Quando Donald Trump ha assunto la presidenza degli Stati Uniti, l’interesse degli investitori è esploso. Le promesse di tagli fiscali, deregolamentazione e investimenti infrastrutturali avevano acceso aspettative elevate su una possibile espansione dell’economia. Ma come ha reagito davvero il mercato azionario nei suoi primi 100 giorni di mandato?
Per rispondere a questa domanda, è fondamentale analizzare nel dettaglio la performance dei settori dell’S&P 500, l’indice che rappresenta le 500 aziende a maggiore capitalizzazione quotate negli Stati Uniti. Le dinamiche tra aspettative e realtà sono state tutt’altro che lineari, e in molti casi hanno portato a correzioni inattese.
In questo approfondimento analizziamo come i singoli settori dell’S&P 500 si sono comportati nel periodo che va dalla vittoria elettorale di Trump all’avvio effettivo del suo mandato, fino alle settimane successive all’insediamento. Un’analisi utile per chi cerca di comprendere l’impatto delle decisioni politiche sul mercato azionario USA, soprattutto in momenti di forte cambiamento.
S&P 500 prima dell’insediamento: aspettative altissime e rally settoriali
Dopo la vittoria nelle ultime elezioni presidenziali, il clima sui mercati si è fatto subito euforico. L’indice S&P 500 ha registrato una crescita trainata da settori ciclici, in particolare financials, energy e consumer discretionary.
La prospettiva di deregulation bancaria ha dato slancio alle azioni del settore finanziario, mentre l’annunciato sostegno ai combustibili fossili ha rinvigorito i titoli energetici. Il settore consumer discretionary, che comprende nomi come Amazon e Tesla, ha beneficiato di un forte entusiasmo, soprattutto dopo segnali di apertura tra il CEO Jeff Bezos e la nuova amministrazione.
L’andamento dei titoli è stato condizionato da una combinazione di fattori: entusiasmo per le nuove politiche economiche, attese di stimolo fiscale e la scommessa su una ripresa dell’inflazione. Tuttavia, non tutti i comparti hanno partecipato al rally. Settori più difensivi come real estate, consumer staples e healthcare hanno mostrato debolezza, penalizzati dalla rotazione degli investitori verso asset più rischiosi.
Dal giorno dell’insediamento: flessione iniziale e volatilità marcata
Con l’inizio ufficiale della presidenza, il quadro si è complicato. Nei circa 80 giorni successivi all’inaugurazione (fino all’8 aprile), il mercato azionario Usa ha registrato una brusca correzione in diversi comparti, disattendendo molte delle attese iniziali.
Il settore tecnologico è stato quello più colpito: ha perso slancio e valore, segnando una fase di correzione dopo l’entusiasmo iniziale. Anche consumer discretionary ed energy hanno subito una netta inversione, con Amazon e Tesla tra i titoli più penalizzati.
A fianco del crollo dei settori più esposti alla crescita, si è osservata una prosecuzione della debolezza in industrials e materials, due comparti generalmente considerati ciclici e reattivi agli stimoli economici.
Questo periodo ha mostrato chiaramente come le aspettative non sempre trovano immediata conferma nei dati di mercato. La volatilità che ha seguito l’insediamento è servita da monito per gli investitori che avevano scommesso su una crescita senza ostacoli.

La ripresa: i settori dell’S&P 500 ritrovano equilibrio
Superata la fase di turbolenza iniziale, molti settori hanno registrato un graduale recupero. La tecnologia è tornata al centro dell’attenzione grazie all’interesse crescente per l’intelligenza artificiale e all’ottima performance di big tech come Apple, Microsoft e Alphabet.
Il comparto consumer discretionary ha visto un nuovo rally, in particolare grazie alla forza di Tesla e Amazon, tornati ad attrarre capitali. Anche industrials, materials ed energy hanno beneficiato della ripresa del sentiment positivo.
L’S&P 500 ha mostrato un’evoluzione complessa in questi 100 giorni: iniziale entusiasmo, correzione dolorosa e poi parziale recupero. La leadership settoriale si è spostata più volte, riflettendo in modo fedele l’instabilità e la reattività del mercato azionario USA alle prime mosse della nuova presidenza.
Heatmap settoriale: chi ha guidato e chi è rimasto indietro
Osservando la mappa termica aggiornata al termine del periodo analizzato, emerge un dato significativo: solo il settore consumer staples si è mantenuto stabilmente in verde. Gli altri comparti difensivi come utilities, real estate e healthcare hanno limitato le perdite ma non sono riusciti a imporsi come leader.
Al contrario, sono stati i settori ciclici a guidare il rimbalzo. In testa troviamo technology, seguito da consumer discretionary, materials e industrials. La rotazione settoriale è stata netta e ha confermato il ritorno dell’appetito per il rischio.
Tra i ritardatari, si collocano ancora healthcare, consumer staples e utilities, comparti che storicamente performano meglio in scenari di rallentamento o incertezza.
Cosa ci insegnano questi 100 giorni per il futuro del mercato azionario
L’inizio della presidenza Trump ha offerto una lezione importante: il mercato azionario reagisce tanto alle aspettative quanto alle azioni concrete. Nei suoi primi 100 giorni, l’S&P 500 ha attraversato un ciclo completo: entusiasmo, paura e rinnovata fiducia.
Per gli investitori, questa dinamica evidenzia l’importanza di monitorare da vicino le politiche economiche e la loro effettiva attuazione. La lettura dei movimenti settoriali aiuta a identificare i punti di forza e debolezza dell’indice, fornendo spunti per strategie di investimento più consapevoli.
La volatilità iniziale non ha compromesso il potenziale del mercato, ma ha sottolineato la necessità di approcciare con prudenza ogni fase politica delicata. Chi ha saputo cogliere le occasioni nei momenti di debolezza, si è trovato nella posizione ideale per beneficiare del recupero successivo.
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