
Negli ultimi anni il dibattito su Bitcoin ha raggiunto una maturità inattesa. Anche chi, fino a poco tempo fa, osservava il fenomeno da lontano ora inizia a intuire che siamo davanti a un cambiamento epocale dei mercati finanziari. L’interesse crescente di istituzioni, governi e grandi corporation sta aprendo una fase completamente nuova, molto diversa dalle esplosioni speculative del passato. Ed è proprio in questo contesto che la visione di Michael Saylor, uno dei sostenitori più influenti di Bitcoin a livello globale, acquista un peso enorme.
La sua prospettiva, incentrata sul lungo termine, suggerisce che l’opportunità presente davanti agli investitori potrebbe non ripetersi. Secondo Saylor, l’attuale fase rappresenta una sorta di finestra privilegiata, accessibile soltanto a chi decide di comprendere la tecnologia e i suoi fondamentali prima che il mondo la consideri un asset imprescindibile. Da qui nasce la sua assoluta fiducia sul 2026 e sugli anni successivi: una fiducia che sorprende molti, ma che si fonda su una serie di trasformazioni macroeconomiche, regolamentari e tecnologiche che stanno già rimodellando il sistema finanziario globale.
Perché Bitcoin viene considerato un asset sottovalutato oggi
Secondo Saylor, chi approfondisce ora il funzionamento di Bitcoin sta acquistando un bene ancora fortemente scontato rispetto a ciò che varrà quando sarà pienamente accettato da istituzioni, governi e banche. Nella sua analisi, chi entra sul mercato oggi sta pagando solo il 10% del probabile valore futuro. Il motivo è semplice: quando le grandi banche renderanno l’acquisto di BTC immediato e completamente integrato nei loro servizi, il prezzo potrebbe risultare già 10 volte superiore.
A suo avviso, chi aspetta il 2035 per comprare BTC si troverà sì in un ambiente più semplice e regolato, ma a un costo enormemente più alto. Per Saylor il ruolo dell’investitore, ora, è simile a quello di chi acquistava immobili o azioni tecnologiche prima dell’esplosione della domanda.
Le proiezioni di prezzo secondo Saylor

Target di breve termine
MicroStrategy, la società guidata da Saylor, considera 150.000 dollari un livello plausibile entro fine anno, supportato dall’ingresso degli ETF e dalla crescente domanda istituzionale.
Potenziale di medio periodo
Nel suo scenario su 4–8 anni, Bitcoin potrebbe raggiungere 1 milione di dollari per unità, alimentato da adozione globale, ingresso di banche e governi e formazione di un enorme mercato creditizio basato su BTC.
Visione di lungo periodo
Su un orizzonte di 21 anni, Saylor ipotizza una crescita media del 29% annuo, che porterebbe BTC sopra i 20 milioni di dollari per unità. Secondo lui, si tratta semplicemente dell’evoluzione naturale di un bene destinato a diventare la principale riserva globale di valore.
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Lo scenario macroeconomico: perché il sistema attuale scricchiola
Bitcoin ha superato quota 126.000 dollari quest'anno, raggiungendo un nuovo massimo storico, nonostante l'attuale pressione ribassista che lo ha riportato sotto quota 90.000 dollari. Saylor considera questa volatilità una fase transitoria di un movimento molto più ampio. Il motivo è legato alla fragilità crescente del sistema monetario tradizionale, dove le valute nazionali perdono potere d’acquisto anno dopo anno, il debito globale supera soglie considerate insostenibili da molti economisti e le politiche fiscali e monetarie non riescono più a contenere gli squilibri.
In uno scenario simile, BTC non sarebbe scelto per moda, ma per necessità. La sua natura decentralizzata, verificabile e scarsamente inflazionabile lo rende una sorta di “porto sicuro” in un contesto di deterioramento strutturale delle monete fiat.
L’ingresso delle istituzioni: l’inizio di un nuovo ciclo
La vera rivoluzione è arrivata nel 2024, quando sono stati approvati i primi ETF spot su Bitcoin. BlackRock, in particolare, ha segnato un record assoluto: il suo ETF è diventato uno dei più veloci della storia a superare decine di miliardi di dollari in asset.
Questo passaggio non rappresenta solo un nuovo veicolo di investimento. È il segnale che la finanza tradizionale ha ufficialmente aperto le porte a Bitcoin.
Il cambio politico negli Stati Uniti
Un altro elemento determinante è il cambio di atteggiamento nella leadership economica USA. Oggi molte figure chiave, dal Tesoro alla SEC, sono più aperte all’ecosistema crypto. Saylor considera questa svolta un acceleratore di adozione, capace di generare un vero cambio di paradigma.
Il nodo del credito: la scintilla che può far esplodere il prezzo
Una delle sfide più complesse per i grandi detentori di BTC riguarda l’accesso al credito. A differenza di azioni e immobili, Bitcoin non è ancora pienamente accettato come garanzia dalle banche. Chi possiede grandi quantità di BTC difficilmente può ottenere prestiti utilizzandoli come collaterale. Di conseguenza, molti investitori sono costretti a vendere una parte delle proprie partecipazioni.
Saylor prevede un cambiamento storico tra 2025 e 2028. Secondo la sua visione, le banche adotteranno servizi di custodia Bitcoin, verranno introdotti prodotti di credito basati su BTC e il mercato si espanderà come accaduto nel real estate e nelle equities nel secolo scorso.
Quando sarà possibile ottenere un mutuo o una linea di credito con Bitcoin come garanzia, la domanda potrebbe aumentare in modo esponenziale, ridefinendo completamente il prezzo dell’asset.
Bitcoin come proprietà digitale: il concetto chiave della filosofia di Saylor
Per Saylor, Bitcoin non rappresenta solo una valuta, è una forma di proprietà digitale globale, paragonabile a un terreno che non può essere confiscato, distrutto o svalutato. A differenza di immobili, oro o attività finanziarie legate a governi e banche, Bitcoin offre un livello di protezione patrimoniale mai visto.
Con soli 21 milioni di BTC esistenti, ogni unità rappresenta una quota permanente dell’economia digitale globale. Questo concetto diventa ancora più evidente nei Paesi dove le valute collassano ciclicamente: America Latina, Africa, Europa dell’Est, parti dell’Asia. Qui intere generazioni vedono polverizzarsi risparmi e ricchezza a causa di inflazione e controlli sui capitali. BTC offre un’uscita da questo meccanismo.
Molti scettici, dice Saylor, provengono da contesti economicamente stabili, dove non hanno vissuto il trauma di un collasso monetario. Eppure anche il dollaro USA perde valore ogni anno, motivo per cui i grandi patrimoni si proteggono tramite asset reali. Bitcoin unisce i vantaggi degli asset tradizionali con quelli della tecnologia digitale.
Perché le mega-corporation potrebbero accelerare l’adozione
Giganti come Apple, Amazon e Google hanno già rapporti bancari consolidati, che consentono loro di investire in ETF Bitcoin con un semplice passaggio amministrativo. Questa facilità riduce drasticamente le barriere di ingresso per i più grandi detentori di capitale al mondo.
Se queste corporation decidessero di destinare anche solo una piccola percentuale dei loro bilanci a Bitcoin, la pressione sul lato dell’offerta potrebbe generare una rivalutazione senza precedenti.
2026–2030: la fase decisiva per il futuro di Bitcoin
Secondo Saylor, siamo davanti a una trasformazione che spingerà BTC al centro della finanza globale. I passaggi chiave saranno l’ingresso massiccio delle aziende, l’integrazione bancaria del credito basato su BTC, politiche economiche favorevoli agli asset digitali e l’adozione da parte di fondi sovrani e governi.
A quel punto il movimento sarà inarrestabile. Bitcoin non sarà più un investimento di nicchia, ma una colonna portante delle strategie patrimoniali del XXI secolo.
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