Chi osserva con attenzione i movimenti di oro e argento avrà notato un’improvvisa inversione di tendenza: da una fase di ribasso marcato, i prezzi sono risaliti con forza. Il merito va a un annuncio di Donald Trump che ha scosso i mercati: nuovi dazi USA su prodotti provenienti da Giappone e Corea del Sud a partire dal 1° agosto.
Questa notizia ha riacceso l’interesse verso i metalli preziosi, considerati da sempre un baluardo contro l’incertezza economica. In un momento in cui l’inflazione resta alta, i tassi di interesse sono in evoluzione e la fiducia nelle valute fiat vacilla, chi desidera capire se investire oggi in oro e argento sia una mossa saggia trova in questa analisi spunti concreti.
Oro e argento: come si sono mossi i prezzi dopo i dazi
Nella giornata dell’annuncio, l’oro aveva subito una flessione che aveva spaventato gli investitori meno esperti. I prezzi sono scesi fino a toccare 3.337 dollari l’oncia, mentre l’argento era scivolato sotto i 37 dollari, fermandosi a 36,81 dollari l’oncia.
Con le dichiarazioni di Trump, però, si è innescata una reazione a catena: la prospettiva di barriere commerciali ha alimentato la domanda di asset rifugio. Chi cerca stabilità in tempi di incertezza ha riscoperto i metalli preziosi come scudo contro eventuali contraccolpi sui mercati azionari.
Oggi, la quotazione dell’oro resta oltre il 25% in più rispetto all’inizio dell’anno, e resta vicina al record storico di 3.500 dollari l’oncia. L’argento, dal canto suo, mantiene una resilienza sorprendente, con livelli di supporto tecnici che molti analisti osservano attentamente.
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Trump, dazi e inflazione: i tre motori che spingono i metalli preziosi
Dietro la corsa di oro e argento c’è un intreccio di fattori. I nuovi dazi USA decisi da Trump generano una tensione commerciale che crea insicurezza sulle catene di fornitura globali. Questo scenario rafforza la domanda di beni rifugio, perché la minaccia di dazi significa potenziale aumento dei prezzi di molti beni di consumo. Di conseguenza, l’inflazione rischia di restare alta più a lungo, spingendo gli investitori a diversificare.
In parallelo, la forza del dollaro, spesso inversamente proporzionale all’andamento dell’oro, non riesce a frenare del tutto la voglia di metalli. La stessa strategia di molti governi, come la Cina, di ridurre la dipendenza dal dollaro, alimenta ulteriormente il ricorso ai lingotti come garanzia di solidità patrimoniale.
Domanda istituzionale e retail: chi sta comprando davvero?
A rafforzare la spinta verso l’investire oggi in metalli preziosi ci sono le mosse delle banche centrali, sempre più orientate a incrementare le riserve auree. Al tempo stesso, sul fronte retail, si osserva un rinnovato interesse per l’acquisto fisico, sia sotto forma di lingotti sia di monete d’investimento.
Molti investitori puntano su strategie di accumulo graduale, preferendo comprare in fasi di correzione per abbassare il prezzo medio di carico. È un approccio che storicamente premia chi mantiene una visione di lungo periodo, tenendo conto che oro e argento difendono il capitale reale dall’erosione causata dall’inflazione.
Analisi tecnica: quali livelli monitorare
Chi studia i grafici individua livelli chiave da tenere sotto controllo per valutare possibili punti d’ingresso o uscita. L’oro, che viaggia poco sotto i 3.350 dollari, potrebbe consolidare un nuovo supporto intorno ai 3.300 dollari l’oncia, mentre l’argento mostra una zona di resistenza forte proprio sui 37 dollari.
Un eventuale superamento di queste soglie darebbe slancio a nuovi massimi. Di contro, un rafforzamento del dollaro o la conclusione di tensioni geopolitiche potrebbero rappresentare un freno temporaneo.

Conviene davvero investire oggi in oro e argento?
Alla luce di quanto sta accadendo, la domanda che molti si pongono è se convenga o meno investire oggi in metalli preziosi. Chi punta a proteggere i risparmi dall’erosione monetaria e dall’inflazione trova in oro e argento una copertura quasi insostituibile. Anche per i trader più esperti, la volatilità può offrire opportunità di breve termine, purché si resti vigili su notizie e dati macroeconomici.
In questo scenario, chi investe dovrebbe valutare la quota da destinare ai metalli preziosi in base alla propria propensione al rischio e agli obiettivi di lungo termine. Resta fondamentale monitorare le politiche commerciali, gli sviluppi dei dazi USA e le mosse di Trump che, come dimostrato, possono modificare le regole del gioco da un giorno all’altro.
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