Non appena abbiamo cominciato a sentire tanti pareri sull’eventualità che la sterlina avrebbe raggiunto la parità contro dollaro, nel giro di pochi giorni, il mercato, “magicamente” ha reagito. In seguito al nuovo minimo che la valuta britannica ha fatto registrare lunedì scorso a 1.0327, durante la sessione asiatica, la comunità finanziaria ha cominciato seriamente a preoccuparsi che la Gran Bretagna entrasse in un vortice e una spirale di eventi talmente negativi da far pensare al fallimento del paese. In quel momento, finalmente, dopo giorni e settimane di silenzio, sia il nuovo Governo, sia la Banca centrale, sono entrate a gamba tesa sui mercati, il primo cercando di spiegare in qualche modo le ragioni del programma presentato qualche giorno orsono, mentre la seconda è intervenuta per sostenere i titoli di stato (65 miliardi di sterline di acquisti) che stavano mandando in margin call due fondi pensione.
Il cable da 1.0327 di lunedì e da 1.0535 minimo di ieri, ha corretto violentemente salendo fino a 1.1206 di questa notte, quasi tutti i mille punti che aveva perso la settimana scorsa, in quattro sedute, il doppio del tempo che aveva impiegato a scendere, che in un trend come quello attuale significa solo una cosa, ovvero climax di fine movimento, almeno a livello tecnico. Ora, è chiaro che la situazione macro e politica, non può essere cambiata nel giro di 24 48 ore, ma è certo che i livelli di qualche giorno orsono, erano esagerazioni folli se si osservano i grafici e le price action, segno di panico forse ingiustificato degli investitori verso tutto il sistema inglese.
Che la Gran Bretagna sia in recessione ormai, non ci piove, ma lo stesso vale per l’Europa e altre aree, eppure l’Euro ha tenuto molto meglio della valuta britannica. Ora però, osservando i grafici, pur essendo ancora in deciso trend ribassista, il movimento di ieri rappresenta un inizio di correzione che, nel caso in cui i mercati ritrovassero un poco di fiducia, potrebbe accelerare. I punti da osservare sono posti a 1.1200 10, toccato stanotte e 1.1240 50, livelli che se violati potrebbero portare i prezzi a 1.1420 50 che poi non è altro che il famoso minimo del marzo 2020, che ora rappresenta la resistenza chiave dopo essere stata bucata al ribasso tempo fa, e paragonabile a quell’1.0350 60 di EurUsd, che non abbiamo più visto e che rappresentava anch’esso il minimo del marzo 2020.
Al di là della sterlina però, sulle altre valute il recupero non è stato altrettanto evidente, con EurUsd che ha reagito ma è rimasto a 250 pips dai minimi (basti osservare la discesa di EurGbp da 0.9280 a 0.8780 in quattro sedute), mentre il UsdJpy è sceso solo 40 pips. Le oceaniche hanno fatto altrettanto e ciò che sorprende è che, in correlazione con un dollaro che è sceso, i listini azionari Usa hanno perso quel che avevano guadagnato ieri e sono tornati ad avere paura, sempre per le medesime ragioni, ovvero una raffica di dichiarazioni tutte hawkish, da parte dei banchieri centrali, membri della Fed, da Evans a Bullard, che, considerati i dati macro ancora positivi negli Usa, tra quelli usciti ieri sui jobless, e quelli sui price consumer expenditure, sono costretti a reiterare la necessità di continui rialzi del costo del denaro. E le borse tremano. L’indice di paura e avidità è quasi sui massimi di paura a 14 (più si avvicina allo zero più avversione al rischio c’è in una scala 0-100 e viceversa).
Sulle materie prime segnaliamo un petrolio a 81 dollari, risalito dopo che è tornata la paura dell’aumento del prezzo del gas legati all’incidente accaduto al gasdotto nordstream 1.
Nella notte il Pmi manifatturiero cinese ha fatto registrare un calo a 48.1 a settembre rispetto al 49.5 del mese di agosto. La ragione è legata alle nuove restrizioni legate alla pandemia. Il UsdYuan nelle ultime due sedute, dopo aver fatto registrare nuovi massimi a 7.2700, ben superiori rispetto al doppio massimo fatto registrare nel settembre 2019 e nel maggio 2020 a 7.195, ha ripiegato tornando in area 7.1200 dopo le minacce di intervento della Pboc. Tra i paesi emergenti segnaliamo l’aumento dei tassi al 5.9% della banca centrale indiana, legata sia all’inflazione che al tentativo di proteggere una rupia indiana ai minimi storici (81.50 il cambio attuale contro dollaro rispetto ad un massimo di UsdInr a 81.70).
Sul fronte dati, oggi disoccupazione in Germania e Italia, inflazione francese, inflazione di Eurozona, e dati sul price consumer expenditure americano. La settimana poi si chiude con il Pmi di Chicago e gli aggregati redatti dall’Università del Michigan. Mercato che rimane estremamente interessante e pieno di opportunità.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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