
C’è un vento gelido che attraversa il mercato delle criptovalute. In superficie tutto sembra stabile: i grafici oscillano, le notizie si rincorrono, e Bitcoin continua a mantenere la sua posizione dominante. Ma dietro questa calma apparente si nasconde un movimento profondo, silenzioso, e potenzialmente esplosivo.
Negli ultimi trenta giorni, una fetta consistente dei long-term holders, i custodi più pazienti di Bitcoin, ha iniziato a vendere. Non si tratta di una piccola presa di profitto, ma di un’ondata di liquidazioni che rappresenta quasi il 2% della supply globale. Una cifra enorme, che ha scatenato una catena di reazioni nel mondo crypto e messo in allerta gli investitori più esperti.
Mentre le banche centrali affrontano le prime crepe del sistema finanziario, la Federal Reserve torna a iniettare miliardi di dollari nell’economia. E mentre l’Europa inasprisce la tassazione sugli asset digitali, Bitcoin dimostra una resilienza che lascia molti analisti interdetti.
Il risultato? Un mercato diviso tra paura e opportunità, tra chi teme un nuovo crollo e chi intravede nel caos un’occasione irripetibile.
Se vuoi capire perché i mercati tremano, quali forze stanno muovendo realmente il prezzo di Bitcoin e cosa questo significa per il futuro delle criptovalute, preparati a guardare dietro le quinte di una delle fasi più delicate — e affascinanti — del mondo finanziario digitale.
Il Sell-off dei Long-term Holders: un segnale da non ignorare
Negli ultimi 30 giorni, circa 400.000 Bitcoin — quasi il 2% della total supply — sono stati venduti da investitori di lungo periodo. Si tratta di un dato eccezionale che non si vedeva da tempo e che suggerisce un cambio di atteggiamento da parte dei detentori storici.
Solitamente questi portafogli tendono a mantenere le loro posizioni anche durante le fasi di volatilità, fungendo da “mano forte” del mercato. Tuttavia, questa recente ondata di vendite indica che alcuni investitori istituzionali o fondi di grandi dimensioni stanno prendendo profitto o riducendo l’esposizione in previsione di possibili turbolenze future.
La cosa sorprendente è che, nonostante questa pressione di vendita, Bitcoin ha mantenuto livelli di prezzo elevati, segno di una certa resilienza strutturale e di un mercato sempre più maturo e istituzionalizzato.
Crisi politica e rischio economico: lo shutdown USA
A complicare ulteriormente il quadro c’è lo shutdown del governo statunitense, che sta paralizzando parte delle attività federali. Secondo l’analista di Goldman Sachs Alec Philips, un blocco prolungato potrebbe causare “il più grande impatto economico mai registrato” nella storia recente degli Stati Uniti.
Uno shutdown di sei settimane rischierebbe di ridurre la crescita del PIL del quarto trimestre di oltre 1,1 punti percentuali, con effetti a catena sui mercati finanziari globali. La Federal Reserve, priva di dati aggiornati su inflazione e disoccupazione, si trova a dover decidere sui tassi di interesse “alla cieca”. Una situazione che alimenta l’incertezza e accresce la volatilità.
Francia: nuova tassa sulle criptovalute e beni improduttivi
Mentre negli USA si combatte una battaglia politica, in Europa si apre un fronte fiscale. La Francia ha approvato una nuova tassa dell’1% annuo sugli asset improduttivi, come oro e criptovalute, per patrimoni che superano i 2 milioni di dollari.
La misura ha generato forti polemiche. Il co-fondatore di Ledger, azienda francese leader nel settore crypto, ha espresso preoccupazione per un possibile abbassamento della soglia di applicazione, che potrebbe costringere molti investitori a vendere parte delle proprie posizioni per far fronte all’imposta.
Una tassa di questo tipo rischia di spingere capitali digitali fuori dall’Europa, penalizzando ulteriormente l’ecosistema europeo dell’innovazione.
Accumulo e distribuzione: cosa dicono i dati on-chain
Analizzando le metriche on-chain, come il Trend Accumulation Score di Glassnode, emerge un quadro variegato:
- I portafogli più piccoli, con meno di 1 Bitcoin, continuano ad accumulare;
- Le “balene” con oltre 10.000 BTC stanno invece distribuendo in modo aggressivo.
Questa divergenza tra piccoli investitori e grandi operatori è spesso il preludio a una fase di redistribuzione del mercato, in cui la pressione di vendita dei big viene assorbita da nuovi acquirenti.
È un segnale di transizione ciclica: chi conosce bene la storia del Bitcoin sa che simili movimenti hanno preceduto sia grandi ritracciamenti, sia l’avvio di nuove fasi rialziste.
MicroStrategy continua a comprare: segnale di fiducia
Mentre molti vendono, MicroStrategy prosegue con la sua strategia di accumulo. L’azienda guidata da Michael Saylor ha acquistato 397 Bitcoin per un controvalore di 45,6 milioni di dollari, portando il totale detenuto a 641.205 BTC, con un valore medio di carico pari a 74.057 dollari.
Nonostante il ritmo degli acquisti si sia ridotto rispetto al passato, la mossa conferma una visione di lungo periodo e una fiducia nel valore intrinseco dell’asset. Questo approccio contrasta con la volatilità emotiva del mercato e rappresenta una delle strategie più osservate dagli investitori istituzionali.
La Fed interviene ancora: 24 miliardi per salvare il sistema
La notizia che ha infiammato i mercati è però arrivata poche ore fa: la Federal Reserve ha iniettato 24 miliardi di dollari nel sistema bancario americano. Dopo mesi di politiche restrittive, il sistema finanziario mostra segni di stress e la Fed è costretta a intervenire per evitare nuove crisi di liquidità.
Questa mossa alimenta le speculazioni su un possibile cambio di rotta monetaria, con futuri tagli dei tassi o nuove misure di sostegno. Tuttavia, per i mercati azionari e crypto, il segnale è stato interpretato come un campanello d’allarme: qualcosa nel sistema sta scricchiolando.
Analisi tecnica: livelli chiave da monitorare su Bitcoin

Dal punto di vista tecnico, Bitcoin si trova in una fase di mercato estremamente delicata, dove ogni chiusura giornaliera assume un peso determinante per la direzione del trend. I recenti ribassi hanno riportato l’attenzione su alcune aree di supporto strategiche che gli investitori dovrebbero osservare con attenzione.
Il supporto principale si colloca intorno ai $104.000, un livello che in passato ha rappresentato un punto di consolidamento cruciale. Una chiusura decisa al di sotto di questa soglia potrebbe innescare una nuova ondata di vendite algoritmiche, con target tecnici verso la zona psicologica dei $100.000 (indicata nel video come livello di riferimento ciclico).
Sotto questa fascia, il mercato aprirebbe scenari di bear market esteso, con il rischio di un ritorno verso i minimi del ciclo precedente. Al contrario, la tenuta di questo supporto accompagnata da un aumento dei volumi in acquisto potrebbe generare un rimbalzo tecnico in area $110.000–$115.000, dove passa la prima resistenza dinamica sul grafico giornaliero.
Un altro elemento da monitorare è il comportamento del Relative Strength Index (RSI), attualmente in zona di ipervenduto. Storicamente, ogni volta che l’RSI giornaliero di Bitcoin è sceso sotto i 30 punti, è seguito un recupero tecnico del 10–20% nelle settimane successive.
Sul piano delle medie mobili, la EMA50 (media mobile esponenziale a 50 giorni) si trova in fase di flessione, mentre la EMA200 rimane ancora rialzista, segnalando una fase di compressione tipica delle aree di inversione ciclica. Un incrocio ribassista tra le due medie — noto come death cross — potrebbe confermare la prosecuzione della tendenza negativa, mentre un rimbalzo sopra la EMA50 sarebbe il primo segnale di forza per una ripartenza.
In sintesi, i trader dovrebbero monitorare attentamente:
- $104.000 come livello di supporto chiave per Bitcoin
- $110.000–$115.000 come prima area di resistenza
- RSI sotto 30 come possibile segnale di rimbalzo
- EMA50 ed EMA200 per confermare l’eventuale cambio di trend
La situazione dei principali indici americani aggiunge pressione: il Nasdaq ha formato una figura di cupola di esaurimento dopo un lungo rally, e lo S&P 500 mostra una struttura laterale che lascia intendere un’imminente correzione. Se questa debolezza dovesse estendersi, il comparto crypto — storicamente correlato ai tech — potrebbe subirne le conseguenze.
Conclusione: un mercato fragile ma non finito
L’attuale fase del mercato crypto rappresenta uno dei momenti più interessanti e complessi degli ultimi anni. La vendita massiccia da parte dei long-term holders, l’intervento d’emergenza della Federal Reserve e le nuove politiche fiscali in Europa hanno creato un mix esplosivo di paura, volatilità e speculazione.
Eppure, in mezzo a questa tempesta, Bitcoin continua a dimostrare una resilienza sorprendente. Nonostante una pressione di vendita pari al 2% della supply globale, il prezzo non ha registrato un collasso strutturale. Questo dato suggerisce che la base di investitori istituzionali è più solida che in passato e che il mercato, pur fragile, possiede una capacità di assorbimento molto più matura rispetto ai cicli precedenti.
Gli interventi di aziende come MicroStrategy, che continuano a incrementare la propria posizione nonostante la volatilità, rappresentano un segnale di fiducia a lungo termine. Allo stesso tempo, la reazione della Fed — con una nuova iniezione di 24 miliardi di dollari nel sistema bancario — mostra che le tensioni finanziarie globali non sono ancora sotto controllo.
Questo equilibrio precario tra liquidità, politiche monetarie e sentiment degli investitori definisce un mercato in transizione. Da un lato, si avverte la fragilità di un sistema che lotta per mantenere la stabilità; dall’altro, emergono opportunità per chi ha la pazienza e la visione di investire con disciplina, cogliendo il valore nei momenti di maggiore incertezza.
Il futuro del Bitcoin e dell’intero ecosistema crypto dipenderà dalla capacità di superare questa fase senza perdere credibilità. Se il supporto tecnico dovesse reggere e gli istituzionali continuassero a mantenere le posizioni, potremmo assistere a una nuova fase di accumulo in vista del prossimo ciclo rialzista.
In un mondo in cui i mercati tradizionali vacillano e la politica monetaria cambia direzione, Bitcoin resta il barometro del rischio globale: instabile, controverso, ma sempre al centro della trasformazione finanziaria del nostro tempo.
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