Conflitto Russia e Ucraina. L’Europa rischia di pagarne lo scotto più pesante

In un mercato che resta abbastanza stabile nonostante la tensione sia palpabile, gli unici veri asset che paiono in trend, tra quelli che seguiamo, sono il petrolio e l’Euro, che si muovono in correlazione inversa decisamente alta in questi giorni. Per il resto assistiamo a movimenti anche volatili ma tutto sommato nei range delle ultime settimane.

Sulla questione geopolitica, questa notte la Russia, pare abbia attaccato la Centrale nucleare di Zaporizhzhia, ma la IAE ovvero l’Ente internazionale di energia atomica ha dichiarato che non vi sarebbe fuga di radiazioni dal sito. In ogni caso la tensione continua a salire e sembra rendere vano ogni piccolo tentativo di accordo. A tal proposito, il secondo incontro tra Russia e Ucraina ha prodotto un timidissimo risultato, almeno per ora, ovvero si è pensato di aprire un corridoio umanitario per i civili, anche attraverso un temporaneo cessate il fuoco. Si è poi programmato un terzo incontro per i prossimi giorni. Niente di sostanziale ma è un piccolo spiraglio in una situazione ingarbugliata, con l’Europa che rischia di pagarne lo scotto più pesante.

Tornando ai mercati, il petrolio ha toccato il livello di 115 dollari che non si vedeva dal 2011 per poi ritracciare e chiudere in area 108.00. Siamo vicini a livelli di panic buying, se dovesse peggiorare la situazione geopolitica, e se questi livelli dovessero perdurare per lungo tempo, ben presto potremmo intravedere un calo della crescita economica e il ritorno della recessione non sarebbe da escludere. Il problema è che questa volta sarebbe accompagnato da una inflazione persistente che difficilmente potrebbe crollare nel breve termine.

L’Europa è in questo momento, estremamente vulnerabile e l’Euro con essa, dato il fatto che la guerra è alle porte di casa e che sul fronte macro la Bce è forse una delle poche banche centrali insieme alla Boj, a non sentirsi costretta ad alzare il costo del denaro, nonostante una inflazione che continua a rimanere alta o addirittura a crescere in alcuni paesi. E la ragione è legata ai timori di vedere la crescita fermarsi.

Dall’altra parte dell’oceano invece Jerome Powell continua a ribadire la necessità di rialzare i tassi, anche più volte e ciò chiaramente rende il dollaro più appetibile dell’Euro. Con queste ragioni si spiega l’andamento della moneta unica, verso la quale tutte le notizie negative possibili e immaginabili, sembrano rivolgersi e forse proprio per questo motivo i prezzi potrebbero essere vicino a dei bottom importanti. Bisogna riconoscere che i target, dopo la violazione di 1.1060, anche se temporanea, potrebbero trovarsi sotto 1.1000, e in caso di panic selling, anche a 1.0800.

Il mese di marzo è iniziato come quello del 2020 quando, ricorderete, la pandemia era esplosa in tutta la sua virulenza, e i mercati vissero una fase di paura e panico degna di altri tempi. Abbiamo la netta sensazione che potremmo vivere qualcosa di simile, anche se probabilmente in forma diversa. Ma ovviamente tutto dipenderà dall’evoluzione del conflitto russo ucraino. Per chi opera di medio e lungo termine siamo anche vicino a livelli che sembrano realmente interessanti, come il petrolio, ma anche il Gold.

Sul fronte dati ieri abbiamo visto uscire dei numeri leggermente inferiori al consensus per l’ism dei servizi Usa, a 56.5 contro il 59.9 di gennaio, a dimostrazione che qualcosa comincia a cambiare sul fronte dati. Per tale ragione non siamo così convinti che i rialzi dei tassi quest’anno, seguiranno il programma promesso dai banchieri centrali, perché il rallentamento della congiuntura secondo noi, non è poi così lontano. Ma attenzione ai payrolls, attesi a +400 mila. Sarà ancora una giornata pro dollaro ? Lo scopriremo presto.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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