Solo 1,3 milioni di Bitcoin rimasti negli exchange di criptovalute. Secondo una nuova analisi di CryptoRank, attualmente solo il 6,3% della fornitura totale di Bitcoin si trova sugli exchange.
Ma cosa significa realmente questa affermazione? Bè, significa che la gente si è accorta dell’importanza, ma soprattutto del valore, di Bitcoin ed è per questo che non ha interesse nel scambiarlo per altri asset finanziari, fare trading esponendosi al rischio di perdita o ad attacchi hacker; nessuno vorrebbe alzarsi la mattina e trovare il proprio portafoglio virtuale vuoto. Per cui e ci si limita a depositare e trattenere (“holdare”) questi asset finanziari in “cold storage” ovvero portafogli (wallet) fisici/reali , non connessi ad internet, per cui più sicuri rispetto agli “hot storage” che sono invece portafogli virtuali, custoditi nel web da exchange centralizzati e/o decentralizzati e quindi più esposti a furti da parte di hacker.
Ma per trasferire Bitcoin o altre criptovalute su un “cold wallet“( il procedimento è lo stesso) bisogna prima averle, per cui comprarle negli unici posti che ci permettono di entrare in contatto con questo mercato: gli exchange (centralizzati e non), cioè piattaforme che, oltre a mettere a far incontrare domanda e offerta (e quindi compratori e venditori), ci fornisce dei portafogli virtuali chiamati wallet dove poter custodire ed interagire con le nostre cripto valute. Da qui a trasferirle in un wallet fisico, lontano dalla rete, è molto semplice. Queste persone sanno che Bitcoin continuerà a crescere proprio in funzione della sua scarsità, determinata sia dal numero finito di Bitcoin sia dal principio dell’Halving, secondo cui il numero massimo di Bitcoin minati ad ogni ciclo viene dimezzato ogni 4 anni contribuendo ad aumentarne la scarsità in circolazione e la rarità. Per cui il mio Bitcoin o porzione di Bitcoin che sia……ME LA TENGO STRETTA!
L’offerta di Bitcoin (BTC) si sta prosciugando, registrando minimi mai visti da anni. In un recente tweet di CryptoRank, viene evidenziato come solo il 6,3% dell’offerta totale di Bitcoin, o 1,3 milioni di BTC, sia attualmente detenuto sui crypto exchange.
La diminuzione dell’offerta non è certamente una novità: la tendenza è ribassista sin dall’ultimo halving di Bitcoin nel 2020, quando la ricompensa per blocco è stata nuovamente dimezzata. La disponibilità di BTC sugli exchange è dunque decrementata lentamente nell’ultimo anno. I wallet degli exchange rappresentavano il 9,5% dell’offerta di BTC nell’ottobre 2020, poco prima dei massimi storici di Natale 2020, per poi scendere al 7,3% a luglio di quest’anno. L’attuale 6,3% è il dato più basso registrato nel 2021.
È interessante notare come anche il dominio del wallet BTC di Coinbase stia diminuendo. L’exchange americano era solito custodire più BTC di tutte le altre piattaforme messe insieme. Nell’ultimo anno, la sua dominance è scesa dal 50,52% al 40,65%.
La notizia fa seguito ad una serie di fattori positivi per Bitcoin. In primo luogo, l’offerta di BTC si è congekata per l’inverno, registrando incrementi di 100.000 BTC illiquidi al mese. In sostanza, sempre più BTC sono rinchiusi in cold storage rispetto alla quantità che viene estratta.
Glassnode, società di analisi on-chain, ha condiviso ulteriori notizie rialziste sul comportamento degli exchange. La media mobile a sette giorni per il volume di afflusso negli exchange di BTC ha appena raggiunto un minimo di 5 mesi di 978,452 BTC, con una tendenza al ribasso settimana dopo settimana, suggerendo che la carenza di offerta sulle piattaforme potrebbe continuare.
Inoltre, è importante sottolineare che molti investitori retail e diverse aziende detengano i loro BTC sugli exchange, indicando che i BTC liquidi potrebbero essere in realtà persino minori. È risaputo come molti hodler di BTC lascino la custodia delle loro chiavi private agli exchange, invece di trasferire gli asset offline in un wallet personale.
Non sorprende che Changpeng Zhao, CEO e co-fondatore di Binance, abbia incoraggiato la la pratica di usare “hot storage”, nonostante i diversi sforzi di Bitcoiner come Andreas Antonopolous che ricordano costantemente: “Not your Keys, Not your Bitcoin”, dove infatti le chiavi non sono custoditi direttamente da te ma dagli exchange! A differenza di un “cold storage”…
Di conseguenza, malgrado 1,3 milioni di BTC giacciono sugli exchange, molti potrebbero non essere “in circolazione”, contribuendo all’offerta illiquida.
Tuttavia, nonostante le speranze per un “Santa Rally” sulla scia delle analisi rialziste, i ribassisti non sono ancora fuori gioco. Utilizzando i dati di Glassnode, BullRun invest mostra come il 24,6% di tutta l’offerta di BTC sia stata acquistata sopra il prezzo di 47.000 dollari. Ciò suggerisce che circa un quarto dei BTC acquistati a quei livelli di prezzo sono attualmente in perdita.
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