Nel contesto attuale, fatto di tassi in bilico, inflazione persistente e volatilità sui mercati azionari, gli investitori stanno rivalutando il ruolo dei metalli preziosi nei portafogli. E mentre oro e argento rubano spesso la scena, c’è un protagonista silenzioso che sta mostrando una forza inaspettata: il platino.
Nel corso del 2025, il platino ha registrato un rialzo di circa +50%, sovraperformando in modo netto anche l’indice S&P 500. Nonostante ciò, questo metallo prezioso continua a essere ignorato da molti analisti e investitori retail, che sottovalutano il potenziale di una commodity industriale rara, scarsamente distribuita e sempre più richiesta.
Questa non è solo una parentesi speculativa. Il movimento del platino affonda le sue radici in una serie di fattori strutturali, tecnici e ciclici, che stanno convergendo e generando quello che potrebbe essere un’opportunità di investimento poco affollata.
Il breakout tecnico del decennio: il segnale che i trader stavano aspettando
Un’analisi grafica sul prezzo del platino rivela un fatto sorprendente. A partire dal 2008, una resistenza dinamica ha bloccato qualsiasi tentativo di rialzo sostenuto. Questa linea ha resistito per 17 anni consecutivi, con quattro test significativi che si sono tutti risolti in fallimenti.
Ma a maggio 2025, qualcosa è cambiato. Il platino ha finalmente chiuso la settimana sopra questa barriera, rompendo un livello tecnico che per quasi due decenni ha contenuto la sua ascesa. Da quel momento, il rialzo non si è più fermato.
Un ritorno del +50% da inizio anno, rispetto a un S&P 500 che ha registrato un rialzo del 7,5%, rappresenta un segnale potente per chi cerca opportunità su asset reali legati all’economia reale e non ai multipli compressi dei mercati azionari.
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Offerta in crisi: produzione stagnante e dipendenza geografica
L’aspetto forse meno discusso ma più rilevante del mercato del platino riguarda la sua offerta limitata. La produzione globale si è stabilizzata dai primi anni 2000, senza più mostrare margini di crescita.
Il punto critico? Il 70% del platino proviene dal Sudafrica. Questa concentrazione geografica rende l’intero mercato vulnerabile a ogni minimo shock, sia esso politico, energetico o infrastrutturale.
Nel 2023, le interruzioni energetiche in Sudafrica hanno colpito le miniere, compromettendo in modo diretto la capacità produttiva del paese. Non a caso, il tasso di leasing del platino – un indicatore della sua disponibilità – ha toccato il 15%, un record che segnala una forte carenza fisica di metallo.
Questi squilibri stanno generando una pressione strutturale sul prezzo, che non potrà rientrare rapidamente senza investimenti massicci nel settore estrattivo.
La domanda industriale che sostiene il rialzo
Settore automobilistico: una spinta costante
Una delle principali fonti di domanda per il platino è il comparto automobilistico. Il metallo viene impiegato nei convertitori catalitici, componenti essenziali per ridurre le emissioni tossiche dei motori a combustione interna.
L’aumento degli standard ambientali a livello globale impone alle case automobilistiche di usare maggiori quantità di platino per ogni veicolo, in particolare nei diesel di ultima generazione. Questo trend, sostenuto da normative sempre più restrittive, mantiene una pressione costante sulla domanda industriale di platino.
Gioielleria: la domanda silenziosa che cresce
Un altro fronte caldo è rappresentato dalla gioielleria, che assorbe circa il 27% della domanda globale di platino. La Cina è il mercato chiave, sia per ragioni culturali sia per il vantaggio di prezzo rispetto all’oro, che ha recentemente toccato nuovi massimi.
L’aumento delle importazioni cinesi di platino nei mesi recenti è un segnale evidente: molti consumatori stanno migrando verso metalli preziosi alternativi, attratti da un rapporto qualità-prezzo più vantaggioso.
EV e cambiamento tecnologico: un rischio reale?
Un tema delicato è il possibile impatto della transizione verso i veicoli elettrici. Le auto 100% elettriche non utilizzano convertitori catalitici, quindi non hanno bisogno di platino. Questo fattore potrebbe ridurre, nel tempo, la domanda da parte del settore automobilistico.
Tuttavia, il passaggio non sarà immediato. La flotta circolante di veicoli a combustione resterà dominante per diversi anni. Inoltre, alcune applicazioni dell’idrogeno e delle celle a combustibile potrebbero assorbire ulteriore platino, aprendo nuovi fronti di domanda.
Un deficit… ma solo se consideriamo la domanda da investimento
Il World Platinum Investment Council ha previsto un deficit persistente di platino fino al 2029. Tuttavia, c’è un dettaglio da non trascurare: il deficit esiste solo se si include la domanda da investimento.
Secondo la CPM Group, se si esclude il platino acquistato da fondi e investitori istituzionali – che non viene consumato fisicamente – l’equilibrio tra offerta e domanda torna quasi neutro.
Questo non smentisce la tendenza positiva, ma introduce una variabile importante nella valutazione del rischio-rendimento. Il platino “parcheggiato” in ETF o lingotti può rientrare sul mercato, se le condizioni dovessero cambiare.
Perché il platino merita attenzione da parte degli investitori
Chi è alla ricerca di opportunità nei metalli preziosi con potenziale di rivalutazione dovrebbe tenere d’occhio il platino. A differenza dell’oro, spesso utilizzato come bene rifugio, il platino è una commodity industriale con una domanda reale e ciclica.
Il rally del 2025 potrebbe essere solo l’inizio di una fase più ampia di rivalutazione. Il posizionamento di mercato è ancora scarso, il sentiment non è euforico, e i fondamentali appaiono favorevoli a nuovi allunghi.
Per chi crede nel valore intrinseco delle commodity fisiche sottovalutate, il platino rappresenta un’alternativa credibile all’oro e un’opportunità di diversificazione strategica in tempi di incertezza economica.
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