Mercati stabili nella seduta di ripresa dopo le vacanze pasquali, ovvero una sessione priva di grandi spunti tecnici e/o movimenti erratici, fatta salva una ulteriore discesa dello Jpy che continua a sprofondare senza soluzione di continuità contro le principali valute. E a nulla sono servite la parole del Ministro delle Finanze giapponese Suzuki che ha messo in guardia i mercati dalle cadute troppo rapide della divisa giapponese. E’ di certo una discesa, quella della moneta del paese del sol levante che è principalmente dettata dal fatto che nell’arco del 2022, il delta tasso tra dollaro e Jpy arriverà ad essere circa il 2.25% almeno, il che significa che gli investitori, giocoforza, andranno a privilegiare investimenti in divisa Usa e finanziamenti in Jpy, con un rendimento positivo interessante, considerati quelli degli ultimi anni sul mercato valutario. Un nuovo carry trade finalmente, il che finalmente farà tornare lo Jpy la classica valuta rifugio, caratteristica persa dal 2010 in poi, dato che i Qe delle banche e i tassi a zero avevano di fatto annullato i delta tassi.
La discesa dello Jpy, se osservata tecnicamente, è giunta alla settima settimana consecutiva di ribasso. E il movimento è stato ormai di 1400 pips, pari a circa l’11.5% in poco più di un mese. E dal gennaio 2021, il cambio UsdJpy è salito da 102.70 a 129.43 ovvero quasi il 20% di movimento. Se osserviamo i livelli, dopo il superamento di quota 126.50, i target sembrano essere i massimi del gennaio 2002 quando si arrivò al test di 135.25, quindi mancherebbe ancora un altro 5.5% – 6%. Ci arriveremo? E se si quando? E la Boj dirà qualcosa? E sopra 135.25 i livelli successivi sono posti, udite udite, a 147.70 del settembre 1998, appena prima della crisi Russa (che caso), che costrinse il governo e la banca centrale a svalutare e a non riuscire a rimborsare il debito sovrano, con ripercussioni sui paesi limitrofi e con conseguenze che poi generarono il collasso del UsdJpy da 147.50 a 108.35 nel giro di 5 mesi appena. Corsi e ricorsi storici? Questa volta, a differenza di allora, se non altro, dopo una svalutazione violenta, il rublo ha recuperato e ora naviga in area 80.10 dopo aver visto anche 128.00. Per ora quindi, lo Jpy scende e non mostra alcun segno correttivo sostanziale a parte qualche presa di beneficio come stamattina, con 130 pips di correzione temporanea, metà dei quali già recuperati.
Sul fronte delle altre valute, stabilità vicino ai minimi di EurUsd appena sopra quota 1.0800, del Cable, appena sopra 1.3000, e generale forza di dollaro contro Cad, e oceaniche. Franco svizzero che resta più debole del dollaro e continua a sotto-performare. Ovviamente salgono i cross contro Jpy, e nulla sembra poterne arrestare la corsa. Senza un intervento, almeno verbale della Boj, la discesa non si fermerà, ma attenzione perché la Banca Centrale Giapponese, le valute le ha sempre sapute trattare e assai bene, facendo profitti enormi nel medio e lungo termine. Ricordate quando la Boj comprava UsdJpy tra 85 e 75 tra il 2010 e 2012 e la maggior parte dei commenti erano di critica verso le autorità monetarie del paese del sol levante perché secondo tali opinioni, la speculazione non si sarebbe potuta sconfiggere? Oppure, come qualcuno di voi ricorderà, quando negli anni ’90 vendeva UsdJpy a miliardate tra 130 e 140? Ecco, attenzione perché ci avviciniamo a livelli oltre i quali Tokyo comincia leggermente ad essere infastidita da tali movimenti. E pertanto si deve restare assai vigili sui movimenti dello Jpy.
A livello geopolitico nessuna novità. La diplomazia sembra sotterrata dalle bombe e dei devastanti attacchi dei russi a sud est dell’Ucraina, nel Donbass anche se i mercati sembrano essersi assuefatti anche alle notizie di bombardamenti e morti. E’ assurdo ma è la realtà. I dati, seppur evidenzino ancora una congiuntura Usa favorevole, non sembrano influenzare i prezzi, mentre sul fronte delle materie prime, ribasso di petrolio e ora nella sessione di ieri. Niente di che, ma il petrolio tornato a ridosso dei 100 dollari dopo una puntata sulle resistenze a 108 e il gold è tornato giù 50 dollari dopo il test di 2.000 dollari, decisamente respinto, almeno per ora.
Oggi il solo dato rilevante, sarà l’inflazione canadese, e i soliti interventi di Evans e Daly della Fed che ci ricorderanno quanto già sappiamo ovvero che i Fed Funds, saliranno all’1% il prossimo 28 Aprile.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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