Il contesto economico internazionale sta cambiando rapidamente. La Federal Reserve ha aperto la strada a nuovi tagli dei tassi di interesse in un momento in cui l’inflazione rimane elevata e il dollaro mostra segnali di debolezza. Questo scenario, storicamente favorevole ai metalli preziosi, sta alimentando un rally che molti analisti considerano l’inizio di un bull market strutturale.
Peter Schiff, tra i più noti commentatori economici, evidenzia come la politica monetaria attuale stia creando le condizioni per una crescita duratura di oro e argento, con prospettive che superano di gran lunga i picchi raggiunti negli anni passati.
Oro: massimi storici e margini di crescita ancora ampi
Il prezzo dell’oro ha superato i 3.650 dollari l’oncia, raggiungendo nuovi record storici. Tuttavia, Schiff sottolinea che il metallo resta sottovalutato se rapportato al reale impatto dell’inflazione.
L’indice CPI Usa ufficiale non riflette pienamente l’aumento del costo della vita. Se fosse calcolato con criteri simili a quelli utilizzati negli anni Settanta, il tasso inflattivo sarebbe ben più alto e il valore dell’oro, di conseguenza, dovrebbe essere molto più elevato. Per questo motivo, pur trovandosi su livelli record, il metallo giallo continua a rappresentare una copertura efficace contro l’erosione del potere d’acquisto e una riserva di valore per chi vuole difendere il proprio capitale.
Argento: l’opportunità che gli investitori non dovrebbero ignorare
Accanto all’oro, l’argento mostra un potenziale ancora più interessante. Con una quotazione a 42 dollari l’oncia, ha raggiunto un nuovo massimo a 14 anni, ma resta ben distante dal suo picco nominale di 50 dollari toccato nel 1980 e nel 2011.
Secondo Schiff, il livello di 30 dollari rappresentava un supporto chiave, ora superato in modo deciso. L’obiettivo tecnico si sposta su quota 50 dollari: un eventuale superamento di questa soglia aprirebbe la strada a rialzi molto più consistenti.
In un contesto di crescente stagflazione, l’argento unisce le caratteristiche di metallo prezioso e materia prima industriale, risultando particolarmente strategico in un portafoglio diversificato.
Azioni minerarie in accelerazione: un segnale da non trascurare
Un indicatore importante che conferma la solidità del trend è la performance delle società minerarie. L’indice GDX, che raggruppa le principali aziende aurifere, ha guadagnato oltre il 10% nelle ultime due settimane, mentre il GDXJ, che rappresenta le realtà di media capitalizzazione, ha superato il 12%.
Questi movimenti dimostrano che il mercato sta riconoscendo la forza del rally dei metalli preziosi. Le azioni minerarie tendono ad amplificare i movimenti di oro e argento, offrendo potenziali rendimenti superiori, seppur con maggiore volatilità.
Federal Reserve, dollaro e stagflazione: un mix esplosivo
La decisione della Federal Reserve di ridurre i tassi in un contesto di inflazione in crescita rappresenta una svolta senza precedenti. Il rischio è quello di alimentare una spirale di stagflazione, con crescita debole, perdita di potere d’acquisto e tassi reali negativi.
Gli Stati Uniti, oggi la più grande nazione debitrice al mondo con oltre 37 trilioni di dollari di passività, non dispongono più del margine di manovra che avevano negli anni Settanta. L’indebolimento del dollaro e la tendenza globale alla dedollarizzazione stanno accelerando la corsa verso asset reali, primo fra tutti l’oro.
Perché investire ora in oro e argento
Molti risparmiatori attendono correzioni per acquistare, ma Schiff avverte che aspettare potrebbe significare restare esclusi dal trend. Ogni nuovo massimo non va letto come un punto di arrivo, bensì come una tappa intermedia di un movimento destinato a proseguire.
L’oro resta il pilastro della protezione patrimoniale, mentre l’argento appare come l’asset con la maggiore possibilità di rivalutazione. In uno scenario dominato da inflazione persistente, tassi reali negativi e dollaro sotto pressione, i metalli preziosi rappresentano una scelta razionale per chi vuole proteggere e far crescere il proprio capitale.
Sintesi finale
La nuova politica monetaria della Federal Reserve, caratterizzata da tassi in calo nonostante l’inflazione in crescita, ha creato le basi per un ciclo espansivo nei metalli preziosi. Il dollaro debole e la progressiva perdita di fiducia internazionale nelle valute fiat rafforzano ulteriormente la domanda di asset tangibili come oro e argento.
Rispetto agli anni Settanta, il contesto odierno è ancora più complesso: gli Stati Uniti non sono più creditori netti, ma il paese con il più alto debito pubblico al mondo. Ciò rende difficilmente replicabili politiche di rialzo dei tassi aggressive come quelle applicate all’epoca da Paul Volcker per contenere l’inflazione. Questo significa che la stagflazione potrebbe rivelarsi più persistente e difficile da gestire.
Per gli investitori, ciò si traduce in un’opportunità concreta: allocare parte del portafoglio in oro e argento consente di bilanciare i rischi di mercato e di beneficiare di un trend strutturalmente rialzista. L’oro rimane l’asset strategico per la difesa del capitale, mentre l’argento, grazie alla sua doppia natura di metallo prezioso e industriale, offre un potenziale di crescita superiore.
In definitiva, siamo soltanto all’inizio di un bull market che potrebbe estendersi negli anni a venire. La scelta di entrare oggi nel mercato dei metalli preziosi non è solo una forma di protezione, ma anche un passo strategico per cavalcare uno dei trend più rilevanti della finanza globale contemporanea.
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