Negli ultimi mesi si è riacceso l’interesse per i metalli preziosi, in particolare l’oro che ha raggiunto un nuovo massimo storico. Ma è l’argento a catalizzare le attenzioni di investitori e analisti oggi. Tra i più convinti sostenitori di questa tesi c’è Peter Schiff, noto economista e fondatore di Euro Pacific Capital, che da tempo ribadisce la sua strategia di accumulo su oro e silver come scudo contro l’inflazione e la svalutazione del dollaro.
Ma cosa rende l’argento così promettente da far ipotizzare una performance superiore perfino all’oro? E quali sono i fattori di mercato che potrebbero spingerlo a triplicare di valore?
Chi cerca risposte a domande come “conviene investire in argento oggi?”, “previsioni prezzo argento 2025” troverà in questa analisi dettagliata un punto di partenza concreto per valutare le proprie strategie di investimento.
- 1. Peter Schiff: perché l’argento è pronto a correre
- 2. Dollaro debole e crisi di fiducia: lo scenario di Schiff
- 3. Oro e argento: un rapporto da monitorare
- 4. Azioni minerarie: l’opportunità nascosta
- 5. Geopolitica e petrolio: l’ingrediente che muove i mercati
- 6. Tariffe, tasse e consumi: un nodo strutturale
- 7. Strategie operative: come proteggere il capitale
Peter Schiff: perché l’argento è pronto a correre
Secondo Peter Schiff, la corsa dell’argento è appena iniziata. I dati recenti confermano un trend in accelerazione, con quotazioni che hanno rotto resistenze significative, superando i 38 dollari l’oncia e spingendosi ancora più in alto. Schiff ipotizza che, già nei prossimi 12 mesi, il prezzo dell’argento potrebbe raggiungere quota 100 dollari, generando potenzialmente un rendimento triplo per chi decide di entrare adesso.
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Questa previsione si fonda su tre pilastri chiave:
- la debolezza del dollaro,
- l’instabilità geopolitica
- la crescente disillusione verso gli asset rifugio tradizionali come i Treasury americani.
Dollaro debole e crisi di fiducia: lo scenario di Schiff
L’analisi di Peter Schiff parte da un concetto semplice ma cruciale: la progressiva perdita di valore del dollaro USA. Secondo l’economista, le politiche fiscali espansive e i deficit cronici hanno minato la credibilità del biglietto verde come riserva di valore. Se fino a ieri gli investitori correvano verso i Treasury in cerca di sicurezza, oggi quella fiducia vacilla.
La conseguenza è evidente: chi cerca protezione dall’inflazione sposta capitali su oro e argento, alimentando la domanda di metalli reali. Le banche centrali stanno aumentando le riserve auree e, secondo Schiff, ben presto anche gli investitori retail riscopriranno l’attrattiva del silver.
Oro e argento: un rapporto da monitorare
Tra le variabili più interessanti per chi vuole capire dove puntare c’è il rapporto oro-argento. Storicamente, questo indicatore oscilla tra 20:1 e 80:1. Oggi si aggira intorno a 88:1, un livello considerato insostenibile da molti analisti. Schiff evidenzia come, in fasi di stress economico, l’argento abbia spesso ridotto questo gap grazie alla sua volatilità e alla domanda industriale.
Se il prezzo dell’oro dovesse raggiungere i 5.000 dollari l’oncia nei prossimi anni, un silver a 100 dollari lascerebbe margini ulteriori di rivalutazione, confermando la tesi di chi vede nell’argento un asset ancora sottovalutato rispetto al gold.
Azioni minerarie: l’opportunità nascosta
Un altro punto cardine nelle parole di Peter Schiff è l’invito a guardare oltre i lingotti fisici. Secondo l’esperto, le azioni delle società minerarie sono una leva strategica per moltiplicare i rendimenti. Compagnie come Barrick e Newmont, dopo anni di valutazioni stagnanti, stanno risvegliando l’interesse degli investitori istituzionali.
Acquistare titoli minerari significa investire in oro e argento “ancora nel sottosuolo”, sfruttando valutazioni di bilancio storicamente basse. Per Schiff, chi ignora questa opportunità rischia di pentirsi quando i prezzi avranno colmato il gap con la quotazione dei metalli fisici.
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Geopolitica e petrolio: l’ingrediente che muove i mercati
I recenti sviluppi tra Israele e Iran hanno contribuito ad alimentare la volatilità dei mercati energetici. Un petrolio stabile sopra i 70 dollari a barile spinge l’inflazione al rialzo e frena le speranze di tagli ai tassi d’interesse. Questo contesto favorisce chi, come Schiff, scommette su un oro vicino ai massimi storici e su un silver pronto a sorprendere.
Il vero campanello d’allarme è la mancata reazione dei Treasury americani come bene rifugio. L’assenza di capitali in ingresso su questi titoli obbligazionari indica una perdita di fiducia, con implicazioni a lungo termine sul potere d’acquisto del dollaro.
Tariffe, tasse e consumi: un nodo strutturale
Schiff non risparmia critiche alla politica dei dazi doganali, definendo le tariffe una “tassa mascherata” che grava sul consumatore. Il meccanismo è semplice: l’importatore paga la tassa, la scarica sul prezzo di vendita e a pagare, alla fine, è sempre il cliente finale.
Questa dinamica incide sul costo della vita, alimenta pressioni inflazionistiche e, come spiega Schiff, mina la competitività delle aziende statunitensi sui mercati internazionali. Con prezzi di materie prime come acciaio e alluminio in rialzo, anche settori come l’edilizia e la manifattura vedono erodersi i margini.
Strategie operative: come proteggere il capitale
Chi cerca una bussola tra inflazione, tensioni geopolitiche e crisi valutaria, secondo Peter Schiff, dovrebbe rafforzare la propria esposizione a oro, argento e silver mining stocks. La combinazione di metallo fisico e titoli minerari offre un mix di stabilità patrimoniale e potenziale di crescita.
In un contesto dove il dollaro rischia di perdere valore più velocemente dei rendimenti dei bond, Schiff invita a prepararsi a una fase di “crisi del dollaro” spostando una parte del portafoglio su asset tangibili. Una scelta che può rivelarsi vincente non solo per proteggere il capitale, ma per generare rendimento in un periodo di incertezza.
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