L’andamento dei mercati valutari nelle mani decisioni della Fed

Dopo un periodo di rafforzamento del biglietto verde, caratterizzato dalle aspettative di possibile tapering da parte della Fed nel prossimo mese di settembre, venerdì pomeriggio scorso abbiamo iniziato a notare un cambiamento nelle price action, con la divisa americana che ha iniziato a ripiegare contro le principali valute, in un movimento che per ora appare come esclusivamente come correttivo e nulla più. Ma sappiamo anche che in tutto questo 2021, a partire dal mese di marzo, avevamo richiamato l’attenzione su questa sorta di equilibrio venutosi a creare nel momento in cui la Fed aveva preso in mano il pallino del gioco, e da allora non l’ha più mollato.

La vera artefice di questo periodo di calma e relativa tranquillità, non ci stancheremo mai di segnalarlo, è stata proprio la Fed, capace di giostrarsi con grande abilità tra un’inflazione intorno al 5.4%, e rendimenti dei titoli di Stato che, grazie soprattutto agli acquisti rientranti nel programma Quantitative Easing, pari a 120 miliardi di dollari mese (80 di Treasuries e 40 di titoli Abs), sono rimasti ampiamente sotto controllo e hanno di fatto consentito agli Usa di pagare bassi interessi sul debito pubblico pur con un’inflazione galoppante, creata attraverso stimoli finanziari (il Qe appunto) e gli stimoli fiscali da 3 trilioni di dollari del Governo.

L’altro aspetto che non va dimenticato è che in tutto questo scenario, le borse sono rimaste sui massimi e, a parte qualche lievissima correzione, hanno sempre mantenuto un tono positivo andando continuamente all’attacco di nuovi massimi, anche questo grazie agli acquisti di titoli garantiti da mutui, messi in atto sempre dalla Fed e pari a 40 miliardi di dollari mese (i cosiddetti asset back Securities). È chiaro che quando e se, dovesse venire a mancare questa benzina, tutta questa costruzione, atta al mantenimento di un equilibrio cercato e voluto in un momento tanto delicato (una pandemia non ancora sconfitta), i mercati potrebbero tornare ad un certo punto, ad essere guidati dalla logica, ovvero con correlazioni che abbiano un senso oggettivo.

Quel che vogliamo cercare di spiegare è che la Fed prima o poi dovrà agire: si tratta di capire se attraverso la manipolazione verbale riuscirà a mantenere comunque la barra dritta e i mercati calmi, oppure se ad un certo momento assisteremo a qualche scossone, di quelli veri, e che in passato più volte abbiamo vissuto. È chiaro che se riuscirà nel proprio intento, beh allora dovremo rassegnarci a mesi e mesi di stabilità e bassa volatilità.

Venendo alle price action, dobbiamo segnalare i movimenti del petrolio, che dal 6 luglio scorso, giorno in cui toccò i 76.60 dollari al barile, è sceso quasi 15 dollari per poi riprenderne nelle ultime ore solo un paio. Così come il Gold che da 1830 del 4 agosto è sceso quasi 170 dollari scendendo a 1.667 per poi recuperarne circa 120 tornando a ridosso di 1.800 dollari. Sui cambi le price action paiono decisamente più contenute anche se, non dimentichiamolo, abbiamo comunque dal 4 agosto abbiamo visto 250 pips di movimento di EurUsd, 380 pips di Cable, 270 pips di AudUsd, quasi 300 pips di NzdUsd e oltre 500 pips di UsdCad. Il più stabile è stato il UsdJpy che rimane nel proprio #trading range senza tanti movimenti.

Ora siamo curiosi di capire se il tapering cambierà questo scenario oppure, come dice qualcuno, il fatto che la pandemia non sia terminata costringerà le autorità politiche a mantenere aperti gli stimoli fiscali e quelle finanziari a tenere aperti i Qe ad oltranza. È un’eventualità da non sottovalutare, specie alla luce degli ultimi dati macro.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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