
Il 2025 sta regalando agli investitori una fase senza precedenti per il prezzo dell’oro, che ha raggiunto quota 3.567 dollari l’oncia, un livello mai toccato prima. Questo risultato non è frutto del caso, ma della combinazione di fattori macroeconomici e geopolitici che hanno riportato l’oro al centro delle strategie di protezione patrimoniale.
L'analista di IG Italia, Filippo Diodovich, sottolinea come la politica monetaria della Fed, i segnali di debolezza del dollaro e la domanda delle banche centrali abbiano rafforzato il ruolo dei metalli preziosi come strumenti di difesa in un contesto incerto. Comprendere questi elementi è essenziale per chi desidera interpretare i mercati e valutare l’opportunità di inserire l’oro nel proprio portafoglio.
Oro: un anno di record assoluti
Il metallo giallo ha messo a segno una crescita del 35% dall’inizio del 2025, superando nettamente la performance di asset come il Bitcoin (+19%). Solo ad agosto, il prezzo dell’oro è aumentato del 5%, segnando il mese più forte da aprile.
Questi numeri certificano come l’oro stia sovraperformando le principali asset class, consolidando il suo status di bene rifugio in fasi di incertezza. Anche l’argento, pur penalizzato storicamente da alti tassi d’interesse, ha beneficiato di questo scenario.
Il ruolo decisivo della Fed
Il principale fattore di sostegno al rally è legato alla politica monetaria della Federal Reserve. Le aspettative di un taglio dei tassi Fed hanno reso l’oro ancora più appetibile.
Attualmente, i futures sui Treasury prezzano con una probabilità del 92% un taglio a settembre e con l’85% almeno due riduzioni entro la fine dell’anno. Le dichiarazioni di Jerome Powell a Jackson Hole hanno confermato la volontà di agire in presenza di rischi crescenti per inflazione e disoccupazione.
Con i tassi nell’intervallo 4,25%-4,50%, un allentamento ridurrebbe il costo opportunità di detenere oro e argento, spingendo nuovi flussi di capitale verso i metalli preziosi. I dati sul lavoro, come i Non-Farm Payrolls, restano un indicatore chiave per anticipare le prossime mosse della Fed.
Geopolitica e acquisti difensivi
La corsa all’oro è stata alimentata anche dalle tensioni geopolitiche. I dazi imposti dall’amministrazione Trump hanno aumentato la volatilità dei mercati, mentre le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuano a influire sugli equilibri globali.
Sul fronte est, il conflitto tra Russia e Ucraina rimane irrisolto. Parallelamente, il recente summit in Cina tra Russia, India, Corea del Nord e altre nazioni emergenti ha alimentato i timori di un asse compatto contro l’Occidente. Tutti questi fattori hanno rafforzato la domanda di oro come bene rifugio.
Dollaro sotto pressione
Un ulteriore sostegno all’oro arriva dalla debolezza del dollaro. La rimozione della governatrice Lisa Cook dalla Fed ha sollevato dubbi sull’indipendenza della banca centrale.
Il crescente debito pubblico statunitense ha ridotto l’attrattiva del biglietto verde come riserva di valore, con l’indice DXY che ha perso il 9% dall’inizio dell’anno. Questo indebolimento ha reso l’oro ancora più competitivo e attraente per gli investitori globali.
Le banche centrali spingono la domanda
Il supporto più solido al rally arriva dalle banche centrali. Secondo il World Gold Council, il 76% delle autorità monetarie prevede di incrementare le riserve auree nei prossimi cinque anni, riducendo al tempo stesso la quota in dollari.
Nella prima metà del 2025 gli acquisti netti hanno raggiunto 123 tonnellate, con protagonisti Paesi come India, Cina, Turchia, Polonia, Azerbaijan, Kazakhistan e Qatar. Questa strategia evidenzia una chiara ridefinizione degli equilibri globali nelle riserve internazionali.
Analisi tecnica del prezzo oro
Dal punto di vista tecnico, l’oro mostra segnali di ipercomprato sugli oscillatori principali, aprendo la strada a possibili correzioni nel breve termine.
Il superamento dei 3.567 dollari l’oncia resta un segnale di forza che potrebbe proiettare le quotazioni verso 3.600 e 3.650 dollari. Tuttavia, un ritorno sotto l’area di 3.400 dollari rappresenterebbe un campanello d’allarme per il trend rialzista.
Considerazioni operative
L’analisi di Filippo Diodovich di IG Italia mette in evidenza come la combinazione di fattori macroeconomici, geopolitici e monetari abbia reso l’oro il protagonista indiscusso del 2025. Per gli investitori, monitorare il comportamento della Fed, l’andamento del dollaro e le mosse delle banche centrali sarà fondamentale per individuare nuove opportunità di ingresso.
Profilo dell'Analista

Filippo A. Diodovich, Market Strategist per IG, è un esperto di analisi fondamentale e tecnica, applicata ai mercati finanziari (azionari, valutari, obbligazionari, delle commodities e dei derivati).
Dopo aver conseguito una laurea in Economia Politica all'Università Bocconi di Milano inizia il proprio percorso professionale nel 2002 presso l'ufficio studi di una delle maggiori banche d'affari statunitensi per poi passare nel 2003 a lavorare per un'azienda italiana specializzata nell'utilizzo delle metodologie dell'analisi tecnica per valutare l'andamento delle piazze finanziarie. È entrato a far parte del team di IG nel 2012.
Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito “IG”). Il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti.
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