Il trading come attività finanziaria regolamentata e come tale comporta il pagamento delle tasse. Le tasse in Italia su Forex e Opzioni Binarie favorevoli o contrari si pagano.
In questa guida andiamo a chiarire capire tutto sulle tasse nel trading in Italia:
È sempre un argomento delicato parlare di tasse e questo vale anche per trading. Nessuno vuole pagarle ma tutti devono farlo. Molti però non sanno a quanto ammontano e come devono pagarle. Cerchiamo quindi da spiegare a tutti “come funzionano” le tasse su su Forex e Opzioni Binarie.
Tasse su Forex e Opzioni Binarie a quanto ammontano
Partiamo dal fatto che tutti in Italia tasse sul forex e opzioni binarie si pagano. L’importo delle tasse corrisponde al 26% dei profitti (in passato era del 12,5%, ma ormai è solo un ricordo).
Pensare di dover pagare allo stato il 26% dei profitti generati con tanta fatica e impegno, può “scocciare, ma non è la più alta al mondo e, per capirci, si pagano solamente se si hanno dei profitti.
In seguito una classifica di paesi europei dove le tasse sul forex e opzioni binarie sono più alte:
- Francia, fino al 45% + 15,5% di contributi sociali, dunque fino al 60,5% in totale
- Irlanda 33%
- Svezia fino al 30%
- Italia il 26%
- Spagna il 24%
- Regno Unito il 18%
- Svizzera 0%
Le tasse di pagano solamente sui profitti, in caso di perdite invece è possibile portarle in detrazione di futuri profitti. Per questo motivo è utile tenere conto di tutte le somme che si sono investite per calcolare profitti e perdite.
Attenzione: Il discorso delle tasse vale sia per il trading sul forex, sia per le opzioni binarie che ancora molti pensano che non ci siano tasse da pagare con questi ultimi strumenti di trading.
In seguito parleremo di Broker che fanno da sostituto di imposta e chi no, le differenze e i vantaggi di uno o dell’altro.
Oggigiorno è possibile contare su numerosi broker forex e opzioni binarie. Spesso abbiamo parlato dell’importanza della scelta del broker ma per quanto riguarda la regolamentazione e quindi l’affidabilità. In questo caso invece la scelta è sul broker sostituto d’imposta o no. Vediamo le differenze.
Tasse su Forex e Opzioni Binarie con un Broker sostituto d’imposta
Un broker che si pone come sostituto d’imposta, praticamente ci accredita una somma di denaro al netto delle tasse da pagare direttamente alla fonte.
Ad esempio al trader italiano con un profitto di 1000 euro, il broker sostituto d’imposta applica la tassazione di un importo del 26% su tale profitto (ovvero 260 euro). Al trader sarà quindi accredita la somma 740 euro sul proprio conto.
Questo discorso è valido solo con i broker che hanno la sede in Italia, difficilmente quindi per i broker su opzioni binarie che, nella maggior parte dei casi, hanno sede a Cipro.
Un esempio di broker sostituto d’imposta è ActivTrades (sede principale a Londra con uffici anche a Milano).
Tasse su Forex e Opzioni Binarie con un Broker NO sostituto d’imposta
In caso si faccia trading con un Broker estero, che non prevede di applicare un regime del risparmio amministrato, le tasse si pagheranno sui guadagni dichiarati sulla dichiarazione dei redditi a fine anno. Questo permette di calcolare perfettamente i profitti e le perdite includendo commissioni e costi.
Alcuni Broker che fanno da sostituto di imposta applicano la tassazione del 26% in maniera automatica alla chiusura dell’operazione in profitto. Questo succede spesso quando si fa trading online con le banche italiane.
La Tobin Tax
La Tobin Tax è un’imposta sulle transazioni finanziarie; rappresenta la tassa sui trasferimenti di proprietà di azioni e derivati calcolata su aliquote in base al valore; la Tobin Tax va dal 0,05% all’1% e che prende il nome dall’economista che per primo l’ha proposta. Questa tassa è stata progettata per tassare le transazioni finanziarie e in particolar modo quelle a breve/brevissimo termine.
Nello specifico saranno interessati a questo prelievo fiscale tutti i CFD su azioni italiane e i CFD ITA 40 (CFD sugli indici) che hanno come sottostante l’indice FTSE MIB.
La Tobin Tax NON si applica per le operazioni su mercati esteri come esempio il trading sul forex.
Le opzioni binarie sono escluse dalla Tobin Tax.
Plusvalenze e Minusvalenze
Plusvalenze e Minusvalenze vanno pagate in caso di guadagno. Cosa succede invece in caso di perdita? Poiché i guadagni derivati dal tarder vengono considerati delle plusvalenze a tutti gli effetti, ne deriva che, in caso di perdita, si possono dichiarare le minusvalenze e compensarle con plusvalenze future ottenute (sia nel forex che tramite altri strumenti finanziari riconosciuti) fino al quarto anno successivo a tale perdita. Si tratta del cosiddetto “zainetto fiscale”.
Trading online dichiarare dei redditi
Come detto in precedenza, dal punto di vista fiscale le operazioni di trading possono rientrare in due tipi di regime fiscale che prevedono modalità diverse per la dichiarazione dei redditi, il primo è un regime sostitutivo che prevede che sia un intermediario (Broker) che ha il compito di calcolare e pagare l’imposta in base al guadagno ottenuto dalla negoziazione, il secondo regime è il dichiarativo che prevede appunto un obbligo del contribuente trader di dichiarare le plusvalenze e quindi i redditi percepiti dalle negoziazioni attraverso la dichiarazione dei redditi.
La dichiarazione redditi sui profitti derivati dal trading su Forex e Opzioni Binarie si fa tramite compilazione modello Unico.
Nell’Unico, va indicato il totale dei corrispettivi nella sezione II-B al rigo RT41, sotto la voce altri redditi diversi di natura finanziaria di cui all’articolo 67 comma 1 lett. da c-bis a c-quinques del TIUR. In questo caso vanno calcolate tutte le plusvalenze percepite dell’anno precedente e calcolate le eventuali perdite, vanno dichiarate con il Modello Unico e va pagata la relativa imposta con modello f24.
Redditi Forex o Opzioni Binarie ottenuti da società o banche estere è invece dovuta l’IVAFE. In quest’ultimo caso, se il trader si avvale di intermediari stranieri riconosciuti, quindi banche o società di broker specializzate residenti all’estero, deve compilare la sezione RW Unico perché tali operazioni, rientrano nelle attività finanziarie detenute all’estero IVAFE.