Chiunque abbia iniziato a interessarsi alla finanza personale o alla gestione del risparmio ha sentito parlare almeno una volta degli ETF. Ma investire in ETF non significa solo acquistare uno strumento finanziario liquido e a basso costo. Vuol dire adottare un metodo, costruire un piano, creare un portafoglio capace di generare rendimento nel tempo e di resistere alle fasi di mercato più difficili.
Gli ETF, acronimo di Exchange Traded Fund, rappresentano una delle soluzioni più efficienti e accessibili per chi desidera diversificare gli investimenti senza la necessità di monitorare costantemente ogni singola azione o obbligazione. La loro crescita negli ultimi anni non è casuale: i vantaggi in termini di trasparenza, costi e replicabilità dell’indice hanno reso questi strumenti un punto di riferimento sia per i principianti sia per gli investitori più strutturati.
Ma come si costruisce un portafoglio che funzioni davvero? Come si evitano gli errori più comuni, come inseguire i rendimenti del passato o agire sull’onda dell’emotività? La risposta sta in due strategie collaudate: il portafoglio permanente e il portafoglio rotazionale. Due approcci differenti, ma complementari, che condividono un principio fondamentale: seguire regole chiare e replicabili, senza improvvisazioni.

Portafoglio permanente: investire con stabilità, diversificazione e metodo
Il portafoglio permanente nasce con l’obiettivo di offrire una soluzione di investimento equilibrata, capace di mantenere performance positive anche in presenza di crisi economiche, inflazione o crolli di mercato. Si basa su una suddivisione semplice e razionale del capitale in quattro asset class fondamentali:
- 25% in azioni globali
- 25% in obbligazioni a lungo termine
- 25% in oro
- 25% in liquidità o strumenti monetari
Questa struttura è pensata per affrontare qualsiasi scenario economico: se l’economia cresce, le azioni performano bene; se c’è inflazione, l’oro protegge il capitale; se subentra una recessione, le obbligazioni guadagnano valore; e nei periodi di incertezza, la liquidità attenua la volatilità.
Investire in ETF con un portafoglio permanente adattato al contesto europeo
Chi vuole investire in ETF seguendo questo schema può farlo facilmente utilizzando strumenti armonizzati UCITS, ideali dal punto di vista fiscale per un investitore italiano. Ecco un esempio pratico:
- Azioni: iShares MSCI ACWI UCITS ETF
- Obbligazioni: iShares Euro Government Bond 15+ UCITS ETF
- Oro: iShares Physical Gold ETC
- Liquidità: ETF monetari a breve scadenza o conto deposito vincolato
Ribilanciamento ETF: il cuore della strategia permanente
Ogni sei mesi, il portafoglio va ribilanciato. Significa riportare ciascuna componente al suo peso iniziale del 25%. Se, ad esempio, le azioni sono cresciute fino al 32% e l’oro è sceso al 18%, si vende parte delle azioni e si acquista oro. Questo processo favorisce un comportamento virtuoso: comprare a prezzi bassi e vendere a prezzi alti, in modo sistematico.
Chi sceglie questa strategia riesce a mantenere il controllo emotivo, a minimizzare il rischio di grandi perdite e a ottenere rendimenti competitivi nel tempo. Dal 2014, un portafoglio strutturato in questo modo ha ottenuto un rendimento annualizzato netto di circa 5,46%, con un drawdown massimo inferiore all’11%.
Portafoglio rotazionale: strategia attiva e disciplina tecnica
Il portafoglio rotazionale è un approccio dinamico pensato per chi desidera investire in ETF con una strategia basata su dati oggettivi e aggiornamenti mensili. La logica è semplice: si selezionano, tra un paniere fisso di ETF, i più forti in base a criteri di trend e momentum, escludendo quelli che non soddisfano tali condizioni.
Ogni mese, gli ETF vengono valutati con due indicatori tecnici:
- Media Mobile Ponderata a 200 giorni (WMA): segnala se il prezzo dell’ETF è sopra o sotto la tendenza di lungo termine.
- Rate of Change (ROC) a 60 giorni: misura la forza del movimento dei prezzi, indicando gli ETF con maggiore spinta positiva.
I quattro ETF con i valori migliori vengono selezionati e ciascuno riceve il 25% del capitale. Se solo due ETF passano i filtri, solo quei due vengono acquistati e il resto del capitale resta cash in attesa di nuove opportunità.
Esempio operativo e vantaggi della strategia
Immaginiamo un paniere composto da ETF su Stati Uniti, Europa, Giappone, Cina, robotica, tecnologia, energia pulita e healthcare. Se nel mese di valutazione gli ETF USA, robotica e tecnologia mostrano i trend migliori, saranno questi a entrare nel portafoglio.
Questo metodo consente di concentrare il capitale sugli strumenti più promettenti, evitando di restare investiti su settori in difficoltà. Quando i mercati diventano ribassisti, pochi o nessun ETF passano i filtri: in quel caso, il portafoglio resta liquido e si protegge dalle perdite.
Performance e considerazioni operative
Dal 2020 questa strategia ha ottenuto un rendimento annualizzato del 9,1%, con un drawdown massimo di circa il 20%. I risultati sono stati particolarmente positivi nei mercati direzionali. Nei contesti volatili, come durante la crisi Covid, il portafoglio può temporaneamente sottoperformare per via del ritardo nell’ingresso rispetto ai rimbalzi improvvisi.
Chi adotta questa strategia deve tenere conto di:
- Ribilanciamenti mensili: da eseguire sempre lo stesso giorno.
- Tassazione sulle plusvalenze: ogni vendita in utile genera imposte al 26%.
- Costi di transazione: meglio utilizzare broker con commissioni contenute.
Questa strategia è adatta a chi vuole investire in ETF con un approccio più reattivo, seguendo regole oggettive e aggiornandosi regolarmente.
Quale portafoglio scegliere?
Non esiste una strategia perfetta per tutti:
- Il Permanent Portfolio è ideale per chi cerca stabilità, orizzonti lunghi e bassa emotività.
- Il portafoglio rotazionale è adatto a chi ha una maggiore tolleranza al rischio, vuole attivamente gestire l’esposizione azionaria e ha tempo per monitorare il portafoglio mensilmente.
In molti casi, combinare entrambe le strategie può offrire il giusto equilibrio tra conservazione del capitale e crescita.
Conclusione operativa: due strategie, un obiettivo
Sia il portafoglio permanente che il portafoglio rotazionale rappresentano due eccellenti approcci per investire in ETF in modo consapevole, strutturato ed efficace.
Il primo privilegia la stabilità, la semplicità e la protezione del capitale, ed è perfetto per orizzonti di lungo termine e per chi soffre la volatilità. Il secondo è più adatto a chi desidera cavalcare i trend di mercato con metodo e flessibilità, ma ha una maggiore tolleranza al rischio.
Combinare le due strategie può essere una scelta intelligente: si può destinare una parte del portafoglio alla componente stabile e l’altra a quella dinamica, adattandosi così ai propri obiettivi e al proprio profilo di rischio.
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