La caduta dell’Euro e Sterlina sta assumendo i toni di una vera e propria svalutazione

Prosegue senza soluzione di continuità la discesa della moneta unica, incapace di produrre la benché minima correzione, in un movimento alimentato dalle tensioni relative al conflitto, che assume ogni giorno che passa, connotati sempre peggiori, che non lasciano presagire nulla di positivo per il futuro. E la vittima sacrificale è proprio la valuta europea, indifesa e in balìa degli eventi. La caduta sta assumendo i toni di una vera e propria svalutazione, tipica di una moneta che viene attaccata dalla speculazione per motivi esogeni, lontani anche dai tecnicismi legati all’analisi tecnica.

Nessuna correzione, nessun rimbalzo sostanziale, e il movimento suddetto è valso anche per la sterlina che in 5 sedute ha perso quasi il 5%, ovvero circa 600 pips, altro movimento che sembra dettato dal panic buying di dollari, esattamente come successe nel marzo 2020, quando sui mercati si era scatenato un bisogno impellente di dollari, poi frenato dalla decisione della Fed di costruire degli swap in divisa Usa per fornire liquidità ai mercati. La discesa è arrivata, peraltro, su livelli tecnici molto significativi, come il test della bollinger low 50 3 sul grafico giornaliero del Cable (per EurUsd tale livello passa a 1.0470) e sul settimanale di GbpCad. Tutti livelli che in passato erano stati punti di inversione e dove il mercato era girato dopo un lungo trend. Ma questa volta potrebbe anche essere differente, specie perché siamo di fronte ad una guerra che sta diventando logorante anche per i mercati, che stanno prendendo coscienza dei rischi insiti nel caso lo scenario militare si estenda anche ad altre aree. E purtroppo il rischio c’è. Nel qual caso potremmo vedere anche estensioni importanti anche se magari di breve durata.

Tra le altre cose, per ora, non abbiamo letto alcun commento da parte di Bce o Boe per stigmatizzare l’andamento del cambio, che prima o poi peserà sui dati relativi inflazione. Se consideriamo l’aumento delle restrizioni e sanzioni, il prezzo del gas che sale persistentemente e pure l’inflazione dovuta alla svalutazione, beh c’è ben poco da stare allegri. Il dollar index ha raggiunto intanto il massimo da 5 anni a questa parte e si avvia al test di 104.00 massimo del marzo 2020.

Questa notte la Boj ha lasciato i tassi invariati, dichiarando però di voler continuare ad acquistare illimitatamente JGB a dieci anni per mantenere i rendimenti sotto la soglia dello 0.25%. Ciò ha prodotto un crollo dello Jpy che contro dollaro è tornato a ridosso di 130.00. Una sua violazione potrebbe aprire a scenari di livelli passati intorno a 135.00. Al di là delle valute, dove si concentra la maggior parte della volatilità, paradossalmente gli altri mercati invece, azionario e obbligazionario, paiono molto più tranquilli, e a nostro avviso questa apparente calma è comunque temporanea, specie se non vi saranno sviluppi positivi sul fronte della diplomazia, allo scopo di trovare una soluzione pacifica del conflitto.

Intanto sul fronte dati si registra un calo nella vendite di immobili negli Usa, un -1.2% a marzo, il livello più basso dal maggio 2020. Anche il dato precedente è stato rivisto al ribasso del 4.1%, e la ragione è da ricercare nell’aumento dei tassi che vanno a deprimere la domanda.

Sul fronte delle materie prime segnaliamo il balzo dei prezzi del gas naturale, salito a 117 euro per megawattora dopo che la Russia ha deciso di tagliare le forniture di gas a Polonia e Bulgaria, che dipendono dal gas russo per percentuali assai rilevanti, 50 e 90 per cento rispettivamente. Gazprom ha dichiarato, tramite i suoi portavoce, che riaprirà i rubinetti solo quando i due paesi avranno pagato in rubli.

Insomma, nelle ultime due settimane, il mercato si è abituato a ricevere solo brutte notizie sul fronte geopolitico e il fatto più preoccupante è che nessuno dei contendenti, o dei coinvolti, senta il bisogno di trovare una soluzione diplomatica e pacifica. Tutti alzano la voce e alimentano continue provocazioni, il che non aiuta a ritrovare quella serenità e disponibilità che sono necessarie per stimolare i contendenti a trovare una pace duratura, finalmente, dopo che sono trascorsi più di 60 giorni dall’inizio del conflitto.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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