Negli ultimi tre anni il mercato azionario ha offerto guadagni sorprendenti, con l’S&P 500, il principale indice di borsa americano, ha registrato risultati straordinari: +24% nel 2023, +23% nel 2024 e già un +13% nel 2025, nonostante la correzione legata ai dazi commerciali introdotti da Trump. Si tratta di performance ben superiori alla media storica annua, che si aggira attorno al 10%. Questi dati, per quanto positivi, non possono durare indefinitamente. Ogni fase di crescita porta con sé un interrogativo inevitabile: cosa accadrà quando arriverà il prossimo bear market?
Molti investitori, soprattutto chi si è avvicinato da poco al mondo finanza, non hanno ancora vissuto una vera fase ribassista. È proprio in questi momenti che si compiono gli errori più costosi: farsi guidare dalla paura, vendere ai minimi o inseguire titoli sopravvalutati.
Questa guida nasce per offrire una strategia chiara e concreta su come investire oggi, affrontando scenari di volatilità con strategie pratiche e solide. Dalla corretta valutazione delle aziende ai consigli di Warren Buffett, fino all’uso disciplinato degli ETF e dei piani di accumulo, scopriremo quali strumenti possono davvero aiutare a trasformare le correzioni in opportunità.
Prepararsi ad un crollo dei mercati non significa aspettare il peggio, ma essere pronti a riconoscere i segnali, restare lucidi e continuare a costruire ricchezza nel tempo. Vuoi capire come farlo senza commettere gli errori della maggior parte degli investitori? Prosegui la lettura.
La regressione verso la media e la realtà dei cicli di mercato
Ogni fase rialzista incontra prima o poi un punto di rallentamento. Gli economisti definiscono questo meccanismo regressione verso la media: quando un indice si discosta troppo dalle sue medie storiche, tende a rientrare.
I dati degli ultimi 100 anni mostrano che:
- correzioni del -15% si verificano in media ogni due anni e mezzo;
- bear market superiori al -20% si manifestano circa ogni 5–6 anni.
Oggi le valutazioni supportano questa tesi. Il rapporto prezzo/utili (P/E) dell’intero mercato statunitense è pari a 29, quasi il doppio della sua media di lungo termine (16). Un segnale che invita alla prudenza, senza necessariamente prevedere un crollo imminente.
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Il ruolo delle emozioni: perché il 90% degli investitori sbaglia
Molti piccoli risparmiatori si lasciano trascinare dal panico durante i ribassi o dall’euforia nei rialzi. Il risultato è che finiscono per vendere ai minimi e comprare ai massimi.
Come ricorda Peter Lynch, sono stati persi più soldi stando fuori dal mercato in attesa dei crolli che durante i ribassi stessi. Chi vuole affrontare un bear market con successo deve imparare a controllare le proprie emozioni, adottando un piano di investimento strutturato e coerente con i propri obiettivi.
Lezioni dalla storia: dot-com, bolle speculative e sopravvalutazioni
Guardando indietro, i casi più eclatanti dimostrano quanto sia pericoloso inseguire l’entusiasmo.
Durante la bolla delle dot-com il Nasdaq crollò dell’80%. Aziende senza fondamentali solidi sparirono, mentre società come Amazon e Microsoft sopravvissero, rafforzandosi negli anni successivi.
Un esempio emblematico è Cisco Systems durante la bolla delle dot-com: nel 2000 il titolo arrivò a 77 dollari per azione, sostenuto da aspettative di crescita irrealistiche. Oggi, a distanza di oltre vent’anni, non ha ancora recuperato quel massimo, nonostante ricavi e utili siano quintuplicati. Il motivo? Le valutazioni erano troppo elevate.
Questi episodi mostrano che anche le migliori aziende possono rivelarsi cattivi affari se acquistate a prezzi irrazionali.
Valutazioni e rischio: perché non basta scegliere aziende solide
Acquistare titoli di aziende solide non garantisce automaticamente un investimento profittevole. La differenza la fa il prezzo pagato. Un titolo può appartenere a una società con fondamentali eccellenti, ma se comprato a multipli esagerati può richiedere decenni per recuperare il capitale investito.
Per capire se un titolo è caro o conveniente, gli investitori professionali analizzano parametri come:
- P/E (Price/Earnings): rapporto prezzo/utili, utile per confrontare un’azienda con la media del settore.
- P/B (Price/Book): prezzo rispetto al valore contabile, indicatore spesso usato per banche e finanziarie.
- EV/EBITDA: misura la valutazione dell’impresa rispetto ai flussi operativi, utile per confrontare aziende con diverso indebitamento.
Comprare senza considerare questi dati significa esporsi al rischio di pagare troppo per un asset che, pur valido, non offre un ritorno adeguato nel tempo.
Le strategie di Warren Buffett e l’importanza del lungo periodo
Warren Buffett, il più noto investitore della storia, ha sempre ribadito che il successo in borsa dipende dalla pazienza. Secondo lui, il mercato trasferisce ricchezza dagli investitori impazienti a quelli disposti ad aspettare.
Buffett consiglia a chi non ha tempo o competenze di investire in ETF a basso costo che replicano indici come l’S&P 500 o l’MSCI World. Con questi strumenti si ottiene un’esposizione diversificata alle migliori aziende globali, riducendo i rischi legati ai singoli titoli.
Un metodo particolarmente efficace è il piano di accumulo di capitale (PAC): acquistare quote a intervalli regolari, indipendentemente dall’andamento del mercato. Questa strategia consente di:
- mediare i prezzi di acquisto, riducendo l’impatto della volatilità;
- sfruttare i ribassi per comprare a sconto;
- beneficiare nel lungo termine della forza dell’interesse composto.
Buffett stesso ha dichiarato che per la maggior parte delle persone investire sistematicamente in un ETF sull’S&P 500 darà risultati migliori del 90% dei gestori professionali.
Questo il grafico dell’ETF Vanguard S&P 500 (VOO)
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Il rischio di voler battere il mercato
Uno degli errori più comuni è pensare di poter anticipare i movimenti del mercato. Tentare di individuare il momento perfetto per comprare o vendere è una strategia che raramente funziona.
Le statistiche lo dimostrano:
- chi ha mancato le 10 migliori giornate dell’S&P 500 negli ultimi 20 anni ha ottenuto rendimenti dimezzati;
- chi ha mancato le 40 migliori giornate sarebbe addirittura in perdita, nonostante l’indice nel complesso abbia guadagnato circa il +9% annuo (dividendi esclusi).
Al contrario, l’investitore medio, spinto da emozioni e decisioni impulsive, si è fermato a un rendimento di appena +2,1% annuo nello stesso periodo. Questo dato evidenzia il costo enorme dell’illusione di “battere il mercato”.
La disciplina è quindi più redditizia della presunzione. Restare investiti, seguire una strategia coerente e ridurre al minimo le operazioni speculative porta a risultati superiori rispetto a chi tenta continuamente di prevedere il futuro.
In sintesi: come investire oggi con buon senso
Il mercato azionario è in una fase di valutazioni elevate e la possibilità di una correzione non deve sorprendere. Ciò non significa fuggire dagli investimenti, ma strutturare un piano chiaro.
Le regole di buon senso per capire come investire oggi possono riassumersi così:
- privilegiare ETF globali a basso costo per avere diversificazione;
- adottare un PAC regolare, aumentando gli acquisti nei periodi di ribasso;
- analizzare sempre le valutazioni delle singole azioni, evitando titoli sopravvalutati;
- mantenere la disciplina e controllare le emozioni, ricordando che il lungo termine premia più di qualsiasi tentativo di speculazione.
Il segreto non è prevedere il prossimo ribasso, ma restare investiti abbastanza a lungo da beneficiare della crescita strutturale delle economie e dell’effetto dell’interesse composto.
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