Secondo indiscrezioni riportate dal Financial Times, Nvidia e AMD avrebbero accettato di versare il 15% dei ricavi generati in Cina al governo statunitense, come condizione per ottenere le licenze di esportazione dei loro chip AI destinati al mercato cinese.
L’accordo, confermato da fonti vicine alle trattative e da un funzionario USA, riguarda nello specifico:
- Nvidia H20
- AMD MI308
Questi modelli rappresentano versioni “ridotte” delle rispettive GPU di fascia alta, create per rispettare le restrizioni USA sulle esportazioni di tecnologie avanzate verso la Cina.
Come siamo arrivati fin qui
Negli ultimi anni, Washington ha imposto limiti severi sull’esportazione dei chip AI più potenti verso la Cina per ragioni di sicurezza nazionale.
Inizialmente, nemmeno le versioni ridotte (H20 e MI308) potevano essere spedite. Ora, grazie all’accordo, la vendita sarà consentita, ma con un “ticket d’ingresso” del 15% sul fatturato.
La decisione è arrivata pochi giorni dopo un incontro tra Jensen Huang, CEO di Nvidia, e il presidente USA Donald Trump. L’approvazione delle licenze di esportazione segna un importante passo avanti, ma apre a nuovi interrogativi strategici.
Impatto sui margini di profitto
Il nodo centrale per gli investitori è capire quanto questo prelievo del 15% influenzerà le margini lordi.
Se ipotizziamo:
- Ricavi in Cina: 1 dollaro
- Margine lordo attuale: 45% (circa 45 centesimi)
- Tassa USA: 15% del fatturato (15 centesimi)
Il margine lordo si ridurrebbe a circa 30%, un calo rilevante ma non tale da rendere non redditizio il mercato cinese.
Perché conviene comunque? Perché qualche margine è meglio di nessun margine, e mantenere la presenza in Cina significa anche conservare un bacino di sviluppatori e clienti strategico per l’ecosistema AI.
Strategie per compensare la tassa
- Aumento dei prezzi: Nvidia potrebbe avere più margine di manovra rispetto ad AMD grazie alle sue soluzioni di rete (NVLink e NVSwitch) che permettono di scalare enormi infrastrutture AI. Tuttavia, la concorrenza di Huawei limita la possibilità di incrementi troppo aggressivi.
- Espansione software: sia Nvidia che AMD potrebbero compensare parte della perdita aumentando la vendita di licenze software e servizi AI in Cina.
- Ottimizzazione dei costi: riduzione delle spese logistiche e accordi di fornitura più favorevoli.
Il rischio di un controblocco cinese
Uno scenario da monitorare attentamente è la possibile reazione di Pechino:
- Sicurezza nazionale: la stampa statale cinese ha già definito l’H20 “non sicuro” per le aziende locali.
- Competizione domestica: Huawei, pur non avendo ancora raggiunto le performance di Nvidia, offre soluzioni AI competitive e senza vincoli di esportazione.
- Reazione politica: la Cina potrebbe vietare l’acquisto di H20 e MI308 per evitare che una parte dei ricavi delle aziende locali finisca direttamente nelle casse del governo USA.
AMD e la mancata guidance sulla Cina
Un aspetto curioso è che AMD non ha fornito previsioni dettagliate per il mercato cinese durante l’ultima trimestrale.
Possibile motivazione: la consapevolezza dell’accordo con il governo USA e l’impatto sui margini, che avrebbe potuto sollevare dubbi tra gli investitori.
Prospettive a breve termine
- Bullish per i volumi: l’accordo praticamente garantisce la ripresa delle esportazioni di H20 e MI308 in Cina.
- Pressione sui margini: il calo sarà inevitabile, ma parzialmente compensabile con strategia di pricing e servizi.
- Rischio geopolitico: la possibilità di un ban cinese resta sul tavolo, specialmente se la tensione USA-Cina dovesse crescere.
Conclusioni operative per gli investitori
Per chi detiene azioni Nvidia o AMD, la notizia è positiva nel breve periodo: i volumi di vendita in Cina torneranno a crescere. Tuttavia, bisogna monitorare:
- Le mosse della Cina e di Huawei.
- L’evoluzione delle licenze USA.
- Gli aggiornamenti sui margini nei prossimi trimestri.
Strategia suggerita: mantenere una visione di medio-lungo termine, valutando l’eventuale impatto sui multipli P/E e sulle guidance aziendali future.
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