Nel mondo degli investimenti, una domanda comune riguarda la convenienza di investire in obbligazioni americane o europee. Questa decisione può sembrare semplice, ma in realtà è influenzata da una serie di fattori che possono rendere un’opzione più attraente dell’altra. Scopriamo insieme la risposta.
Il dilemma delle obbligazioni: USA vs Europa
Le obbligazioni americane offrono rendimenti superiori a quelli europei, il che potrebbe portare a pensare che sia meglio acquistare ETF obbligazionari e obbligazioni americane piuttosto che quelle europee. Ma è davvero così? Non esattamente.
Molti investitori sono tentati di acquistare obbligazioni e ETF obbligazionari del nuovo continente per due motivi principali, uno perché offrono rendimenti superiori e poiché il rendimento alla scadenza delle obbligazioni americane è superiore a quello delle obbligazioni europee, in caso di taglio dei tassi da parte di entrambe le banche centrali, l’apprezzamento delle obbligazioni americane sarebbe maggiore perché partirebbero da tassi più alti.
Tuttavia, questi ragionamenti ignorano un elemento molto importante: il rischio di cambio. Le fluttuazioni nel rapporto euro-dollaro potrebbero rendere il rendimento effettivo molto diverso da quello atteso. Anche se le obbligazioni americane potrebbero sembrare più interessanti, se non ci si protegge dal rischio di cambio, potremmo ottenere un profitto aggiuntivo o una perdita minore in caso di apprezzamento del dollaro, e ovviamente l’opposto in caso contrario.
Il rischio di cambio e le obbligazioni
Quando si tratta di azioni, il rischio di cambio è meno rilevante per una serie di motivi. Le azioni tendono a consentire un rendimento medio superiore a quello delle obbligazioni, quindi l’influenza del rapporto di cambio, sebbene possa non essere bassa nel medio-lungo termine, tende a non distorcere le prestazioni complessive.
Inoltre, la non copertura del tasso di cambio quando investiamo in azioni americane potrebbe addirittura essere un vantaggio per noi europei. Spesso il dollaro, a parità di altre condizioni, agisce come un asset rifugio nei momenti di maggiore stress sui mercati finanziari. Questo significa che potrebbe accadere che in caso di forte calo dei mercati azionari, il dollaro si muova nella direzione opposta, limitando le nostre perdite e non di poco. Quindi ne beneficeremmo senza dover pagare nulla.
Tuttavia, quando si tratta di obbligazioni e ETF obbligazionari, il discorso cambia. Il loro rendimento è decisamente inferiore a quello delle azioni, quindi il tasso di cambio potrebbe avere un’influenza decisiva sulle prestazioni obbligazionarie, ovvero proprio su quella parte del nostro portafoglio che dovrebbe cercare di conferire maggiore stabilità ai nostri portafogli. Pertanto, si dice spesso che questo è un rischio che, almeno per la componente obbligazionaria, non dovremmo correre o almeno dovremmo limitare.
Come eliminare il rischio di cambio
Chi vuole necessariamente investire nelle obbligazioni americane potrebbe pensare: “Bene, possiamo coprirci dal rischio di cambio“. Infatti, senza dover effettuare particolari operazioni, esistono ETF che ci coprono dal rischio di cambio. Quindi, in caso di svalutazione del dollaro, ad esempio, il nostro ETF coperto non dovrebbe essere penalizzato. Invece, quello senza copertura otterrebbe una performance inferiore. Ma ovviamente vale anche il contrario, ovvero l’ETF con copertura otterrà una performance peggiore rispetto alla variante non coperta, perché la sterilizzazione vale in entrambe le direzioni.
Il costo della copertura del rischio di cambio
Ciò che non tutti sanno è che la copertura del rischio di cambio presenta un problema, o meglio, un costo. Si potrebbe pensare che il costo degli ETF coperti dal cambio sia leggermente più alto rispetto alla variante senza copertura. In realtà, i costi relativi alla copertura del cambio non sono inclusi nel costo totale dell’ETF. Questo non è dovuto a una cospirazione, ma perché il costo totale è un costo di gestione annuale fisso, mentre i costi che le società che gestiscono gli ETF sostengono per coprirsi dalle fluttuazioni valutarie cambiano di volta in volta in base alle condizioni di mercato. Pertanto, non possono incorporare questo costo a priori all’interno del costo totale.
Conclusione
Se stiamo parlando di azioni americane, noi europei continueremo sempre a investire negli Stati Uniti perché storicamente è il mercato azionario più grande e performante. Non ci copriamo dal rischio di cambio perché non distorce le nostre performance a lungo termine e quindi è inutile correre il rischio di pagare un costo elevato per ottenere un beneficio incerto.
Per quanto riguarda le obbligazioni, il rischio di cambio ha un impatto maggiore perché il rendimento medio delle obbligazioni è inferiore a quello delle azioni. Inoltre, considerando che le obbligazioni dovrebbero dare maggiore stabilità al nostro portafoglio e non aggiungere ulteriori elementi di incertezza, dovremmo prendere misure per ridurre il rischio di cambio.
Da un punto di vista personale, non è molto conveniente acquistare obbligazioni americane con o senza copertura valutaria. Pertanto, per evitare il rischio di cambio e costi elevati, è meglio investire in Europa, anche se il rendimento è leggermente inferiore al momento.
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