Sempre più investitori stanno volgendo lo sguardo verso i metalli preziosi, in particolare verso l’oro, non soltanto come rifugio sicuro ma come possibile veicolo di crescita esplosiva. Negli ultimi mesi, il prezzo dell’oro ha attirato l’attenzione di media finanziari, analisti e investitori istituzionali. Ma cosa sta realmente accadendo?
Secondo Mike Maloney, autore e analista con oltre vent’anni di esperienza nel settore, siamo entrati nella terza e ultima fase del ciclo rialzista dell’oro, quella che, storicamente, ha generato i guadagni più consistenti in archi temporali sorprendentemente brevi. In un momento segnato da inflazione persistente, instabilità geopolitica e crescente crisi economica globale, i fattori che sostengono una nuova impennata dell’oro sembrano allinearsi.
La domanda chiave che si pongono molti investitori oggi è una: “l’oro può davvero raggiungere i 10.000 dollari l’oncia?” E più importante ancora: “Cosa succederà se accade?”
Fase 3: il punto di svolta secondo Mike Maloney
Nel 2002, Mike Maloney iniziava a investire in oro. Da allora, ha osservato con rigore scientifico i movimenti di lungo periodo del mercato dei metalli preziosi, pubblicando best seller sul tema e costruendo un’attività fondata sulla consulenza per investimenti in asset reali.
Secondo Maloney, l’oro ha attraversato due fasi principali del ciclo rialzista: una fase di accumulo e una di crescita lenta ma costante. Oggi, sostiene che abbiamo ufficialmente varcato la soglia della terza fase, quella caratterizzata da un aumento vertiginoso dei prezzi in risposta a dinamiche emotive collettive, come paura, panico e sfiducia nelle valute fiat.
Il precedente storico più vicino? Il 1979-1980, quando il prezzo dell’oro salì da $428 a oltre $873 in meno di un mese, trainato da una corsa all’acquisto innescata da inflazione galoppante e instabilità monetaria.
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L’oro come “Giffen good”: perché più sale, più viene comprato
Nel suo ragionamento, Maloney cita una teoria economica insolita ma potente: quella dei beni di Giffen. Si tratta di beni per cui, contrariamente alla logica comune, la domanda aumenta con l’aumento del prezzo. L’oro – e l’argento – rientrano in questa categoria in determinati contesti emotivi.
Quando il prezzo dell’oro sale, le persone non si allontanano: si affrettano a entrare nel mercato. La paura di rimanere esclusi, unita alla crescente instabilità, spinge milioni di investitori a considerare l’oro come ancora di salvezza. Questo crea un ciclo di domanda crescente che alimenta ulteriori rialzi.
Una caratteristica fondamentale è l’effetto combinato di avidità e timore. Nella fase iniziale del rialzo, è l’avidità a guidare gli acquisti. Poi, con l’aggravarsi delle condizioni economiche, subentra la paura: ed è lì che avviene il salto esplosivo.
Crisi economica e inflazione: i catalizzatori del rally dell’oro
Oggi il contesto macroeconomico presenta tutte le condizioni favorevoli a un’esplosione del prezzo dell’oro. La crisi economica globale è alimentata da tensioni geopolitiche, rallentamento della crescita, debito pubblico insostenibile e una inflazione più radicata del previsto.
La storia ci insegna che quando la fiducia nei mercati azionari e nelle valute si incrina, il capitale si sposta verso i metalli preziosi. L’oro in particolare assume una doppia funzione: protezione contro la svalutazione e asset speculativo ad alto potenziale.
Negli anni ’70, i piccoli risparmiatori facevano la fila per acquistare oro fisico. Oggi, grazie alla digitalizzazione, bastano pochi clic per spostare miliardi di dollari verso ETF, fondi e derivati legati all’oro. Questo può amplificare i movimenti del prezzo con una velocità mai vista.

Cosa rende oggi questo rally dell’oro potenzialmente più grande del passato
Rispetto al 1980, oggi ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale:
- Il numero di investitori globali è cresciuto esponenzialmente
- Le masse monetarie in circolazione sono decuplicate
- Gli strumenti di investimento in oro sono diventati accessibili a tutti
- I mercati reagiscono in tempo reale alle notizie grazie ai social e agli algoritmi
Mike Maloney stima che oggi esista circa 50 volte più valuta disponibile per investimenti in oro rispetto a 45 anni fa, mentre la quantità di oro estraibile è aumentata solo di due volte. Questo crea una sproporzione estrema: più liquidità a caccia di meno oro fisico, il che potrebbe generare rialzi esponenziali.
Se l’oro è salito di 25 volte nel ciclo precedente, cosa potrebbe accadere oggi con 25 volte più valuta disponibile per ogni oncia?
Perché il target dei $10.000 l’oncia non è più un’ipotesi fantascientifica
Chi sostiene che il prezzo dell’oro non potrà mai superare i $10.000 guarda al passato con occhi troppo razionali. Ma i mercati, specie nei momenti di rottura sistemica, non seguono la logica lineare. Reagiscono a impulsi collettivi di massa, spesso dominati da paura, ansia e isteria.
Secondo Maloney, nel prossimo shock economico assisteremo a un trasferimento di ricchezza senza precedenti: chi possiede metalli preziosi potrà comprare azioni, immobili, obbligazioni e aziende a prezzi da saldo. L’oro tornerà a essere denaro reale, rispettato, non manipolabile.
“Il prezzo è irrilevante. Conta solo il valore. E l’oro ha un valore eterno.”
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