
I numeri delle ultime trimestrali di Google, Netflix e Tesla raccontano storie molto diverse tra loro. Da performance solide a veri e propri segnali d’allarme, queste tre big tech stanno disegnando un quadro complesso per gli investitori. Ma tra rally speculativi e valutazioni tirate, dove conviene investire oggi? Scopriamolo
Google: solidità nei numeri, ma il mercato resta cauto
La trimestrale di Google ha mostrato una crescita del 14% dei ricavi consolidati su base annua, trainata in particolare da Google Cloud, che ha messo a segno un +32%, raggiungendo 13,6 miliardi di dollari. Anche Google Services – comprendente Ricerca, YouTube e pubblicità – ha riportato un’espansione del 12%, con margini operativi stabili al 32,4%.
L’utile netto è aumentato del 19% e l’EPS è cresciuto del 22%, segno di una redditività in miglioramento. La società evidenzia un’accelerazione strutturale nella crescita dei ricavi da cloud e un consolidamento delle proprie fonti di profitto.
Capex in aumento e strategie discutibili
A generare dubbi tra gli investitori è stato l’annuncio di 85 miliardi di investimenti in conto capitale per il 2025, finalizzati principalmente allo sviluppo del segmento cloud. Questo ha causato un calo del titolo nel post-mercato, nonostante la qualità dei numeri.
Il free cash flow è sceso a 5 miliardi rispetto ai 13,5 miliardi dell’anno precedente, mentre la società ha riacquistato azioni per 13,6 miliardi e distribuito dividendi per 2,5 miliardi, finanziando queste operazioni anche tramite emissione di nuovo debito.
Valutazione e prospettive
Il titolo Alphabet viene attualmente valutato circa 17,6 volte i flussi di cassa operativi, in linea con le sue medie storiche. Questo suggerisce una valutazione equa: né eccessivamente cara né scontata. Tuttavia, la scelta di fare leva finanziaria per finanziare buyback mentre si affronta un ciclo di investimento massivo, solleva perplessità.
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Netflix: utile e margini in forte crescita, ma il titolo è troppo caro?
La trimestrale di Netflix ha registrato una crescita del 16% dei ricavi, con un margine operativo salito al 34,1% e un utile netto di 3,1 miliardi. L’EPS è aumentato del 40%, mentre il free cash flow ha sfiorato i 2,3 miliardi, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I segnali di accelerazione non mancano: il prossimo trimestre dovrebbe vedere un’ulteriore crescita del 17,3% dei ricavi, sostenuta dalla debolezza del dollaro USA che favorisce gli incassi internazionali.
Valutazioni fuori scala, rendimento potenziale ridotto
Nonostante i dati eccellenti, il titolo Netflix ha perso oltre il 12% dopo la pubblicazione dei risultati. Il motivo è chiaro: il mercato ha già scontato queste performance. Attualmente Netflix quota 60 volte i flussi di cassa liberi, pari a un free cash flow yield dell’1,7%.
Un’analisi a lungo termine mostra che, anche con tassi di crescita sostenuti del 17% annuo e buyback costanti, il rendimento atteso sarebbe intorno al 6% annuo nei prossimi cinque anni. Questo livello di valutazione elevata implica rischi superiori rispetto al potenziale rendimento.
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Tesla: trimestrale disastrosa mascherata da narrativa ottimista
La trimestrale di Tesla è stata definita “seminale” dalla società stessa, ma i numeri raccontano un’altra storia. Ricavi in calo del 12%, margine operativo crollato del 42%, e free cash flow in caduta libera del 90%. L’intero comparto automotive è in ritirata, con vendite in flessione e una diminuzione del prezzo medio di vendita per tentare, invano, di stimolare la domanda.
Inventari in crescita, nessun pricing power
Nonostante la produzione sia rimasta stabile, le vendite sono calate: gli inventari sono aumentati del 33%. Questo conferma la mancanza di pricing power, un sintomo evidente di una perdita di vantaggio competitivo.
La quota di mercato di Tesla è in calo in tutte le regioni principali – Stati Uniti, Europa e Cina – mentre concorrenti come BYD guadagnano terreno. I margini si stanno erodendo e la redditività è in declino costante.
Narrativa ambiziosa, ma rischio elevato
La valutazione attuale — oltre 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, 178 volte i flussi di cassa — implica che gli investitori stanno già pagando per prodotti futuri ancora incerti, come i robot Optimus e la guida autonoma. In assenza di risultati tangibili, il rischio è che il titolo resti schiacciato dal peso delle aspettative.
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Riflessioni finali
Osservando i risultati di Google, Netflix e Tesla, emerge con chiarezza quanto le scelte aziendali e le valutazioni di mercato possano divergere profondamente, anche tra società leader dello stesso settore.
Google dimostra solidità e visione strategica con investimenti mirati alla crescita futura, Netflix eccelle nei margini ma si confronta con una valutazione che richiede prudenza, mentre Tesla evidenzia fragilità operative mascherate da ambiziose narrazioni.
Chi desidera investire con consapevolezza oggi ha davanti a sé dati concreti e segnali evidenti. I numeri non mentono: analizzarli con attenzione permette di cogliere opportunità autentiche e, al tempo stesso, evitare di esporsi a rischi eccessivi. Comprendere dove i capitali vengono allocati in modo efficiente, dove i multipli sono giustificati, e dove si cela pura speculazione è ciò che fa davvero la differenza.
Approfondire questi temi, seguire con regolarità le trimestrali, monitorare le valutazioni e confrontare le performance reali delle aziende consente di costruire un vantaggio competitivo duraturo. Il mercato premia chi sa osservare oltre i titoli dei giornali, chi sa riconoscere i segnali giusti e decidere con lucidità.
Le occasioni non mancano, ma serve chiarezza. E quella chiarezza inizia proprio da qui.
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