La Bank of England alza i tassi, la Bank of Japan no

Se il rialzo dei tassi inglesi da parte della Bank of England, nella giornata di ieri, era pressoché scontato, cosi come sembrava esserlo anche l’entità del rialzo, ovvero 25 basis points, ciò che invece è risultato essere una sorpresa, è stato quanto abbiamo letto nei commenti successivi alla decisione. Intanto va detto che 8 membri su 9 hanno votato a favore di un rialzo dello 0.25% mentre uno solo ha votato per il mantenimento dei tassi allo 0.50%, quando nelle scorse settimane si aveva la percezione che all’interno del board vi fossero invece, molti falchi che puntavano al rialzo dello 0.50%. Evidentemente, le notizie sul fronte geopolitico e le preoccupazioni che il rischio eventuale di prolungamento del conflitto porta con sé, ha fatto evidentemente cambiare idea ad una parte del comitato della banca centrale.

Secondariamente nello statement si legge che a seconda dell’evoluzione dell’inflazione, la politica monetaria potrebbe essere, nel prossimo futuro, non solo restrittiva ma possibilmente anche accomodante, se i dati dovessero evidenziare un rallentamento della congiuntura macroeconomica, conseguente anche in ragione dell’evoluzione. In ogni caso oggi i tassi di riferimento sono saliti allo 0.75% ed è il terzo aumento consecutivo dei tassi. Secondo la Boe il picco dell’inflazione dovrebbe essere intorno all’8% anno durante l’anno e per tale ragione potrebbe essere previsto un modesto ulteriore inasprimento della politica monetaria.

La reazione della sterlina non si è fatta attendere, ed è scesa fino a 1.3088, in ragione del fatto che le aspettative di analisti e investitori erano decisamente orientate a più rialzi, in sintonia con la politica della Fed. Ed invece sembra esserci una divaricazione che potrebbe avere effetti a medio termine sulla valuta britannica. In ogni caso, la valuta britannica ha reagito ed è tornata nuovamente in area 1.3160 durante la sessione americana. L’Euro è stato quello che, in queste ultime sedute, ha maggiormente guadagnato e la ragione sembra legata ai commenti leggermente hawkish di Miss Lagarde che ha ribadito come l’inflazione rimanga il problema su cui concentrarsi. Di fatto il mercato sembra scontare la possibilità di almeno due rialzi da oggi alla fine dell’anno, anche se per lo più si pensa che l’inasprimento possa avvenire verso la fine del 2022.

In ogni caso l’EurUsd è andato al test di 1.1140 ieri sera, per poi stornare nella notte fino a 1.1080. Il movimento comunque più significativo, nei cross è stato quello dell’EurJpy che nelle ultime 9 sedute ha messo a segno un rialzo di 750 pips circa da 124.30 area a 131.90, oltre il 6.5%, tornando praticamente quasi ai livelli del 10 febbraio di 133.13 a cui aveva fatto seguito la discesa impulsiva caratterizzata dai timori relativi alla guerra. Altro movimento interessante è stato quello dell’EurGbp, che dopo la decisione della Bank of England ha guadagnato 100 pips arrivando fino a 0.8460. Sul fronte oceaniche registriamo il recupero di AudUsd che in due sedute ha recuperato oltre il 2.5% tornando a ridosso dei massimi di 0.7440 del 7 marzo scorso. La rottura di questi livelli aprirebbe la strada ad una ulteriore accelerazione verso 0.7560.

Sul fronte macro, registriamo nella notte un aumento dell’inflazione in Giappone, che da +0.5% su base annua è passato a +0.9%, non certo ancora sufficiente per alzare i tassi, ma un primo segnale che forse l’inflazione arriva anche nel paese del sol levante. La Boj ha comunque lasciato invariati i tassi allo -0.1%, segnalando comunque che c’è stato un recupero significativo della congiuntura a dispetto delle recrudescenze della pandemia e ai colli di bottiglia dal lato dell’offerta. Jpy che resta debolissimo, specie contro dollaro, non lontano dai massimi registrati qualche seduta orsono a 119.12. In mezzo a tutto questo, aspettiamo che giungano buone news sul fronte diplomatico, tra Russia e Ucraina, che continuano a dialogare, ma senza ancora trovare la quadra per un cessate il fuoco che tutti aspettano con trepidazione.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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