Scattata nella notte la risposta militare iraniana annunciata dopo l’uccisione del Generale Qasem Soleimani. Decine di missili hanno colpito due basi americane in Iraq causando almeno 80 morti. La feroce vendetta promessa dall’Iran agli Stati Uniti è iniziata.
Trump ha subito riunito il consiglio di sicurezza nazionale, in un twitt a detto “Va tutto bene, abbiamo i soldati più potenti del mondo“. Questa mattina è previsto un suo discorso alla nazione.
È sulle quotazioni del petrolio che si vede la reazione dei mercati subito dopo l’attacco missilistico con un balzo di quasi 3 dollari il Brend che torna a superare i 70 dollari al barile, sfiorano i 65 dollari il WTI.
La reazione di Tehran fa temere ulteriori sviluppi che minacciano di compromettere il flusso di greggio nello stretto di Orfu nel quale circola circa 1/4 della produzione mondiale di petrolio.
Il dipartimento di stato americano già nei giorni scorsi aveva avvertito che sarebbero a rischio anche le strutture petrolifere saudite come già accaduto lo scorso settembre.
Con un temporaneo dimezzamento di 10 milioni di barili della produzione saudita, nonostante le rassicurazioni arrivate poco fa dal ministro delle energia degli emigrati arabi, resta uno scenario di incertezza e il timore di precipitare verso un guerra, un conflitto duraturo tra Stati Uniti e Iran causerebbe shock economici e finanziari in grado di peggiorare le condizioni di finanziamento e cooperatività.
In forte calo le borse, mentre l’oro, bene rifugio d’eccellenza, nella notte ha toccato con una nuova impennata i 1.610 dollari per oncia, mai cosi alto dal 2013. Nel momento della scrittura le quotazioni del metallo giallo si trovano a 1.588 dollari.
Dopo la corsa alla sicurezza del rischio, che ha alimentato principalmente l’oro, gli investitori stanno ora rivalutando le probabilità della guerra tra USA-Iran. L’assenza di una risposta immediata da parte degli Stati Uniti, tranne per le parole che prenderanno tutte le misure necessarie per proteggere e difendere il personale, i partner e gli alleati degli Stati Uniti nella regione, allena leggermente la tensione sui mercati.
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