3 Dicembre, 2025
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    ETFMercati Sopravvalutati? Scopri i Migliori ETF su cui Investire per il Futuro

    Mercati Sopravvalutati? Scopri i Migliori ETF su cui Investire per il Futuro

    Mercati Sopravvalutati? Scopri i Migliori ETF su cui Investire per il Futuro

    Negli ultimi anni il dibattito su dove investire si è intensificato, in particolare tra gli investitori che utilizzano gli ETF come strumento principale per costruire il proprio portafoglio. Le valutazioni dei mercati azionari, soprattutto negli Stati Uniti, hanno raggiunto livelli storicamente elevati e questo rende più complesso trovare punti di ingresso interessanti. Allo stesso tempo ampie aree del mercato globale, come Europa e mercati emergenti, mostrano multipli più contenuti e un potenziale di crescita ancora significativo.

    L’obiettivo di questo articolo è offrire una guida chiara e strutturata a chi desidera investire in ETF con un orizzonte di lungo periodo, selezionando i migliori ETF per il prossimo ciclo decennale.

    Analizzeremo dati, logica e implicazioni strategiche di tre strumenti chiave: MSCI World, MSCI Emerging Markets e l'MSCI Emerging Markets, un ETF globale ad alto dividendo. Il contenuto è pensato per investitori che vogliono costruire un portafoglio robusto, diversificato e coerente con il contesto macroeconomico attuale.

    Valutazioni USA: perché l’S&P 500 è considerato costoso rispetto ai suoi standard storici

    Per capire se i mercati siano effettivamente sopravvalutati occorre analizzare il rapporto prezzo/utili prospettico, il cosiddetto P/E forward. Nel caso dell’indice americano più seguito, l’S&P 500, questo valore si aggira attorno a 23. Ciò significa che gli investitori stanno pagando 23 volte gli utili stimati per i prossimi dodici mesi, un livello che richiama fasi storiche in cui le aspettative erano estremamente ottimistiche.

    S&P 500 - Forward PE Ratio
    Fonte: https://en.macromicro.me/

    Quando il P/E forward si posiziona su queste soglie, i rendimenti medi realizzati nei successivi tre o cinque anni tendono a ridursi. Non si tratta di un segnale di crash imminente, ma di un campanello d’allarme su cui chiunque si occupi di investimenti dovrebbe riflettere. In presenza di multipli così elevati diventa sensato valutare altre aree geografiche, nelle quali la valutazione delle aziende sia più equilibrata rispetto al loro potenziale di crescita.

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    La concentrazione dell’S&P 500: un rischio crescente per chi investe solo negli USA

    Un altro elemento di cui tener conto nella scelta di dove investire è la concentrazione dell’indice. Oggi oltre il 40% della capitalizzazione dell’indice S&P 500 è nelle mani di appena dieci società, perlopiù colossi tecnologici legati a intelligenza artificiale, software e piattaforme digitali. Di fatto molti portafogli che replicano l’indice stanno scommettendo su un gruppo ristretto di titoli, pur pensando di essere altamente diversificati.

    Se si escludono i cosiddetti “magnifici 7”, la performance dello stesso indice negli ultimi anni risulta decisamente più modesta. Rimuovendo persino un solo titolo dominante, come Nvidia, i rendimenti degli Stati Uniti appaiono meno brillanti rispetto a mercati come Europa o Giappone.

    Chi vuole investire in ETF in modo consapevole deve quindi considerare il rischio di trovarsi esposto quasi completamente al destino di poche società, con un potenziale impatto rilevante in caso di correzione o revisione degli utili.

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    Valutazioni globali: dove investire quando gli USA diventano eccessivamente cari

    Per individuare i migliori ETF per il futuro è utile confrontare le valutazioni delle principali aree geografiche. Gli Stati Uniti si trovano su multipli ben sopra la mediana storica. Al contrario, molte Borse di Paesi sviluppati come Europa, Regno Unito, Giappone e Canada risultano allineate o persino al di sotto della loro mediana ventennale. Lo stesso accade per diversi mercati emergenti, che trattano con sconti significativi pur mantenendo tassi di crescita economica superiori.

    A questo quadro si aggiunge il tema del ciclo del dollaro. Nei periodi in cui il dollaro tende a indebolirsi rispetto alle principali valute, i mercati internazionali non USA, e in particolare gli emergenti, storicamente hanno registrato risultati migliori rispetto agli indici americani. Questa combinazione di fattori – valutazioni più basse e potenziale di rivalutazione valutaria – rende ancora più interessante valutare ETF globali e ETF emergenti in ottica strategica.

    Perché non si tratta di abbandonare gli USA, ma di ribilanciare con intelligenza

    Gli Stati Uniti restano un pilastro indispensabile per chi investe a livello mondiale. Il sistema economico americano, le sue aziende leader e la capacità di innovazione rappresentano elementi che difficilmente possono essere ignorati in un portafoglio di lungo periodo. L’idea non è quindi quella di azzerare l’esposizione agli USA, bensì di riorganizzare il peso relativo di questa componente rispetto alle altre aree.

    Una strategia sensata per chi desidera investire per il futuro consiste nel mantenere una buona quota di azionario statunitense, ma affiancarlo a strumenti che espongano anche a mercati globali, emergenti e ad azioni ad alto dividendo a livello globale. Questo approccio permette di ridurre il rischio specifico legato a pochi titoli, aumentare la diversificazione geografica e migliorare il profilo rischio/rendimento del portafoglio nel lungo periodo.

    Qui di seguito sono descritti in modo dettagliato i tre ETF selezionati, MSCI World, MSCI Emerging Markets e l'MSCI Emerging Markets, per costruire il portafoglio per il futuro.

    MSCI World: l’ETF globale che offre diversificazione e stabilità

    Il primo strumento da considerare quando si parla di migliori ETF è l’iShares MSCI World ETF (URTH). Questo indice raccoglie le principali società dei Paesi sviluppati, distribuendo il capitale tra Stati Uniti, Europa, Giappone, Regno Unito, Canada e altre economie avanzate. Per un investitore italiano rappresenta una soluzione pratica per ottenere un’esposizione automatica ai mercati azionari globali, riducendo il rischio di scommettere su un singolo Paese.

    Chi sceglie di investire in ETF legati all’MSCI World ottiene un portafoglio in cui gli Stati Uniti mantengono un ruolo importante, ma non esclusivo. Il ribilanciamento periodico in funzione della capitalizzazione di mercato fa sì che, qualora Europa o Giappone dovessero mostrare una fase di forza relativa, il loro peso all’interno dell’indice cresca in modo naturale. Per chi cerca una base solida, adatta a un piano di accumulo o a un investimento di lungo periodo, si tratta di un punto di partenza estremamente interessante.

    MSCI World Ex USA: l’alternativa per chi vuole ridurre la componente americana

    Per gli investitori che ritengono gli Stati Uniti eccessivamente sopravvalutati esiste una variante particolarmente utile: l’MSCI World Ex USA. Questo indice replica le stesse logiche dell’MSCI World, ma esclude l’azionario americano, permettendo di concentrare il capitale sui restanti Paesi sviluppati. È una scelta sensata per chi ha già una forte esposizione in altri strumenti USA o desidera puntare su un recupero relativo di Europa, Giappone e Regno Unito nei prossimi anni.

    Questo il grafico dell'iShares MSCI World ETF (URTH)

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    MSCI Emerging Markets: l’ETF strategico per approfittare del ciclo del dollaro

    Il secondo pilastro della strategia riguarda l’MSCI Emerging Markets, l’indice che comprende le principali economie in via di sviluppo. Questo ETF include Paesi come India, Taiwan, Brasile, Sudafrica e Cina, realtà che presentano una crescita del PIL potenzialmente superiore rispetto ai mercati sviluppati, pur trattando a multipli inferiori.

    Avere una quota di ETF emergenti in portafoglio significa esporsi a mercati più volatili, ma anche a un possibile extra-rendimento nel lungo periodo. Molte di queste economie stanno migliorando la propria infrastruttura finanziaria, tecnologica e industriale, attirando capitali internazionali e rafforzando il ruolo delle loro borse. Per un investitore che ragiona su orizzonti di 10 o 15 anni, questa componente può rappresentare un motore di crescita aggiuntivo.

    Perché gli emergenti potrebbero sovraperformare gli USA

    Storicamente, nelle fasi in cui il dollaro si indebolisce, gli indici dei mercati emergenti hanno ottenuto risultati migliori rispetto all’azionario statunitense. Questo accade perché un dollaro più debole tende a favorire le esportazioni dei Paesi emergenti, riduce il peso del debito denominato in valuta americana e attira flussi di capitale verso asset percepiti come più convenienti.

    In questo contesto molti investitori valutano l’iShares Core MSCI Emerging Markets ETF (IEMG) come uno dei migliori ETF da affiancare ai tradizionali strumenti globali. Pur richiedendo una maggiore tolleranza alla volatilità, può contribuire in modo significativo alla performance complessiva quando il ciclo macroeconomico si sposta a favore delle economie in crescita.

    Questo il grafico dell'iShares Core MSCI Emerging Markets ETF (IEMG)

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    FTSE All-World High Dividend Yield: l’ETF globale orientato al flusso cedolare

    Accanto a MSCI World e MSCI Emerging Markets, un altro tassello importante nella creazioni di un portafolio bilanciato è rappresentato da un indice globale focalizzato sui dividendi, come il FTSE All-World High Dividend Yield. Questo ETF seleziona aziende che offrono rendimenti da dividendo interessanti e sostenibili, privilegiando spesso realtà mature con flussi di cassa stabili e bilanci solidi.

    La composizione di questo ETF è meno sbilanciata sulle grandi società tecnologiche e tende a includere in misura maggiore i settori finanziario, industriale, beni di prima necessità e sanità. Si crea così un equilibrio diverso rispetto agli indici tradizionali, con un’attenzione particolare alla generazione di reddito periodico e a valutazioni più contenute rispetto ai titoli growth.

    Un equilibrio tra rendimento e prudenza

    Un ETF globale ad alto dividendo, Vanguard FTSE All-World High Dividend Yield UCITS ETF USD (VHYDL), rappresenta una scelta interessante per chi cerca un compromesso tra crescita del capitale e stabilità. Il flusso cedolare può aiutare a smussare i movimenti di mercato e offre una componente di rendimento meno dipendente dalle sole variazioni di prezzo delle azioni. Inserire questo strumento accanto a MSCI World e MSCI Emerging Markets permette di costruire un portafoglio più bilanciato, capace di affrontare fasi di volatilità mantenendo una struttura coerente con obiettivi di lungo periodo.

    Questo il grafico del Vanguard FTSE All-World High Dividend Yield UCITS ETF USD (VHYDL)

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    Come Strutturare un Portafoglio Basato su ETF

    Come Strutturare un Portafoglio Basato su ETF

    Costruire un portafoglio efficace basato su ETF richiede una pianificazione accurata e una chiara comprensione degli obiettivi personali, del profilo di rischio e dell’orizzonte temporale. Gli ETF sono strumenti versatili e trasparenti, ma per ottenere risultati coerenti è necessario selezionare il giusto equilibrio tra esposizione geografica, settoriale e stile di investimento. Un portafoglio ben strutturato non deve puntare esclusivamente alla performance, bensì alla stabilità nel medio-lungo periodo e alla capacità di adattarsi alle fasi di mercato.

    Una strategia molto utilizzata prevede l’impiego di una base globale come il MSCI World, affiancata da un’esposizione ai mercati emergenti per incrementare il potenziale di crescita e da un ETF orientato ai dividendi per mitigare la volatilità. Investitori con una maggiore propensione al rischio possono aumentare il peso degli emergenti, mentre chi predilige stabilità può privilegiare componenti ad alto dividendo o ETF più ampi e diversificati. Una revisione periodica, generalmente annuale, è consigliata per ristabilire le percentuali originali e correggere eventuali sbilanciamenti prodotti dai movimenti di mercato.

    Piano di Accumulo (PAC) e Investire in ETF nel Lungo Periodo

    Il Piano di Accumulo (PAC) rappresenta una delle tecniche più efficaci per investire in ETF in modo costante, disciplinato e indipendente dai cicli di mercato. Versando una somma regolare nel tempo, l’investitore beneficia della riduzione dell’impatto delle oscillazioni dei prezzi attraverso l’effetto del prezzo medio ponderato, evitando di dover stabilire il momento migliore per acquistare.

    Un PAC costruito su ETF globali come quelli descritti in precedenza permette di condividere la crescita delle principali economie mondiali senza dover analizzare singole aziende. Su orizzonti temporali superiori ai dieci anni, l’effetto della capitalizzazione composta diventa particolarmente rilevante, soprattutto quando i dividendi vengono reinvestiti. Per questi motivi, il PAC non è soltanto una strategia operativa, ma un metodo per formare abitudini finanziarie costanti e sostenibili nel tempo.

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    Rischi da Considerare Quando si Investono ETF Globali

    Gli ETF globali offrono una diversificazione ampia, ma presentano rischi specifici che è opportuno valutare con attenzione. Chi investe deve conoscere nel dettaglio le principali criticità per gestirle in modo consapevole.

    • Rischio valutario: molti ETF globali sono espressi in dollari o altre valute estere. Le oscillazioni dei tassi di cambio possono aumentare o ridurre il rendimento finale, anche quando l’indice sottostante registra performance positive.
    • Concentrazione implicita: nonostante la definizione “globale”, numerosi ETF attribuiscono un peso molto elevato agli Stati Uniti, spesso superiore al 60%, riducendo la reale diversificazione geografica.
    • Volatilità dei mercati emergenti: gli ETF che includono Paesi in via di sviluppo possono subire forti oscillazioni dovute all’instabilità politica, al rischio normativo e alla minore maturità dei mercati locali.
    • Rischio settoriale: negli ultimi anni gli indici globali sono stati fortemente influenzati dal settore tecnologico, creando una dipendenza strutturale da un numero limitato di società ad alta capitalizzazione.
    • Rischio di replica: alcuni ETF utilizzano la replica sintetica o adottano metodologie che possono introdurre rischio aggiuntivo rispetto alla replica fisica completa.

    Errori Comuni Quando si Investono ETF Globali

    Nel costruire un portafoglio basato su ETF globali, molti investitori commettono errori ricorrenti che possono compromettere i risultati nel lungo periodo. Riconoscerli in anticipo è fondamentale per evitarli.

    • Eccessiva esposizione agli Stati Uniti: molti portafogli risultano sbilanciati verso l’azionario USA senza che l’investitore ne sia pienamente consapevole, riducendo la diversificazione reale.
    • Cambio di strategia troppo frequente: reagire emotivamente alle notizie di breve periodo porta spesso ad acquistare ai massimi e vendere ai minimi, vanificando i benefici di una strategia disciplinata.
    • Trascurare il TER (Total Expense Ratio): anche differenze apparentemente minime nei costi di gestione possono accumularsi nel tempo, influenzando in modo significativo il rendimento finale.
    • Confondere quantità con diversificazione: possedere molti ETF non garantisce automaticamente una diversificazione efficace se gli strumenti replicano indici simili o altamente correlati.
    • Ignorare la propria tolleranza al rischio: sovrappesare mercati emergenti o settori volatili senza una strategia chiara può generare stress emotivo e scelte impulsive.

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    Outlook 2025–2030: tendenze decennali che guideranno i mercati

    Per decidere con consapevolezza dove investire nei prossimi anni, è cruciale analizzare le tendenze destinate a influenzare in modo strutturale i mercati globali. Uno dei principali fattori sarà l’evoluzione della intelligenza artificiale, che continuerà a migliorare i processi produttivi, la gestione dei dati e l’automazione in numerosi settori. Con il tempo i benefici dell’IA si estenderanno oltre la tecnologia, interessando comparti come industria, sanità e servizi.

    Un altro elemento determinante sarà il fenomeno del reshoring produttivo, con molti Stati impegnati a riportare all’interno dei propri confini le filiere critiche, riducendo la dipendenza strategica da Paesi geopoliticamente complessi. Questa transizione richiederà investimenti massicci in infrastrutture, logistica e tecnologie avanzate, con impatti diretti sulle aziende attive in questi comparti.

    La transizione energetica continuerà a trasformare profondamente settori come rinnovabili, utility e produzione di materie prime essenziali per l’elettrificazione. Parallelamente, la demografia giocherà un ruolo decisivo: mentre Europa e Giappone dovranno confrontarsi con un invecchiamento della popolazione, Paesi come India e Indonesia beneficeranno di una forza lavoro in crescita, attraendo investimenti e rafforzando il peso degli ETF emergenti.

    Infine, l’andamento del dollaro influenzerà i flussi di capitale globali. Periodi prolungati di debolezza della valuta americana potrebbero favorire le economie estere e sostenere la performance degli ETF non-USA. Comprendere queste tendenze consente di costruire un portafoglio capace di adattarsi ai cambiamenti macroeconomici e di cogliere le opportunità offerte dai mercati in evoluzione.

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    Perché questi ETF rappresentano una scelta strategica per il futuro

    I cambiamenti strutturali che stanno caratterizzando i mercati globali rendono fondamentale adottare un approccio più attento e consapevole nella costruzione del portafoglio. Valutazioni elevate negli Stati Uniti, cicli valutari in evoluzione e una crescente differenziazione delle performance tra le principali aree geografiche suggeriscono la necessità di ribilanciare l’esposizione e ampliare l’orizzonte degli investimenti.

    Integrare nel portafoglio strumenti come MSCI World, MSCI Emerging Markets e l'MSCI Emerging Markets offrono una combinazione solida tra crescita, diversificazione e generazione di flussi costanti. Questi ETF consentono di distribuire il rischio su economie sviluppate ed emergenti, ridurre la dipendenza da un numero ristretto di aziende ad alta capitalizzazione e beneficiare dei trend macroeconomici che potrebbero caratterizzare il prossimo decennio.

    Prepararsi al futuro significa adottare una visione di lungo periodo e strutturare un portafoglio resiliente, capace di adattarsi a scenari diversi. Scegliere ETF globali ben costruiti permette di affrontare la volatilità con maggiore stabilità, cogliendo le opportunità offerte dai mercati internazionali e creando le basi per una crescita finanziaria sostenibile e duratura.

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    Come gli investitori dovrebbero muoversi

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    Qual è il primo passo per iniziare a investire in ETF in modo consapevole?

    Il punto di partenza consiste nel definire obiettivi chiari, come durata dell’investimento, tolleranza al rischio e disponibilità economica. Questa fase aiuta a scegliere tra ETF globali, emergenti o orientati al dividendo, costruendo una strategia coerente con le proprie esigenze. È sempre utile comprendere cosa replica un ETF, quali sono i costi e come si inserisce all’interno dell’intero portafoglio.

    Quale percentuale destinare agli ETF globali e agli ETF emergenti?

    Non esiste una formula universale valida per tutti. Alcuni investitori preferiscono assegnare una quota maggiore agli ETF globali come MSCI World per puntare sulla stabilità dei Paesi sviluppati, mentre altri integrano un peso più elevato agli ETF sui mercati emergenti per aumentare il potenziale di crescita. La combinazione dipende dal proprio profilo: maggiore prudenza significa più peso ai mercati sviluppati; maggiore propensione al rischio implica più spazio agli emergenti.

    È possibile acquistare ETF tramite piattaforme professionali a basso costo?

    Sì, molti investitori utilizzano piattaforme regolamentate che consentono di negoziare ETF con commissioni ridotte. Tra queste rientrano broker professionali come XTB, che permettono di accedere ai principali mercati internazionali con procedure semplificate e costi contenuti. La scelta della piattaforma deve basarsi su criteri come sicurezza, regolamentazione, trasparenza dei prezzi e qualità dell’assistenza, valutando con attenzione tutte le condizioni operative.

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    Conviene iniziare con un Piano di Accumulo (PAC) sugli ETF?

    Il PAC rappresenta un metodo efficace per chi desidera iniziare con gradualità e mantenere un ritmo costante negli investimenti. Versare importi periodici consente di evitare la necessità di individuare il “momento perfetto” per entrare sul mercato e aiuta a ridurre l’impatto delle oscillazioni dei prezzi. È un approccio apprezzato soprattutto dai principianti e dagli investitori che preferiscono una strategia semplice e disciplinata.

    Quanto è importante la diversificazione quando si investe in ETF?

    La diversificazione è fondamentale. Anche se gli ETF offrono già un’ampia distribuzione del rischio, è utile non concentrare tutto il capitale in un unico strumento o in una sola area geografica. Alternare ETF globali, emergenti e ETF orientati ai dividendi permette di stabilire un equilibrio tra stabilità, crescita e rendimento, riducendo l’impatto di eventuali cali dei singoli mercati.

    Quali errori è meglio evitare quando si inizia a investire in ETF?

    Tra gli errori più comuni ci sono l’eccessiva fiducia nei mercati statunitensi, il tentativo di anticipare continuamente i movimenti di mercato e la scelta di ETF senza considerare costi, replica o correlazione. È importante adottare una strategia di lungo periodo e non modificare frequentemente il portafoglio sulla base delle notizie quotidiane.

    Come posso capire se sto investendo in ETF adatti al mio profilo?

    La scelta dipende da diversi fattori: obiettivi, orizzonte temporale, livello di rischio accettabile e conoscenza dei mercati. ETF globali come MSCI World sono spesso scelti per la loro stabilità, mentre ETF come MSCI Emerging Markets vengono utilizzati da chi cerca maggior potenziale di crescita accettando una volatilità superiore. Valutare attentamente queste caratteristiche aiuta a selezionare strumenti compatibili con le proprie esigenze.

    L’aumento della volatilità può influenzare gli investimenti in ETF?

    Sì, la volatilità può incidere sulle oscillazioni del valore dell’ETF, soprattutto quando questo replica mercati più instabili o settori sensibili ai cicli economici. Una strategia diversificata e un orizzonte di lungo periodo possono aiutare a ridurre l’impatto psicologico delle fluttuazioni e mantenere una rotta stabile anche nei momenti meno lineari.

    Quali consigli operativi possono aiutare nella gestione del portafoglio in ETF?

    • Definire obiettivi realistici e misurabili prima di effettuare qualsiasi acquisto.
    • Ribilanciare il portafoglio almeno una volta l’anno per riportare le percentuali ai valori desiderati.
    • Valutare i costi totali di ogni ETF, inclusi TER e spread.
    • Utilizzare piattaforme professionali regolamentate e a basso costo per massimizzare l’efficienza degli investimenti.
    • Mantenere una visione di lungo periodo, evitando decisioni impulsive legate ai movimenti di breve termine.

    Ricorda: qualsiasi investimento, compresi quelli in ETF, comporta rischi. Prima di procedere è indispensabile effettuare le proprie analisi e valutare con attenzione se gli strumenti scelti sono coerenti con il proprio profilo finanziario.

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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