Il 2021 è stato un anno di ripresa, ma il 2022 sarà un anno più difficile per i mercati

Pochissime novità, rispetto a quanto abbiamo raccontato ieri su queste pagine, sul mercato valutario. I trading range continuano a prevalere, con gli investitori/trader stanno riducendo le proprie posizioni per chiudere i bilanci dell’anno in corso.

Il 2021 è stato un anno di ripresa, nel quale le economie del mondo si sono trovate di fronte, dopo anni e anni di deflazione, ad un aumento repentino dei prezzi che ha generato preoccupazione nelle banche centrali, con i prezzi che sono saliti oltre le aspettative, ma in buona sostanza questa situazione è stata forzatamente generata dai Qe messi in atto dalle autorità monetarie di quasi tutto il mondo. Verso la fine dell’anno poi, cioè da qualche settimana a questa parte, le autorità monetarie hanno compreso che la salita dei prezzi non è temporanea, come avevano inizialmente ipotizzato, ma un qualcosa di strutturale che sembra prolungarsi nel tempo. Cosicché qualche istituto centrale ha già cominciato ad alzare il costo del denaro, mentre la maggior parte ha iniziato, prima di alzare i tassi di riferimento, a restringere i Qe attraverso quella operazione di tapering che, tradotto letteralmente significa “restringimento-assottigliamento” dei Qe precedenti, ovvero una riduzione della liquidità immessa sui mercati.

Le banche centrali si sono trovate leggermente spiazzate rispetto al ritmo degli avvenimenti e, in alcuni casi, sembrano essere intervenute in ritardo rispetto al movimento dell’inflazione. A questo punto corrono il rischio di accelerare eccessivamente il drenaggio di liquidità, quando i prezzi saranno già in rallentamento con effetti che potrebbero essere controproducenti, tali da ridurre drasticamente la ripresa ancora in atto. Questo si vedrà, per ora limitiamoci ad osservare le reazioni dei mercati, che nelle ultime settimane sono state alterne, tra giorni di discesa dei mercati azionari e contestuale rafforzamento delle valute rifugio e sedute caratterizzate da risk on con l’equity che risaliva verso i massimi storici, senza però riuscire a superarli. Ci si deve quindi chiedere se, dopo anni e anni di salita dei listini, il 2022 sarà l’anno nel quale vedremo gli effetti negativi dell’eccessiva liquidità immessa nel corso del tempo oppure se, una volta che la pandemia sarà terminata, la ripresa sarà impulsiva e finalmente si tornerà a vivere come prima del 2020.

A livello tecnico e sul mercato dei cambi, il dollaro parte ancora favorito, per via delle attese sul rialzo dei tassi negli Stati Uniti, dove sono previsti ben tre rialzi dei tassi, a partire dal mese di aprile. L’Euro resta la valuta debole e rifugio, insieme allo Jpy e al franco svizzero, mentre le oceaniche, al di là della debolezza che stanno esprimendo nel breve periodo, dovrebbero tornare ad essere appetibili a tendere, per via della loro natura di valute risk on o da investimento. Rimane mista la sterlina che comunque potrebbe anche rivalutarsi per via della maggiore dinamicità sui tassi, da parte della Bank of England e in relazione ad un aumento dei prezzi che preoccupa le autorità monetarie inglesi. Sul dollaro canadese, molto dipenderà dal petrolio e dalla sua evoluzione. Infine, non possiamo dimenticare l’andamento della lira turca che per mesi è collassata sotto il peso della politica fiscale e monetaria imposta dal suo Presidente, arrivata ieri quasi a 21 lire per euro, e poi improvvisamente risalita, con il cross EurTry che è crollato a 12.50 per poi chiudere a 14.12. La ragione è legata alla decisione di Erdogan di abbassare i tassi al fine di svalutare il cambio e aumentare l’export, decisione che prima ha fatto crollare la lira, ma successivamente lo stesso Erdogan ha annunciato una serie di misure eccezionali per tutelare i depositi in valuta locale per frenare la corsa verso altre monete degli investitori. E ciò ha fatto impennare la divisa contro euro. Ne vedremo ancora delle belle.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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