
Se da un lato, la giornata di ieri ha confermato quanto già sappiamo dai dati, dalle prospettive di politica monetarie delle banche centrali e dalle questioni che influenzano in generale le price actions, compresa una guerra che non accenna minimamente ad arrivare ad una soluzione diplomatica, dall’altro notiamo che ogni giorno che passa, si aggiunge un tassello a quanto andiamo dicendo da giorni e settimane, ovvero che la congiuntura macroeconomica, nei vari paesi, comincia a risentire chiaramente degli effetti della guerra, delle sanzioni, e di una inflazione trainata dalle materie prime che non accenna per ora a diminuire.
In Europa, la Commissione ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita, proprio per le ragioni appena sopraccitate, con un taglio importante nel 2022 e 2023 per l’intera Eurozona, dal 4% al 2.7% quest’anno e dal 2.8% al 2.3% il prossimo. L’inflazione è prevista al 6.1% nel 2022 e al 2.7% nel 2023. Negli Usa, ieri è uscito l’indice del settore manifatturiero dell’area di New York che ha evidenziato un calo a Maggio a -11.6 contro il +24.6 del mese precedente, mentre nella notte in Cina erano usciti dati in ribasso su produzione industriale e vendite al dettaglio.
Questo scenario, che è previsto allargarsi, in termini di dati peggiori delle attese, dovrebbe a rigor di logica penalizzare gli asset più rischiosi, in primis la borsa, e nel medio termine però anche le materie prime che invece nel breve, risentono ancora dell’onda lunga del rialzo dei mesi scorsi con un petrolio che ha raggiunto e superato ancora una volta quota 110. In ogni caso a tendere il calo della domanda, presumibile, dovrebbe portare ad un ridimensionamento delle materie prime e anche del dollaro che ancora continua a pressare le valute concorrenti consolidando vicino ai massimi. E tutto questo nonostante, ancora una volta, Villeroy della Bce abbia messo in guardia i mercati dal vendere ulteriormente Euro, in ragione del fatto che il suo deprezzamento va contro gli obiettivi di stabilità dei prezzi delle autorità di Francoforte.
Euro che però ha corretto ma non è stato in grado di rompere neppure le prime resistenze poste a 1.0470 80 area. La tendenza resta solo ribassista perché non vi è una ragione per vendere dollari ancora, anche se qualche crepa nella congiuntura Usa comincia ad intravedersi, ma non è sufficiente a modificare il trend in atto. Con il petrolio a 110 a beneficiarne è il dollaro canadese che contro Usd ha violato 1.2900 scendendo sotto 1.2880 anche. Rimangono deboli anche i cross dell’euro nonostante una partenza di seduta con il otto in ragione di una discesa della sterlina e jpy che hanno portato EurGbp ed EurJpy sulle resistenze, ma poi progressivamente la moneta unica è tornata a scendere anche sulle due valute. La sterlina resta debole, nonostante gli eccessi di ipervenduto su tutti i time frame, ma fino a quando non cominceremo a vedere dati inflattivi e parole dei banchieri centrali inglesi più rassicuranti, sarà difficile vedere gli Istituzionali chiudere le enormi posizioni short che sono state aperte, come ci raccontano le posizioni sul cme a Chicago, quasi 10 miliardi di sterline solo sui futures che rappresentano una porzione parziale dei volumi minore del 10% del totale. Se tanto mi dà tanto…… Sullo Jpy non c’è molto da dire, trading range in consolidamento e secondo noi manca qualcosa al ribasso su UsdJpy prima di poter riparlare di trend verso nuovi massimi, che restano comunque in area 135.50 nel medio termine.
Sul fronte dati oggi, giornata interessante con disoccupazione Uk in apertura dei mercati europei, a cui farà seguito il dato sull’occupazione di Eurozona, unitamente al Pil del primo trimestre. Nel pomeriggio attenzione alle vendite al dettaglio Usa, oltre alla produzione industriale e manifatturiera americana. Tra i banchieri centrali Lagarde e Powll sono attesi più di altri.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell'analista

Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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