L’inquadramento fiscale dei ricavi di google adsense derivanti dall’attività di blogger o gestore di un sito web, sono spesso oggetto di fraintendimenti. Il settore, per la giurisprudenza italiana, è ancora nuovo. A fronte di questo, quindi, ci si deve muovere con buon senso. Chi fa il blogger a tempo perso, o gestore di un sito a tempo perso, non ha partita IVA. Questo, già di per sé, elimina diversi problemi d’interpretazione della normativa fiscale attuale, che recita:
“Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall’esercizio di arti e professioni. Per esercizio di arti e professioni si intende l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo”.
Come detto, quella in oggetto, è un’attività svolta in modo saltuario e non continuativo. I redditi, quindi, che cadono sotto questa definizione, sono chiamati redditi diversi.
Il Tuir ammette tra i redditi diversi quelli “… derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o dall’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere.”.
Un distinguo molto chiaro, a cui precede un’altra precisazione: il successivo art. 54 Tuir dispone che “Il reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni è costituito dalla differenza tra l’ammontare dei compensi in denaro o in natura percepiti nel periodo di imposta […] e quello delle spese sostenute nel periodo stesso nell’esercizio dell’arte o della professione.”
Cosa significa tutto questo? Che se abbiamo dei ricavi derivanti da questa attività, siano essi i proventi di Google Adsense o le donazioni, questi sono inquadrati nelle fonti di reddito diversi a fronte dei principi appena descritti. Siamo quindi tenuti a dichiararli solo se eccedono i 4800 euro. Ma attenzione: questo importo dev’essere AL NETTO DELLE SPESE direttamente sostenute per la gestione: dominio, collaboratori, manutenzione, abbonamenti internet, ecc. Il problema che sorge però, seguendo la nostra ipotesi iniziale, è semplice: se non abbiamo partita IVA, come facciamo a dimostrare i costi sostenuti?
Conservate tutto è la risposta! Bonifico dell’hosting, costo ammortizzato del dominio, ecc e rivolgetevi ad un commercialista che allegherà il tutto.
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Quindi sotto i 5.000 € non si è tenuti a dichiararli? Ho capito bene?
In post di altri siti leggevo che comunque è necessario portarli a tassazione nella propria dichiarazione dei redditi, in quanto redditi diversi (art. 67 Tuir).
Potrebbe chiarirmi il dubbio?
Grazie.
Ciao Salvo.
Se tu non hai altri redditi e non arrivi ai fatidici 4800 non sei tenuto a dichiararli. Altrimenti, i compensi adsense vanno inseriti nel riquadro altri redditi.
Siete sicuri di questo?
Sapevo che per adsense e simili, bisognasse avere P.Iva anche se si guadagna 1 centesimo.
Questo articolo seppur molto utile e veramente interessante mi lascia abbastanza perplesso, forse a causa della forma in cui le informazioni sono esposte ed alla mancanza di riferimenti legali (leggi, articoli, ecc…). Mi sorge spontaneo quindi chiedere: ma le donazioni per un progetto sotto i 4800€ per uno studente a tempo pieno, ad esempio, devono o non devono essere dichiarate? A cosa serve dare ricevute per il dominio, ecc… al commercialista se si è detto che tali introiti non vanno dichiarati?
Grazie per le eventuali lucidazioni
PS: Mi sembra doveroso informare l’autore che online girano riproduzioni di questo articolo senza un link specifico all’originale dello stesso!