E se il ribasso fosse finito? Abbiamo avuto modo di parlare, su queste colonne, del dato inaspettato e semplicemente eccezionale dell’andamento dell’occupazione negli Stati Uniti. Due trimestri di recessione, ma disoccupazione ai minimi e il doppio dei posti di lavoro creati rispetto alle attese. E se non ci fosse la recessione? Gli Stati Uniti hanno completamente rimpiazzato i posti di lavoro persi con il Covid.
In Asia e nel Pacifico, l’ASX australiano, il Nifty indiano e il Nikkei giapponese sono a massimi plurimensili. Quest’ultimo sta disegnando una figura geometrica molto giapponese con un triplo massimo leggermente decrescente che sembrano corrispondere a tre punti particolari del ciclo di medio termine.
La Cina e Hong Kong hanno avuto un comportamento inverso, con minimi per l’Hang Seng, sceso sotto il livello più basso del 12 maggio e lo Shanghai Composite, affondato sotto il prezzo del 31 maggio.
In Europa, indici positivi con nuovi massimi del ciclo recente successivo al minimo di giugno.
Nelle Americhe, il modello è stato simile, con nuovi massimi ovunque: il Dow Jones ai massimi il giorno 1 agosto, l’S&P500 il 3 agosto e il Nasdaq il 4 agosto.
In Brasile, il Bovespa è salito senza interruzione durante tutta la settimana, raggiungendo i massimi relativi nella giornata di venerdì.
L’oro è salito al massimo relativo di 1812, in forte rimbalzo rispetto al minimo a 1678 del 21 luglio. La stessa cosa per l’argento salito da 18.00, segnato il 14 luglio, fino al nuovo massimo plurisettimanale di 20.51 il primo di agosto. Entrambi sembrano essere stati bloccati nella salita dalla notizia del non-farm payroll e dalla conseguente proiezione di afflusso di rinnovato interesse sul dollaro.
Il petrolio continua la sua annunciata discesa estiva toccando 87.01, il prezzo più basso degli ultimi sei mesi.
Ora, siamo di fronte all’ennesimo dubbio sulla rottura o meno delle resistenze sulle quali gli indici americani ed europei sono andati a cozzare, per ritrarsi dopo il non-farm payroll.
La caduta momentanea degli indici americani sulla scia della volatilità della notizia inattesa è stata rilevante, ma contenuta all’interno dei supporti e il mercato ha recuperato durante la seduta di contrattazione, anche se con molti su e giù. Molti commentatori sostengono che continuiamo ad essere in un mercato ribassista e che questo è un rimbalzo.
In effetti, perché possiamo credere ad una fase rialzista che sia più di un rimbalzo, avremmo bisogno di vedere un ri-test dei minimi: proviamo a supporre che questo sia il momento perché inizi un’onda ribassista.
Un doppio minimo a quota 3640/3630 di S&P500 sarebbe perfetto per convincere ad una ripartenza del mercato. Peraltro, al momento, ritengo questa ipotesi poco probabile. L’area 3910/3950 sarebbe invece perfetta per consolidare un supporto, che vedrebbe, come figura grafica, un doppio minimo rispetto ai minimi di maggio e ci farebbe considerare i minimi di giugno un affondo temporaneo. In questo caso, l’area 4000 farebbe da supporto temporaneo, diciamo da fermata intermedia. Dal lato alto, il primo sintomo di un rialzo effettivo sarebbe dato dal superamento di quota 4202. Questo livello di prezzo dovrebbe essere superato e poi ritestato dall’alto: e costituirebbe un primo concreto sintomo di rottura dell’overbalance in direzione rialzista. La massima probabilità che vediamo ora è il test del supporto di cui sopra, prima a 4000 e poi a 3910/3950.
La volatilità sul mercato, durante la giornata di venerdì, è inaspettatamente calata. La volatilità calcolata sul time frame a 4 ore dell’S&P500 è su un doppio minimo, che sarebbe perfetto per un suo rialzo. Nel contempo alcuni indicatori sull’S&P500 sono in divergenza ribassista. Sembra tutto perfetto per l’inizio di un ritracciamento.
Ma è agosto. Mese particolare sempre, più che mai in questo 2022.
Report curato dall’Istituto Svizzero della Borsa, il portale della Conoscenza e della Cultura finanziaria. Sito: www.istitutosvizzerodellaborsa.ch
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