da 61.700 a 48.200, ovvero da circa 7.2 miliardi a 5.7 miliardi di Euro.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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