Polkadot ha completato uno dei suoi traguardi più attesi, rilasciare funzione denominata XCM (cross-consensus messaging) e diventare un ecosistema Multi-Chain completamente inter-operabile.
Polkadot ha finalmente mantenuto la sua promessa di diventare un ecosistema Multi-Chain completamente interoperabile. lo ha fatto con il lancio di XCM, un formato “Cross-Consensus Messaging” che consente la comunicazione tra i vari parachain della rete.
Il tanto atteso aggiornamento dell’interoperabilità di Polkadot è finalmente attivo
Polkadot ha raggiunto un altro importante traguardo, la piena disponibilità su Polkadot della funzione di “cross-consensus messaging” (XCM), che definisce il linguaggio con il quale devono essere scambiati i messaggi tra due blockchain che inter-operano.
Solo alcuni giorni fa, in occasione di questo grande aggiornamento per l’ecosistema Polkadot, Cryptosmart ha intervistato Gavin Wood. Durante l’intervista, Wood aveva annunciato che XCM verrà lanciato a breve, e le promesse sono state mantenute.
L’obiettivo di Polkadot infatti è proprio quello di consentire a diverse blockchain di interagire direttamente tra di loro, senza dover passare per i soliti bridge. XCM è la funzione che consentirà di fare questo.
Polkadot mira a risolvere il problema dei bridge su criptovalute con il sistema di messaggistica XCM
Il nuovo sistema di messaggistica XCM intende promuovere l’ecosistema multichain di Polkadot, che si basa sull’idea di interoperabilità. Si dice che i canali XCM abbiano le stesse misure di sicurezza dell’hub centrale di Polkadot, Relay Chain, e siano disponibili anche per l’uso da parte dei parachain.
Ciò significa che XCM consentirà la comunicazione tra i parachain stessi e gli smart contract. I messaggi possono quindi essere inviati tra parachain senza che debbano essere archiviati nella catena di inoltro.
Ciò può eliminare i rischi, in particolare di solidità ed affidabilità dei bridge usati attualmente, che alcuni hanno recente ricevuto veri e propri attacchi hacker. Inoltre, nel caso di un problema su una delle due catene del bridge, c’è il rischio che il problema si propaghi anche alle altre. Questi attacchi hack bridge sono costati all’industria delle criptovalute più di 1 miliardo di dollari nell’ultimo anno. L’hacking del bridge più noto è stato l’exploit del bridge Ronin di Axie Infinity. In questo incidente, gli autori sono riusciti a farla franca con oltre 600 milioni di dollari di risorse digitali.
Il capo degli affari pubblici di Polkadot, Peter Mauric, ha evidenziato alcuni dei difetti più comuni dei bridge. Secondo lui “la maggior parte dei bridge oggi si basa su alcune basi deboli, principalmente l’eccessivo affidamento su schemi multi-firma centralizzati, il che significa che non sono codici di smart contract di fiducia che espongono gli utenti agli attacchi”.
Ha poi aggiunto inoltre che la “comunicazione tra parachain su Polkadot evita queste insidie”.
Polkadot ha anche confermato che sta lavorando su future iterazioni di sistema note come XCMP o “Cross-Chain Message Passing“, che consentirà la comunicazione diretta da parachain a parachain senza alcuna intermediazione da parte della catena di inoltro. XCMP consentirà anche di inviare messaggi a blockchain come Ethereum e Bitcoin quando sarà attivo.
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