La settimana scorsa, con riferimento al mercato valutario, è sicuramente da archiviare come una delle più interessanti e volatili degli ultimi mesi. Molte cose sono successe, con cambiamenti di sentiment che via via si sono susseguiti e che hanno portato ad accelerazioni delle price action di una certa rilevanza. Sia l’analisi fondamentale, ma anche quella tecnica, ci raccontano di possibili inversioni di medio termine nei trend di qualcuna tra le principali coppie valutarie.
Ma andiamo con ordine, specialmente andando a valutare i dati che sono usciti nelle varie aree. Cominciando dall’Europa, segnaliamo le notizie pubblicate ad inizio settimana scorsa, relative all’inflazione e al Pil, entrambi superiori al consensus e ai dati precedenti (+4.6% il Pil annuale, e +5.1% l’inflazione su base annua), numeri che poi hanno rappresentato probabilmente una delle ragioni del cambiamento di approccio della Bce in occasione della decisione sui tassi di giovedì scorso. Tassi invariati come da aspettative, ma con una Lagarde ben diversa rispetto alle precedenti conferenze stampa, e una Bce che sembrerebbe pronta, nel caso i dati fossero ancora inflattivi nelle prossime settimane, ad alzare il costo del denaro anche prima del previsto. Successivamente, sempre in Europa, sono stati pubblicati i dati sui Pmi del settore dei servizi e composite, positivi in Francia e Germania, ma negativi e al di sotto della soglia dei 50 punti in Italia e in Spagna. Ciò rappresenta un primo segnale di allarme sulla congiuntura europea che potrebbe cominciare, come peraltro accade anche altrove, a rallentare. Venerdì infine sono stati pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio di Dicembre, sempre per Eurozona, ben inferiori alle attese e addirittura negativi nel mese di Dicembre. I dati pubblicati negli Usa, si sono rivelati anch’essi assai incerti anche se decisamente più volatili, a partire dal Pmi di Chicago, migliore del consensus, mentre negativo è uscito l’indice manifatturiero pubblicato dalla Fed di Dallas. In linea con le attese il Pmi manifatturiero e le sue diverse componenti, mentre a sorprendere negativamente è stato l’adp di mercoledì scorso, uscito addirittura negativo di 301 mila unità. Si pensava, a tal proposito che anche i dati di venerdì sui payrolls, avrebbero segnato il passo tanto che qualche importante banca di investimento si era azzardata a pronosticare una perdita di addirittura 150 mila posti di lavoro. Ed invece, dopo la parentesi dei dati migliori sui jobless di giovedì e anche quelli sull’Ism servizi e composite, anch’essi migliori del consensus, ecco che venerdì abbiamo avuto la sorpresa delle sorprese con i payrolls non solo positivi, ma eccezionalmente superiori alle previsioni che erano per +150 mila unità mentre il dato è uscito addirittura a +467 mila nuovi posti di lavoro. In questo quadro, non dobbiamo dimenticare che giovedì la Boe e la Bce hanno deciso sui tassi, con la prima che ha alzato di 25 basis points, lasciando però intravedere la possibilità che, in occasione dei prossimi appuntamenti di politica monetaria, i tassi verranno ulteriormente ritoccati al rialzo. La Bce, dal canto suo, ha modificato il proprio approccio verso l’inflazione, dapprima ritenuta non strutturale e quasi ininfluente rispetto alle decisioni sui tassi, ed ora invece probabile principale causa di un possibile futuro rialzo del costo del denaro. In ragione di queste notizie e dati, la vera novità, come già ricordato, è stato l’approccio della Bce, ed è proprio questo che ha generato un cambiamento delle price action con il recupero dell’Euro. Il mercato infatti aveva già pienamente scontato e digerito i dati positivi relativi agli Usa, ed era pronto ad una inversione a cui mancava però una evidente giustificazione che potesse dare il la al nuovo movimento. E ad innescare il reversal sono state proprio le parole di Miss Lagarde. Ora, è come se ricominciassimo da 0 0. Il mercato arriverà a scontare le decisioni delle banche centrali per cui i prossimi movimenti, a parte una probabile fase di congestione che potrebbe durare qualche giorno, dipenderanno dai prossimi dati macro Usa che se continueranno su questa strada, porteranno ad un primo rialzo a marzo, quasi certamente.
Il quadro tecnico però sembra raccontarci una storia diversa, nel senso che sul daily e weekly l’Euro sembrerebbe pronto al decollo, e nel caso di violazione dell’area di 1.1450 60, potrebbe accelerare verso 1.1680 90 area, ultimo baluardo prima di una inversione che avrebbe del clamoroso, nel medio e lungo termine. Non dimentichiamoci, che mai come in questo momento, e dopo anni in cui molti paesi avrebbero fatto carte false per deprezzare il cambio e conquistare nuove quote di mercato estero tramite maggiore competitività sull’export, il mantra attuale vuole evitare la svalutazione, per evitare di importare maggiore inflazione, in un momento in cui i prezzi sono saliti, in molti settori, alle stelle. E’ un qualcosa che non vedevamo da parecchi anni, dagli anni novanta almeno.
Nel breve termine, segnaliamo la possibilità che si entri in congestione, vista l’entità della salita, sulla maggior parte dei cambi originali, specie EurUsd e Cable, ma anche le oceaniche, con il dollaro che potrebbe restare forte contro Jpy. Sorprende la debolezza del dollaro canadese, in un momento in cui per effetto di un petrolio sempre più forte e all’attacco dei 90 dollari al barile, dovrebbe invece sovraperformare. La ragione è legata al fatto che il loney subisce la pressione di un dollaro Usa i cui tassi dovrebbero presto salire di più di quanto possa accadere in Canada. In settimana, attenzione al dato sull’inflazione Usa che potrebbe essere il più alto degli ultimi 40 anni. Poi, Pil in Gran Bretagna, mentre tra gli emergenti attenzione alle decisioni sui tassi di Russia, India, Indonesia Thailandia e Messico.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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