
In questo articolo analizziamo cosa sta accadendo davvero e quali strategie adottare per non commettere errori costosi.
Titoli come Palantir e Nvidia hanno dimostrato quanto velocemente i mercati possano cambiare direzione, scendendo bruscamente per poi recuperare in pochi giorni. Molti hanno venduto nel momento peggiore, perdendo i rialzi successivi.
Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima. Il vero rischio non è il ribasso in sé, ma l’errore di farsi guidare dall’emotività. Storia e numeri dimostrano che chi resta investito in aziende solide finisce per ottenere risultati nettamente migliori di chi tenta di anticipare i movimenti del mercato.
Qui di seguito l'analisi su che cosa sta accadendo davvero e quali strategie adottare per non commettere errori costosi.
La volatilità di Palantir e Nvidia: cosa significa davvero
Negli ultimi giorni Palantir e Nvidia hanno registrato movimenti estremamente rapidi:
- Palantir è passata da 190 $ a 144 $ in pochissimi giorni, con un crollo del 24%, salvo poi risalire verso quota 160 $.
- Nvidia ha perso il 7% in due giorni, scendendo da 182 $ a 169 $, per poi rimbalzare a 174 $.
Per aziende di questa portata, oscillazioni del genere non sono banali. Tuttavia, ciò che colpisce non è il ribasso in sé, ma la reazione degli investitori: molti hanno venduto nel panico, perdendo l’opportunità del successivo recupero.
Perché il mercato è carico di nervosismo
Il clima attuale è segnato da un forte pessimismo alimentato da media e influencer che continuano a parlare di un imminente crollo. Le motivazioni non mancano:
- Negli ultimi tre anni l’S&P 500 ha sovraperformato la sua media storica del 10% annuo: +25% nel 2023, +22% nel 2024 e già +9% nel 2025 ad agosto.
- Il P/E forward dell’indice si trova a 29, ben al di sopra della media storica compresa tra 17 e 19.
- Titoli come Palantir e Nvidia hanno guadagnato oltre 1.200–1.500% in tre anni, numeri paragonabili a monopoli più che ad aziende normali.
Questi dati alimentano il timore che la crescita non sia sostenibile. Tuttavia, la storia dimostra che restare troppo tempo fuori dal mercato spesso causa perdite ben più grandi del crash tanto temuto.
L’errore più grande degli investitori: il market timing
Uno degli sbagli più diffusi nel mondo degli investimenti è cercare di “indovinare” il momento giusto per entrare o uscire dal mercato, una pratica conosciuta come market timing.
Questa strategia, per quanto seducente, si rivela quasi sempre perdente per un motivo molto semplice: nessuno è in grado di prevedere con certezza i movimenti futuri del mercato.
Dati storici mostrano che restare investiti produce risultati superiori rispetto a chi prova a fare continue operazioni di ingresso e uscita. Un esempio chiarissimo riguarda l’S&P 500: negli ultimi 20 anni, chi ha investito 10.000 $ senza mai vendere avrebbe oggi circa 65.000–70.000 $. Al contrario, chi ha perso solo i 10 giorni migliori di performance si sarebbe ritrovato con meno della metà, circa 29.000 $.
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Il motivo è che i rally più importanti del mercato avvengono in maniera imprevedibile e repentina, spesso a ridosso delle fasi di maggiore pessimismo. Vendere nei momenti di paura equivale, quindi, a rinunciare proprio ai giorni che generano la maggior parte dei rendimenti di lungo termine.
La realtà dei mercati nel 2025
Guardando all’attuale contesto, è vero che il mercato presenta valutazioni elevate e che l’indice S&P 500 tratta a multipli storicamente alti con un P/E forward vicino a 29. Questo dato suggerisce che molte società sono già prezzate per crescite sostenute. Tuttavia, fermarsi a questo numero significherebbe ignorare diversi segnali positivi:
- Utili solidi: circa l’80% delle società quotate ha superato le attese sugli utili nel secondo trimestre del 2025, dimostrando una buona capacità di generare profitti nonostante il contesto di incertezza.
- Capex in crescita: le big tech e i principali operatori industriali stanno investendo miliardi in intelligenza artificiale e infrastrutture energetiche, creando un effetto moltiplicatore su occupazione e sviluppo tecnologico.
- Assenza di euforia: rispetto al 2021, oggi non si registra un entusiasmo irrazionale. Anzi, il sentiment rimane caratterizzato da cautela e timori, un segnale che i mercati non hanno ancora raggiunto uno stato di bolla estrema.
- Politica monetaria: la Federal Reserve si avvicina a una fase di tagli dei tassi che potrebbe ridurre il costo del capitale e stimolare ulteriormente i consumi e gli investimenti.
Questi elementi suggeriscono che, nonostante i rischi, il mercato non è privo di fondamenta. L’attuale fase appare piuttosto come un equilibrio instabile, dove a valutazioni elevate si contrappone una crescita reale e strutturale trainata da nuove tecnologie.
Prepararsi, non prevedere
Molti investitori cadono nella trappola di voler predire la prossima crisi, ma la verità è che nessuno – nemmeno i più grandi gestori – può stabilire con certezza quando arriverà un crollo. La chiave, quindi, non è tentare di anticiparlo, bensì prepararsi a qualunque scenario.
Prepararsi significa:
- Avere un portafoglio diversificato tra settori e aree geografiche.
- Puntare su aziende solide, con margini elevati, bilanci forti e vantaggi competitivi sostenibili.
- Adottare strategie come il dollar cost averaging, che permettono di investire in modo graduale senza esporsi troppo alle oscillazioni di breve termine.
Chi si concentra sulla preparazione piuttosto che sulla previsione mantiene una prospettiva di lungo periodo e riesce a cogliere opportunità quando i mercati offrono sconti temporanei.
Costruire convinzione, non seguire mode
Il vero capitale di un investitore non è il denaro, ma la convinzione. Comprare un titolo solo perché se ne parla su social media o perché un influencer lo suggerisce è una delle strategie più rischiose. Quando il prezzo scende bruscamente, la mancanza di fiducia spinge a vendere nel momento peggiore.
Costruire convinzione significa studiare le aziende, comprenderne il modello di business, analizzare i bilanci e valutare le prospettive future. Solo così si sviluppa la capacità di mantenere la rotta anche durante i momenti di forte correzione.
La storia recente offre esempi eloquenti: nel 2022 Nvidia e Palantir erano rispettivamente dieci volte e venti volte più economiche rispetto ad oggi. Chi aveva compreso il potenziale strutturale di queste aziende e ha resistito alle turbolenze, oggi gode di rendimenti straordinari.
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Questo dimostra che la ricchezza si costruisce nel tempo, non con il trading impulsivo.
Conclusione: il messaggio agli investitori
Il mercato rimarrà sempre un’arena incerta, dominata da volatilità, paura ed euforia.
Il vero successo non deriva dal prevedere i crolli, ma dal resistere a essi con un portafoglio solido e una mentalità disciplinata.
Ogni tempesta spazza via le aziende fragili, lasciando più spazio e opportunità a quelle di qualità.
Gli investitori che sapranno mantenere la calma, applicare strategie razionali e approfittare dei ribassi come occasione di acquisto saranno coloro che, nel medio e lungo termine, usciranno vincenti.
La lezione è chiara: non lasciarti guidare dal panico, investi nella preparazione e costruisci convinzione. È questa la strada per crescere davvero nel tempo.
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