Nelle ultime settimane avevamo messo in guardia rispetto al fatto che la Boj non avesse messo una “line in the sand”, ovvero un livello oltre il quale non voleva scendesse la divisa giapponese, a 145 Jpy per dollaro, avendo lasciato il cambio UsdJpy salire ben oltre tale soglia, ma avevamo comunque spiegato che la Boj sarebbe intervenuta qualora la discesa della valuta giapponese, fosse stata eccessivamente rapida. E quando la settimana scorsa, il cambio si era avvicinato dapprima a 150 Jpy per greenback, avevamo ricordato come questa volta la tattica della Boj sarebbe stata quella di illudere gli speculatori di un possibile facile breakout sopra la soglia psicologica richiamata, per poi intervenire tra 151.00 e 152.00. Così è stato e il movimento di venerdì è andato anche al di là delle più rosee previsioni per i ribassisti di UsdJpy con la Boj che è intervenuta spingendo i prezzi fino ad un minimo di 146.15, quasi 600 pips cioè il 4%, per poi chiudere a 147.66 comunque con una discesa da massimi di oltre i 400 pips ovvero oltre il 2.5%. 151.96 è stato il massimo che non si vedeva dal 1990.
A muovere la valuta ovviamente è stata la Boj ma non dimentichiamo comunque che già in giornata stavamo assistendo, venerdì scorso, ad un brusco calo dei rendimenti Usa, scesi sotto al 4.2% rispetto ad un massimo del 4.33% raggiunto ad inizio sessione. La speranza che la Fed possa cominciare a rallentare il ritmo di salita dei tassi comincia a emergere, specie in seguito alle dichiarazioni di alcuni membri della Fed, tra cui Evans che ha messo in guardia il comitato dall’essere eccessivamente aggressivi nelle prossime decisioni di politica monetaria.
Non dimentichiamo poi che il mercato immobiliare comincia a mostrare delle crepe, anche se gli aggregati macro principali continuano ad evidenziare una certa resilienza. Ma i mercati anticipano sempre e il movimento dello Jpy ha aiutato anche i mercati azionari a riprendere prepotentemente quota in serata di venerdì.
Ora diventa cruciale osservare le aperture in Asia, per capire se l’intervento della Boj sarà strutturale e contribuirà a far girare decisamente il sentiment di tutti i mercati e confermare finalmente il ritorno dell’appetito al rischio.
L’indice paura e avidità ha fatto registrare un brusco cambiamento verso il risk on, superando quota 45, che è la soglia minima della neutralità, e non più ai livelli di paura. Certo è che poco o nulla è cambiato a livello macro, se non qualche avvisaglia che però era presente da qualche settimana, mentre bisogna invece segnalare che stanno cambiando le price action, che anticipano spesso poi i dati e gli aggregati macro.
La settimana, a tal proposito, si presenta molto interessante perché, oltre alle trimestrali che ancora devono essere pubblicate sugli utili aziendali, osserveremo la stima preliminare del Pil Usa del terzo trimestre, oltre ai beni durevoli e ai Pmi. Poi avremo le decisioni di Boj sui tassi, insieme a quelle della Bce e della Bank of Canada, mentre per i mercati emergenti, sarà la volta di Russia e Brasile. Inoltre arriveranno i dati del Pil del terzo trimestre per Cina, Germania e Francia. Pmi infine per Eurozona, Uk, Giappone e Cina. Le attese sui tassi prevedono un nulla di fatto in Giappone, e un rialzo di 75 punti base per la Bce. Solo 50 punti base probabilmente per la Bank of Canada invece. Arriveranno anche notizie dalla Gran Bretagna con la nomina del nuovo leader, dopo le dimissioni di Liz Truss.
Sul fronte analisi tecnica sui cambi invece, segnaliamo la ripresa di Euro, Gbp, Cad, Aud e Nzd, oltre alla valuta giapponese. Ma molto dipenderà dal UsdJpy che tornerà leader, specie se la Boj vorrà mostrare ancora i muscoli. Se succederà, dobbiamo fare molta attenzione, perché nel 1998, un movimento analogo portò i prezzi da 148 a 111 nel giro di 8 settimane e l’ultimo movimento da 136.20 a 111.20 in una settimana solamente. Gli altri cambi, nel solito mercato dollaro centrico, ma questa volta dollar down, dovrebbero andare a ruota del UsdJpy, se la Boj sarà nel mercato. Massima attenzione quindi ai movimenti valutari, i veri market movers di questa prossima ottava.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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