3 Ottobre, 2025
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    Analisi dei mercatiIl Rischio di un Decennio Nero per le Borse: Ecco Cosa Fare...

    Il Rischio di un Decennio Nero per le Borse: Ecco Cosa Fare Subito

    Il Rischio di un Decennio Nero per le Borse: Ecco Cosa Fare Subito

    Da tempo si sente parlare di recessione e di un possibile crollo dei mercati, ma il vero pericolo potrebbe essere ancora più insidioso: un decennio perduto. Non si tratta di un semplice ribasso temporaneo, ma di un lungo periodo in cui gli investitori vedono il valore dei loro asset stagnare o addirittura diminuire in termini reali.

    Il rischio non è solo ipotetico. Warren Buffett ha sollevato il problema, mentre analisti di peso come quelli di Goldman Sachs prevedono rendimenti futuri estremamente bassi. Se le previsioni si rivelassero corrette, ci troveremmo di fronte a un mercato che, per 10 anni o più, potrebbe non offrire alcuna crescita reale.

    Ma come siamo arrivati a questo punto? L’inflazione persistente, la crescita dei deficit pubblici, il rialzo dei tassi d’interesse e la sopravvalutazione del mercato azionario sono solo alcuni dei fattori che potrebbero portare a un periodo di stagnazione economica simile a quello vissuto nei primi anni 2000 o, ancora peggio, negli anni ‘70.

    Il vero problema è che molti investitori potrebbero non essere preparati. La storia dimostra che periodi come questo non solo riducono i guadagni, ma distruggono interi patrimoni se non si adottano le giuste strategie. L’obiettivo di questa analisi è comprendere quali siano i segnali di un possibile decennio perduto, quali lezioni possiamo trarre dai casi passati e come proteggere gli investimenti in un contesto di incertezza.

    Cos’è un Decennio Perduto e Perché è Così Pericoloso?

    Cos’è un Decennio Perduto e Perché è Così Pericoloso?

    Un decennio perduto è un periodo prolungato in cui i mercati finanziari non generano rendimenti significativi, spesso risultando in perdite reali per gli investitori. Non si tratta di semplici correzioni di mercato, ma di una fase caratterizzata da bassa crescita economica, alta inflazione e ritorni azionari stagnanti o negativi.

    Questo fenomeno può verificarsi per diversi motivi, tra cui:

    • Sopravvalutazione dei mercati, con quotazioni che non trovano supporto nei fondamentali economici.
    • Elevata inflazione, che erode il potere d’acquisto e penalizza il valore reale degli investimenti.
    • Stagnazione economica, con una crescita insufficiente per sostenere nuovi guadagni nel lungo periodo.
    • Politiche monetarie restrittive, come l’aumento dei tassi d’interesse, che riducono la liquidità disponibile e rendono il costo del denaro più elevato.
    • Elevato indebitamento pubblico e privato, che riduce la capacità di investimento di governi, aziende e consumatori.

    Chi investe in un periodo di decennio perduto spesso si trova bloccato in un mercato laterale, dove i guadagni sono limitati e i rischi elevati. Se si considera l’effetto dell’inflazione, la situazione diventa ancora più grave: il capitale potrebbe perdere valore anno dopo anno, anche se nominalmente non subisce variazioni significative.

    Per capire l’impatto devastante di un decennio perduto, basta guardare alcuni episodi storici che hanno colpito gli investitori in passato.

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    Il decennio perso dei primi anni 2000 (2000-2013)

    Dopo la bolla delle dot-com, i mercati entrarono in una fase estremamente difficile. Chi avesse investito 100.000 dollari nell’agosto del 2000, avrebbe visto il proprio capitale ridursi a 55.000 dollari entro il 2002. Per tornare in pari, sarebbero serviti 13 anni, fino al 2013.

    Ma il vero problema fu l’inflazione: considerando la perdita di potere d’acquisto, il recupero reale non sarebbe avvenuto prima del 2016, rendendo il periodo di stagnazione ancora più lungo.

    Il caso degli anni ‘70: inflazione e stagnazione economica

    Gli anni ‘70 furono caratterizzati da crescita economica debole e inflazione alle stelle, uno scenario noto come stagflazione. Nel 1972, un investitore che avesse acquistato azioni avrebbe dovuto aspettare il 1982 per vedere il proprio capitale nominalmente intatto.

    Tuttavia, se si considerano i prezzi in termini reali, il ritorno effettivo del capitale sarebbe avvenuto solo nel 1990, con una perdita di valore del 58% rispetto al potere d’acquisto originario.

    Questi esempi dimostrano come un decennio perduto non si limiti a bloccare i guadagni, ma possa compromettere in modo significativo la crescita del capitale.

    La domanda ora è: stiamo entrando in una fase simile? Gli indicatori attuali suggeriscono che il rischio è concreto.

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    I Segnali di un Nuovo Decennio Perduto

    I Segnali di un Nuovo Decennio Perduto

    Diversi fattori suggeriscono che i mercati finanziari potrebbero trovarsi sull’orlo di un nuovo decennio di rendimenti bassi. Alcuni di questi elementi sono già presenti, mentre altri si stanno manifestando progressivamente. Vediamo i più rilevanti.

    1. Sopravvalutazione estrema del mercato azionario

    Uno degli indicatori più affidabili per valutare se i mercati sono troppo costosi è il Shiller P/E Ratio, che misura il rapporto tra i prezzi delle azioni e gli utili aziendali medi degli ultimi dieci anni. Attualmente, questo valore è ai massimi livelli storici, superato solo durante:

    • La bolla delle dot-com nel 2000, seguita da un crollo del mercato.
    • Il 2021, prima che l’S&P 500 perdesse oltre il 20% nel 2022.

    Oggi, le valutazioni azionarie indicano che gli investitori stanno pagando prezzi molto elevati per le azioni, senza una solida giustificazione nei fondamentali aziendali. Alcuni esempi allarmanti:

    • Nvidia ha un P/E di 40, ben al di sopra della media storica del mercato.
    • Tesla ha un P/E di 120, il che significa che un investitore, agli attuali livelli di utili, impiegherebbe due secoli per recuperare il proprio investimento.

    Quando le azioni sono così sopravvalutate, i mercati hanno due possibilità per riequilibrarsi:

    • Un crollo improvviso, con una forte riduzione delle valutazioni.
    • Un lungo periodo di stagnazione, in cui le aziende aumentano gradualmente gli utili fino a rendere le valutazioni più sostenibili.

    In entrambi i casi, gli investitori devono rivedere le proprie strategie per evitare di trovarsi esposti a perdite significative.

    2. Inflazione elevata e rischio di stagflazione

    L’inflazione è un altro segnale chiave. Quando i prezzi aumentano rapidamente, il valore del denaro si erode, penalizzando gli investitori che non hanno protezione adeguata.

    Charlie Munger ha sottolineato come i rendimenti reali siano spesso trascurati, con molti investitori che guardano solo ai numeri nominali. Se un portafoglio cresce del 4% annuo, ma l’inflazione è al 5%, il risultato reale è una perdita di valore dell’1% ogni anno.

    Secondo Jamie Dimon, CEO di JPMorgan, il rischio di stagflazione è concreto. Questo fenomeno si verifica quando l’inflazione rimane alta, mentre la crescita economica rallenta, esattamente come negli anni ‘70. Se questo scenario si realizzasse, gli investitori vedrebbero il valore dei loro asset diminuire nel tempo, anche senza crolli evidenti dei mercati.

    3. Crescita del debito pubblico e tassi d’interesse elevati

    L’attuale crescita del debito pubblico è un segnale di allarme per l’economia. Solitamente, i governi aumentano il debito per sostenere l’economia in periodi di crisi, ma oggi si registra un livello di indebitamento senza precedenti anche in una fase di espansione.

    Con un deficit crescente, le banche centrali potrebbero essere costrette a mantenere i tassi d’interesse elevati per lungo tempo, generando diversi effetti negativi:

    • Aumento del costo del credito, che rallenta gli investimenti di aziende e consumatori.
    • Maggiore attrattività delle obbligazioni rispetto alle azioni, spingendo gli investitori a ridurre l’esposizione ai mercati azionari.
    • Riduzione degli utili aziendali, poiché le imprese devono affrontare costi di finanziamento più alti.

    Tutti questi fattori possono portare a un periodo di bassi rendimenti per le azioni, creando le condizioni ideali per un nuovo decennio perduto.

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    L’Errore che gli Investitori Commettono in un Decennio Perduto

    L'Errore che gli Investitori Commettono in un Decennio Perduto

    Uno dei problemi più gravi durante un decennio perduto è che molti investitori non sono preparati a gestire un lungo periodo di rendimenti bassi o nulli. La maggior parte delle strategie tradizionali si basa sull’idea che i mercati, nel lungo periodo, salgano sempre. Tuttavia, quando il mercato si muove lateralmente per anni o, peggio, perde valore in termini reali a causa dell’inflazione, gli errori più comuni possono avere conseguenze devastanti.

    1. Vendere nel Momento Sbagliato

    Uno degli errori più diffusi è vendere le proprie posizioni dopo anni di rendimenti deludenti, proprio quando i mercati iniziano a riprendersi. La storia dimostra che chi abbandona il mercato dopo un lungo periodo negativo spesso perde le migliori opportunità di recupero.

    Esempio storico:

    • Chi ha venduto nel 2009, dopo la crisi del 2008, ha perso una delle fasi di crescita più forti della storia recente.
    • Chi ha liquidato i propri asset negli anni ‘70, temendo la stagflazione, ha poi assistito a una ripresa senza riuscire a rientrare in tempo.

    Soluzione: adottare un approccio disciplinato, evitando di prendere decisioni emotive.

    2. Investire Solo in Azioni Sopravvalutate

    Un altro errore è continuare a investire in titoli sopravvalutati, sperando che il mercato continui a crescere come nel decennio precedente. Quando un mercato è in fase di stagnazione economica, i titoli con multipli di valutazione elevati tendono a subire una lunga correzione.

    Ad esempio, nel 2000, chi ha mantenuto azioni di società tecnologiche senza diversificare ha visto i propri investimenti impiegare oltre un decennio per recuperare il valore iniziale.

    Soluzione: preferire aziende con bilanci solidi, cash flow stabili e valutazioni più ragionevoli.

    3. Ignorare l’Impatto dell’Inflazione

    Molti investitori commettono l’errore di guardare solo ai rendimenti nominali senza considerare l’erosione del potere d’acquisto. Se un portafoglio cresce del 5% annuo, ma l’inflazione è al 6%, il valore reale degli investimenti sta diminuendo.

    Soluzione: investire in asset che offrono una protezione dall’inflazione, come materie prime, immobili o obbligazioni indicizzate.

    4. Restare Troppo Liquidi Senza una Strategia

    Restare liquidi può sembrare una scelta prudente, ma in un contesto di alta inflazione e bassi tassi d’interesse reali, tenere troppo capitale in contanti significa perdere valore ogni anno.

    Soluzione: avere un piano per investire gradualmente in asset difensivi o ciclici, invece di attendere un momento “perfetto” per entrare nel mercato.

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    Come Guadagnare Anche in un Decennio Perduto? Strategie Alternative

    Come Guadagnare Anche in un Decennio Perduto? Strategie Alternative

    Un decennio di stagnazione economica e bassi rendimenti non significa necessariamente che non sia possibile ottenere guadagni. Tuttavia, è fondamentale cambiare approccio e adottare strategie alternative, che possano offrire opportunità di rendimento in un contesto difficile.

    Puntare su Asset Rifugio e Investimenti Alternativi

    In un periodo di bassa crescita economica e inflazione alta, gli asset tradizionali possono non essere sufficienti. Ecco alcuni strumenti che storicamente hanno offerto protezione:

    • Oro e Metalli Preziosi: storicamente, l’oro ha performato bene durante periodi di incertezza economica e inflazione elevata.
    • Obbligazioni Indicizzate all’Inflazione (TIPS): proteggono il capitale dall’erosione del potere d’acquisto.
    • Immobiliare: proprietà con affitti indicizzati all’inflazione possono offrire un flusso di reddito stabile e protezione contro la perdita di valore della moneta.
    • Investimenti in Materie Prime: petrolio, gas e altre commodities tendono a sovraperformare nei cicli di alta inflazione.

    Adozione di Strategie di Investimento a Lungo Termine

    I momenti di bassi rendimenti azionari richiedono strategie più selettive e disciplinate. Due approcci utili:

    • Dividend Investing: puntare su aziende con rendimenti da dividendo stabili e crescenti, che permettono di ottenere reddito anche in mercati stagnanti.
    • Value Investing: acquistare aziende con solidi fondamentali e prezzi ragionevoli, evitando titoli sopravvalutati. Warren Buffett ha costruito la sua fortuna con questa filosofia.

    Sfruttare la Volatilità con Strategie di Copertura

    Un mercato stagnante non significa che i prezzi si muovano sempre nello stesso modo. Strategie come:

    • Vendita di Opzioni Covered Call: permette di generare reddito extra su azioni già in portafoglio.
    • Short Selling e Hedge Funds: operazioni speculative su titoli sopravvalutati possono offrire opportunità di guadagno in mercati in discesa.
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    Come Proteggere il Proprio Portafoglio

    Come Proteggere il Proprio Portafoglio

    Affrontare un decennio perduto significa rivedere il proprio portafoglio per minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità. Ecco alcune strategie pratiche per proteggere il capitale.

    1. Diversificare Geograficamente

    I mercati emergenti o le economie in crescita possono offrire opportunità di rendimento superiori rispetto ai mercati sviluppati in stagnazione. Paesi con:

    • Bassa inflazione e tassi d’interesse stabili.
    • Settori economici in espansione.
    • Minore indebitamento pubblico.

    Potrebbero essere un’alternativa ai mercati USA o europei.

    2. Allocare il Capitale in Asset Resilienti

    Alcuni settori tendono a performare meglio in contesti di recessione e bassi rendimenti azionari:

    • Beni di Prima Necessità: aziende che producono cibo, farmaci e servizi essenziali mantengono margini stabili.
    • Energia e Utilities: generano ricavi prevedibili e hanno flussi di cassa resistenti.
      Settore Sanitario: la domanda di cure mediche è costante, anche in periodi di crisi.

    3. Adottare una Strategia di Dollar Cost Averaging (DCA)

    Investire gradualmente invece di entrare nel mercato in un solo momento può ridurre il rischio e migliorare il prezzo medio di acquisto degli asset.

    4. Mantenere una Quota di Liquidità per le Opportunità di Mercato

    Avere una parte del capitale liquido permette di approfittare delle correzioni di mercato senza dover liquidare asset in perdita.

    5. Ridurre l’Esposizione al Rischio di Cambio e di Politica Monetaria

    Le decisioni delle banche centrali influenzano fortemente i mercati. Investire in valute forti o in strumenti che proteggono dall’inflazione può essere una scelta prudente.

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    Riflessioni Finali

    Affrontare un decennio perduto senza una strategia adeguata può rivelarsi un errore costoso. L’analisi dei dati storici dimostra che periodi prolungati di stagnazione economica non solo limitano i guadagni, ma possono compromettere seriamente il valore reale degli investimenti.

    Tuttavia, esistono strumenti e strategie per proteggere il proprio capitale e trasformare le difficoltà in opportunità. Diversificare in asset resilienti, investire in strumenti che offrono protezione dall’inflazione e adottare un approccio di lungo periodo sono scelte essenziali per evitare di vedere il proprio portafoglio eroso da condizioni di mercato sfavorevoli.

    L’errore più grande che un investitore possa commettere è quello di rimanere ancorato alle logiche del passato, ignorando i segnali di cambiamento. Quando i mercati non offrono più le stesse opportunità di crescita, chi continua a investire con criteri obsoleti rischia di perdere valore anno dopo anno. La flessibilità e la capacità di adattarsi ai nuovi scenari finanziari sono le chiavi per affrontare qualsiasi fase di incertezza.

    Guardando al futuro, la domanda da porsi non è se un decennio perduto si verificherà o meno, ma come affrontarlo nel modo più efficace. Chi prende decisioni consapevoli e implementa strategie adatte può non solo proteggere il proprio patrimonio, ma anche trovare opportunità laddove altri vedono solo ostacoli. Il momento per prepararsi è adesso.

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    Domande e Risposte (FAQ)

    Domane e Risposte

    Cos’è un decennio perduto e perché è un problema per gli investitori?

    Un decennio perduto è un periodo prolungato, generalmente di dieci anni o più, in cui i mercati finanziari non offrono rendimenti reali positivi. Questo significa che, anche se le quotazioni azionarie possono rimanere stabili o subire variazioni modeste, l’inflazione e altri fattori economici erodono il potere d’acquisto degli investitori. Un simile scenario può compromettere gli obiettivi finanziari a lungo termine, in particolare per chi ha un orizzonte temporale definito, come chi si avvicina alla pensione.

    Come posso proteggere i miei investimenti in un decennio perduto?

    Per affrontare un periodo di bassi rendimenti, è fondamentale adottare strategie di diversificazione e protezione del capitale. Alcune delle soluzioni più efficaci includono:

    • Investire in asset rifugio, come oro e obbligazioni indicizzate all’inflazione.
    • Diversificare il portafoglio includendo mercati emergenti e settori difensivi come sanità e utilities.
    • Utilizzare strategie di dividend investing, scegliendo azioni con rendimenti da dividendi stabili.
    • Valutare investimenti in materie prime e immobiliare per proteggersi dall’erosione del valore del denaro.

    I mercati azionari crescono sempre nel lungo periodo?

    Storicamente, i mercati azionari tendono a crescere nel lungo periodo, ma ci sono fasi in cui i rendimenti reali possono essere nulli o negativi per lunghi periodi. Ad esempio, tra il 2000 e il 2013, l’indice S&P 500 ha avuto una crescita nominale molto limitata, se si considerano le fluttuazioni del mercato e l’inflazione. Questo dimostra che, sebbene la crescita sia una tendenza generale, possono esserci periodi prolungati di stagnazione.

    Quali asset sono più vulnerabili durante un decennio perduto?

    Gli asset più vulnerabili in un decennio di stagnazione sono:

    • Azioni con valutazioni elevate (ad esempio titoli growth sopravvalutati).
    • Titoli obbligazionari a lungo termine con tassi d’interesse bassi, poiché sono particolarmente sensibili all’aumento dell’inflazione.
    • Investimenti speculativi e azioni di aziende con debito elevato, che potrebbero soffrire di più in un contesto di tassi d’interesse elevati.

    Conviene mantenere liquidità durante un decennio perduto?

    Mantenere una quota di liquidità può essere utile per cogliere opportunità di mercato in momenti di correzione. Tuttavia, tenere troppo denaro liquido per un lungo periodo può comportare una perdita di valore a causa dell’inflazione. Una strategia equilibrata prevede di avere liquidità sufficiente per gestire imprevisti e opportunità di investimento, ma senza esporsi eccessivamente al rischio dell’erosione del potere d’acquisto.

    Qual è il miglior approccio per chi investe a lungo termine?

    Gli investitori a lungo termine devono focalizzarsi su strategie solide e sostenibili, come:

    • Investimenti in aziende con fondamentali solidi e dividendi affidabili.
    • Allocazione del capitale in settori resistenti ai cicli economici, come beni di prima necessità e sanità.
    • Utilizzo della strategia di Dollar Cost Averaging (DCA) per ridurre il rischio legato alla volatilità dei prezzi.
    • Mantenere una visione a lungo termine, evitando decisioni impulsive dettate dalle fluttuazioni di breve periodo.

    Prepararsi a un possibile decennio perduto non significa smettere di investire, ma modificare le proprie strategie per massimizzare le opportunità di rendimento anche in condizioni di mercato difficili.

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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